Mr. Lyle: oriental style, fanfiction dedicata a Lyle ed al suo passato [Completa]

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view post Posted on 25/9/2007, 00:19

Geek & Cottoncandy
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Dopo che Aleki mi ha messo la pulce nell'orecchio mi son detta, ma proviamo a scrivere qualcosa...mi è venuto questo di getto. Volevo fare una One Shot, ma poi mi son troppo dilungata quindi penso che continuerò perchè nn sono ancora arrivata al nocciolo di quello che volevo raccontare :lol:

Cmq enjoy, per ora ditemi com'è! ;)




Il Centro era già praticamente deserto quella sera. Lyle camminava distrattamente lungo i corridoi del sottolivello 13, la giacca scura era completamente aperta mostrando gran parte della camicia blu elettrico che indossava quel giorno sotto una cravata nera leggermente allentata al collo. Era stata una giornata dannatamente pesante. Jarod aveva lasciato una delle sue solite piste e con Miss Parker era andato a controllare finendo in una trappola che lui aveva approntato per loro. Niente di dramamtico, ma decisamente seccante.

Arrivò nel suo ufficio e si buttò praticamente sul divano, era distrutto. Al momento non aveva nemmeno voglia di andare a casa, inoltre doveva ancora compilare delle carte che aveva lasciato sulla scrivania a impilarsi per giorni e la scadenza per consegnarle sarebbe stata domani.

Guardò l'orologio, erano solo le sei e un quarto, se si metteva subito al lavoro poteva finire ad un orario decente. Si alzò allora svogliatamente e si tolse la giacca, buttandola senza grazia sul divano dove prima era seduto. Si allentò ancora di più il nodo della cravatta, si fermò un attimo come a pensarci sopra e poi decise di togliersela completamente. Si avviò così alla scrivania e si sedette sprofondando nella poltrona di pelle. Stava per scrivere le prime parole quando la porta si aprì.

"Oh mi scusi signor Lyle, pensavo fosse già a casa."

Lyle la guardò torvo come se fosse davvero infastidito dalla giovane assistente asiatica, ma poi fece un leggero e quasi invisibile sorriso che servì a rendere meno nervosa la ragazza. "Non importa Lucy, cosa eri venuta a fare?"

"Volevo solo riordinare la stanza, ma passerò più tardi..." girando sui tacchi tornò da dove era venuta e Lyle non potè non soffermarsi sulla parte posteriore della giovane Lucy prima che uscisse dalla sua visuale richiudendo la porta dietro di sè.

Lyle si appoggiò allo schienale passandosi le mani sulla faccia e poi tenendone una sul mento. Ora sarebbe stato difficile mantenere la concentrazione necessaria...Era inutile nasconderlo a sè stesso, le ragazze asiatiche lo facevano da sempre uscire di testa. Sorrise leggermente pensando alla sua prima cotta "asiatica" e subito si rabbuiò, guardando triste e pensieroso la parete davanti a lui, con le mani, ora, dietro la nuca. La sua prima cotta per una ragazza asiatica era stata molto di più...qualcosa che era rimasto indelebile dentro di lui. Qualcosa che era successo molti anni prima...


FLASHBACK: molti anni prima.



"Bobby tu pensi che Claire ci uscirebbe con me?"

Il ragazzo si girò verso l'amico con aria di sufficienza, "Ovviamente no!"

"Ma quanto sei simpatico, amico mio."

Bobby si girò di nuovo verso l'amico e sorrise divertito, poi tornò a camminare nel bosco, zaino in spalle. Qualche passo dopo udì un rumore sordo e vicinissimo a lui, si gettò prontamente a terra, senza nemmeno realizzare di averlo fatto. Si girò indietro verso l'amico vedendo che anche lui era a terra.

"Jimmy che diavolo era?....Jimmy?"

Bobby si avvicinò all'amico, vedendo nettamente un unico foro sulla fronte sporco di sangue. Gli occhi del ragazzo si sgranarono incredibilmente. "Oh mio Dio Jimmy!" Si alzò velocemente ed iniziò a correre in una direzione a caso, ma pochi passi dopo tre uomini gli si pararono davanti. Erano vestiti in smokin neri e avevano tutti delle pistole alla mano.

Il ragazzo cercò di invertire la direzione e scappare da quella parte, ma davanti a lui si ritrovò un uomo ad aspettarlo. Quell'uomo.

"Ragazzo, sarebbe meglio non fare mosse avventate ora..."

"Che diavolo vuoi ancora da me??!!"

"Allora ti ricordi di me, ne sono felice." Abbozzò un sorriso, che Bobby pensò potesse essere la cosa più inquietante che avessre mai visto.

Certo che si ricordava di quel tizio, un paio di mesi prima si era presentato a casa sua come "assistente sociale" e lui aveva paura che il suo amico Jimmy avesse denunciato suo padre. Lui era l'unico a sapere cosa gli faceva... Invece quell'uomo lo aveva sconvolto, gli aveva detto che lui era stato adottato e che lo avrebbe aiutato a ritrovare i suoi genitori. Bobby aveva avuto paura e non aveva più richiamato quell'umo per saperne di più. Avrebbe sopportato suo padre per il bene di sua madre e tra un paio d'anni sarebbe andato all'università, con la borsa di studio per il baseball, il più lontano possibile da lì. Non aveva bisogno di altri genitori...

Ora era la seconda volta che vedeva quell'uomo, e la situazione si era fatta decisamente più spiacevole.

Rains "Ragazzo mio, qualcuno ti reclama ed è il momento di fare una scelta."

Bobby ancora sulla difensiva e pronto a scattare via lo guardò spaventato, "Che vuol dire? Io non devo fare proprio niente!! E perchè diavolo hai ucciso il mio amico." Dicendolo diventò improvvisamente vero e per un momento il ragazzo sentì le ginocchia cedergli e le lacrime riempirgli gli occhi, ma fu solo un attimo.

Rains "Ora hai due possibilità: venire con me e sparire fingendo la tua morte e dando la colpa di questo omicidio a tuo padre. Se lo merita del resto, non è forse vero? Oppure puoi finire in carcere fino alla fine dei tuoi giorni per aver ucciso il tuo migliore amico. Cosa scegli?"

Bobby "Cosa?!?! Io non ho fatto niente! Nessuno vi crederà! Voi non potete..."

Rains inarcò un soipracciglio "Certo che possiamo, noi possiamo tutto...Fidati Bobby, fai la scelta giusta e vieni con noi..."

Bobby "Perchè mi volete? Io non sono nessuno...che volete da me?" Si guardò intorno impaurito, gli spazzini sempre alle sue spalle.

Rains "Perchè tu sei del Centro."

Bobby "Non credo proprio!" Il ragazzo cominciò a correre e uno degli spazzini gli andò dietro, riprendendolo dopo poco e assestandogli qualche pugno.

Rains "Se è davvero ciò che vuoi ti lasceremo qui e chiameremo la polizia, in effetti hai ragione, se non accetti non sei nessuno..." Fece un cenno agli spazzini e iniziò ad allontanarsi con loro.

Bobby a terra, con la fronte sanguinante improvvisamente fu colto dal terrore di finire in prigione. Da quello che avrebbe fatto suo padre se fosse stato anche solo sospettato... "Aspetta!!"

Rains di spalle, sogghignò. "Accetti?"

"Sì...accetto."

Rains "Benissimo, allora prendi questa."

Il ragazzo sgranò gli occhi vedendo che gli si porgeva un'ascia. "Che-che cosa dovrei...?"

"Forza, un colpo netto qui." Uno spazzino gli stava indicando di colpire il collo del suo amico.

Bobby con le lacrime agli occhi e guardando sconcertato Rains lo implorò silenziosamente.

Rains "Muoviti, è necessario, devono pensare che tu sia quel cadavere."

Bobby "Ma..."

Rains "Avanti."

Bobby quasi fosse spinto da una forza invisibile piegò la pesante accetta sulla testa di Jimmy e poi seguendo le istruzioni degli spazzini fece altrettanto con le mani. Poi lo stomaco non resse più e rovesciò tutto il suo contenuto lì vicino, piegandosi sulle ginocchia.

Rains sorrise, "Sei stato bravo, voi fate il resto. E spostatelo da lì. Tu vieni con me."

Bobby lo guardò sconvolto e si alzò seguendo l'uomo. Arrivarono poco fuori dal bosco e Bobby notò una macchina nera posteggiata lì vicino.

Rains "Ragazzo, d'ora in poi avrai un altro nome, scegline pure uno, basta che non sia quello che avevi prima."

Bobby annuì leggermente, ma l'uomo non era tanto sicuro che il ragazzo lo avesse ascoltato. Rains salì in macchina e una giovane donna aprì la portiera posteriore per farlo salire senza dire una parola. Bobby salì e così fece la donna. Rains prese il telefono. "Sì, missione compiuta. Ce l'ho." Richiuse il telefono e fece segno all'autista di partire.

Intanto nel sedile posteriore Bobby stava decisamente per piangere.

"Come ti chiami?" Si voltò verso la voce che gli sembrava provenire in lontanaza. A parlare era stata la ragazza che gli stava di fianco. Vedendo che non rispondeva, rifece la domanda.

Lui rimase a fissarla, "Io...sono Bo...ehm...Lyle. Mi chiamo Lyle."

La ragazza gli sorrise porgendogli la mano. "Io sono Yuriko, piacere di conoscerti."



TBC
 
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Aleki77
view post Posted on 25/9/2007, 00:32




Inquietante... non c'è che dire! Anche visto l'orario.

Brava Mary!
Aspetto il seguito con impazienza.

PS: Non c'è che dire ... mi hai proprio preso in parola! Devo stare più attenta a quello che dico ;)
 
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view post Posted on 25/9/2007, 12:58

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Ti ringrazio!! ;) Dalle tue parole mii è venuta l'ispirazione e quindi meglio cominciare a scrivere ^^

 
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Mister-Lyle
view post Posted on 25/9/2007, 20:27




Wow! Sono senza parole...
Che bella fanfiction!!
Voglio proprio sapere come continua: sono curiosissimo!!
 
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view post Posted on 26/9/2007, 13:36

Geek & Cottoncandy
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:D Sono contenta che ti piaccia ;)

Ma andiamo avanti ocn l'inquietante passato del signor Lyle... :shifty:




Lyle si riscosse bruscamente dai suoi pensieri mentre il telefono squillava. Un brivido gli percorse la schiena e scosse la testa prima di prendere la cornetta.

"Lyle"

"Signor Lyle abbiamo riparato la sua macchina. E' pronta."

"Ti ringrazio..."

"Peter."

"Peter. Lasciala nel mio parcheggio."

"D'accordo signor Lyle."

Riappese il telefono e inarcò un sopracciglio poi fece uno sbadiglio involontario e distrattamente diede un'occhiata all'orologio. "Maledizione..." mormorò a denti stretti. Erano già le sette e non aveva concluso nulla. Per di più ora aveva un attacco di sonno. Gli ci voleva decisamente un caffè. Uscì dall'ufficio aprendo la porta e affacciandosi solamente.

"Lucy..." guardò a sinistra e a destra. Nessun segno di Lucy. Forse il suo turno era finito...o forse era in pausa. Non aveva controllato molto bene i termini del suo contratto, troppo indaffarato a controllare le sue curve...

Alzò gli occhi al cielo e uscì dall'ufficio, diretto a trovare un caffè decente. Così prese l' ascensore, risalendo di qualche piano; se era fortunato sua sorella era ancora al lavoro ed aveva mandato Broots a prenderne un po'. Poteva rischiare la vita per un po' di caffè? Decisamente. Entrò nel sim-lab sorridente, vedendo che l'intera banda era ancora lì.

"Sorellina, ma non ti riposi mai?"

Miss Parker sollevò gli occhi dal foglio che stava leggendo e lo guardò seriamente, "Sai come si dice, mi riposerò quando sarò morta." Gli fece il sorriso più falso del mondo. E Lyle fece un sorrisetto divertito. Adorava giocare con lei, anche se doveva ammettere che la maggiorparte delle volte era lei ad averla vinta, ma ogni sfida, ogni gioco, lo coinvolgevano e lo divertivano allo stesso tempo. Era una donna eccitante, non si poteva negarlo.

Lyle si avvicinò con nonchalance al tavolo e prese uno dei bicchieri di caffè, bevendone qualche sorso. "Buono...allora a che si lavora?"

Broots "Il solito..."

Lyle sorrise leggermente e mise una mano, la sinistra, sulla spalla del tecnico sentendolo irrigidirsi sotto il suo tocco. "Continuate pure." Lyle girò su se stesso e uscì dal sim-lab. Miss Parker rimase a guardarlo confusa, "Ma che diavolo?!"

Si mise a bere il caffè nell'atrio del Centro, che nonostante fosse ormai sera, era ancora decisamente affollato. In quel momento due ragazze orientali passarono poco lontano da lui e lo sguardo che Lyle gli rifilò sarebbe bastato per far scappare qualsiasi donna sana di mente. Per fortuna loro non lo notarono. Abbassò lo sguardo e tornò a ricordarsi di lei...


FLASHBACK: molti anni prima.



I suoi capelli erano stati tagliati, i suoi vestiti erano stati sostituiti. Lyle sedeva al buio di una stanza priva di finestre, quel luogo era spettrale e si augurava che ben presto avrebbe potuto andarsene da lì. Due giorni prima vi era arrivato in macchina. Era un grande complesso, quasi amichevole da fuori, ma dopo aver preso l'ascensore già la pensava diversamente. Era costruito completamente sottoterra e Lyle si sentiva oppresso, come se tutta quella terra attorno a lui potesse rovesciarglisi addosso da un momento all'altro. Aveva speso quei due giorni nella stanza, a dormire, si era ritrovato esausto. Ora stava seduto sull'unica branda e ascoltava. Rumori di passi...

La porta si aprì improvvisamente. Lyle si tranquillizzò vedendo Yuriko, decisamente meglio del signor Rains.

"Stai bene Lyle?"

"Sì, ma dove sono?"

"Al Centro. Il luogo da dove tu provieni."

Lyle la guardò sconcertato. "Io vengo da qui?"

Yuriko si sedette al suo fianco e mise un braccio sulle spalle di Lyle. "Sì mio giovane amico. Tu sei nato proprio tra queste mura."

Lyle si girò verso di lei fronteggiandola, troppo scosso per notare la confidenza che si era permessa la ragazza. "Com'è possibile? Questo non è un ospedale...giusto?"

"No, non lo è. Ma ha notevoli strutture mediche. I tuoi genitori hanno preferito farti nascere direttamente qui."

Lyle "Tu li conosci? Sai chi sono? E perchè mi hanno abbandonato?"

Yuriko "Lyle, i tuoi genitori sono morti. Durante un'esplosione qui al Centro."

Lyle sgranò gli occhi alzandosi di scatto dalla branda. "Cosa?! Il signor Rains aveva detto-"

Yuriko "-Il signor Rains aveva detto che ti avrebbe aiutato a trovare i tuoi genitori, e questo è il posto giusto. E' dove riposano le loro anime."

Lyle la guardò confuso, deglutendo e non sapendo che fare, cosa dire.

Yuriko "Confucio diceva: studia il tuo passato, se vuoi prevedere il tuo futuro."

Lyle "Quindi sono qui per sapere chi erano i miei genitori, giusto?"

Yuriko "Per questo avremo tempo...Ora riposati ci vediamo domani."

La ragazza lo sorpassò raggiungendo la porta. Ma prima di uscire si rigirò verso di lui e gli sorrise squadrandolo dall'alto al basso.

Lyle rimase ancora un po' in mezzo alla stanza guardando la porta ormai chiusa. Quella donna lo innervosiva ed allo stesso tempo lo calmava. Non riusciva più a capirci nulla. Appoggiò le mani e la fronte alla parete. Che diavolo aveva fatto? Cosa lo aspettava? Chissà come stava la sua "famiglia"... Si rigirò appoggiandosi con le spalle al muro ed in quel momento sentì la voce di un ragazzo. Così si avvicinò alla porta. Dalla fessura vide un ragazzo dai capelli neri più o meno della sua età con un uomo che camminavano a un centinaio di metri dalla sua cella. Lyle inalò un po' d'aria e poi li chiamò, "Ehy! Ehy! Voi due!"

Il ragazzo si girò cercando di capire da dove venisse la voce. "Sydney hai sentito?"

L'uomo guardò velocemente il numero del sottolivello e mise una mano sulla spalla del ragazzo. "No Jarod, dobbiamo andare. Questo è il livello personale di Rains...sai che vuol dire."

Jarod "E se ci fosse qualcuno che ha bisogno d'aiuto?"

Sydney "Dopo darò un'occhiata qua sotto, ma da solo."

Jarod "D'accordo. Ma promettimi che ci verrai."

Sydney "Te lo prometto Jarod."

Lyle si scostò dalla porta, sperava seriamente che quell'uomo avrebbe mantenuto la sua promessa. Doveva sapere.



Delle dita scocchiarono davanti ai suoi occhi e Lyle scosse la testa. Guardando verso l'alto per vedere a chi appartenessero.

"Stavi dormendo ad occhi aperti? Andiamo bene..." Miss parker lo guardava dall'alto con ben poca ammirazione.

"Stavo solo...beh me ne torno nel mio ufficio...tu invece che fai qui?" Disse buttando il bicchiere di caffè ormai vuoto ed alzandosi di fronte alla sorella.

"Me ne vado a casa, sei sicuro di stare bene? No perchè se ti viene un collasso o impazzisci vorrei essere in prima fila a gustarmelo."

Lyle la guardò sorridendo. "Non ti preoccupare sorellina sto bene, buonanotte." Andandosene lasciò indugiare per qualche secondo lo sguardo sul suo corpo perfetto e poi tornò verso il suo ufficio.

Si mise alla scrivania e cominciò finalmente a compilare le dannate carte. Doveva finire quel lavoro insopportabile ed andare a casa a fare un bagno caldo. Quindi niente più distrazioni.



FLASHBACK: molti anni prima




"Lyle andiamo."

Lyle "Cosa? ma, io..."

Yuriko "Alzati, dobbiamo andare in un posto."

Lyle che ancora sperava nel ritorno di quell'uomo di nome Sydney titubò un po' fornendo a Yuriko abbastanza motivi per spazientirsi. Lo prese per un braccio e lo spinse davanti a lei. "Muoviti." Lyle uscì e dopo un breve tragitto per gli ascensori tornò, dopo due giorni, all'aria aperta. Era già notte e la sensazione di vedere le stelle era fantastica.

"Entra in macchina."

"Dove andiamo?"

"A casa mia, domani ti trasferiremo in un altro posto."

Lyle inarcò un sopracciglio, qualcosa dentro di lui gli diceva che non era affatto una buona idea...

Arrivarono dopo dieci minuti di viaggio silenzioso alla casa di Yuriko, che era decisamente arredata all'orientale, graziosa e di una bellezza infinita rispetto allo squallore del Centro.

Yuriko "Puoi mangiare qualcosa, il frigo è lì. Ora vado a farmi una doccia. Quando torno vedi di essere a letto e già svestito. Non amo perdere tempo."

 
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Aleki77
view post Posted on 26/9/2007, 14:30




Sempre più inquietante non c'è che dire. Curiosa di sapere che cosa combina Lyle. Belli gli stacchi con il presente!
E' come essere dentro la mente di Lyle!

Brava! Good! :applausi: :applausi: :applausi:
 
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view post Posted on 26/9/2007, 14:49

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CITAZIONE
Belli gli stacchi con il presente!
E' come essere dentro la mente di Lyle!

Era proprio l'effetto che volevo creare ;) Grazie dei commenti, sempre molto graditi!!
 
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Mister-Lyle
view post Posted on 26/9/2007, 17:35




CITAZIONE (Aleki77 @ 26/9/2007, 15:30)
Sempre più inquietante non c'è che dire. Curiosa di sapere che cosa combina Lyle. Belli gli stacchi con il presente!
E' come essere dentro la mente di Lyle!

Brava! Good! :applausi: :applausi: :applausi:

Quoto!! non c'è che dire: è proprio un bell lavoro!!
Complimenti! Continua così :D
 
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view post Posted on 27/9/2007, 16:51

Geek & Cottoncandy
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Grazie Lyle!! !
 
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view post Posted on 29/9/2007, 16:08

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Si continua... ^^




Yuriko "Puoi mangiare qualcosa, il frigo è lì. Ora vado a farmi una doccia. Quando torno vedi di essere a letto e già svestito. Non amo perdere tempo."



Lyle era seduto sul letto, indossava solo boxer e maglietta ed i piedi nudi inizavano a gelare a contatto con il pavimento freddo della stanza di lei che non era arredata nemmeno di un tappeto. I pugni si strisero attorno alle lenzuola mentre guardava davanti a sè. Yuriko stava facendosi la doccia e questo gli dava il tempo per pensare. Pensare a ciò che era successo negli ultimi tre giorni.

Il suo migliore amico era stato ucciso; lui l'aveva mutilato- ripensadoci ancora provava dei conati -probabilmente suo padre era in prigione e sua madre stava piangendo sulla sua tomba, dove in realtà lui non c'era; era stato portato in un sotterraneo dove nessuno gli aveva parlato per due giorni ed ora portato a casa sua...dove aveva perso la verginità. Sarebbe stata una cosa di cui un qualsiasi sedicenne si sarebbe vantato a vita, ma le circostanze qui davano poco di cui essere felici. Certo era stato bello, ma non era così stupido da non capire che tutto quello era sbagliato. Probabilmente Yuriko aveva il doppio della sua età e non sapeva assolutamente neinte sul suo conto. Inoltre aveva notato, pur essendo la sua prima volta, che le cose erano state un po' troppo brusche, quasi violente. Lyle corrucciò la fronte e guardò verso il pavimento. Che diavolo gli stava succedendo? Perchè a lui? Perchè aveva accettato?

"Fatti la doccia, dobbiamo andare." Yuriko era apparsa sulla soglia ancora mezza nuda e Lyle aveva involontariamente scostato lo sguardo. Lei rise. E questo lo fece arrabbiare, strinse il lenzuolo così tanto che le nocche sbiancarono completamente. "Muoviti Lyle, ti aspetto in macchina."



Non erano tornati a quello che veniva chiamato "Centro", ma si erano diretti ad una specie di fattoria non molto lontano da lì. Yuriko lo aveva portato in una sala dove c'erano strane apparecchiature e due tizi in camice.

"Ti faranno qualche esame per vedere se sei sano, e se hai delle potenzialità."

Lyle la guardò sospettoso, ma non replicò. Gli fecere prelievi del sangue, test sotto sforzo, fersino prelievi di liquido seminale...per un attimo pensò che stessero cercando di capire se era adatto a qualche tipo di esperimento. Era questo il suo destino? Finire come un topo da laboratorio? Poi il tipo di test cambiò: matematica, fisica, chimica, e molto altro che nemmeno sapeva identificare. Lyle guardò il tizio che aveva portato il materiale in modo torvo. Era sempre stato appena sopra la sufficienza a scuola e non era portato per le materie scientifiche. Così rimase a fisare il foglio per due ore, pensando che almeno nessuno lo avrebbe disturbato. Quando vide arrivare qualcuno si mise a scrivere. Avrebbe fatto qualche conto assurdo giusto per far capire che almeno quella roba la aveva letta.

"Ok, puoi andare ora." Un uomo si era avvicinato facendo segno a Lyle di uscire.

Lyle "A cosa vi servono questi test?"

L'uomo lo guardò sorpreso, come se non capisse perchè gli facesse quella domanda. "Per vedere se è tutto a posto."

Lyle uscì senza chiedere altro. Trovò fuori lei ada aspettarlo. Provò a domandare a Yuriko il motivo dei test.

Yuriko "sarò sincera con te Lyle. Non ne ho idea. Io eseguo solo gli ordini e tu sei stato affidato a me."

Lyle "Da chi? E perchè?"

Yuriko gli mise un braccio sulle spalle mentre uscivano da quel luogo. "Impara in fretta che da queste parte non devi fare domande."



Erano di nuovo a casa di lei. E Lyle era di nuovo nel suo letto, quando una chiamata arrivò nella notte. Yuriko rispose "Va bene, allora passeremo all'impiego B." si girò poi verso il ragazzo, sorridendo. "Domani inizieremo a vedere cosa sai fare. Mi accompagnerai a fare un lavoro." Detto questo ricominciò a baciarlo sul collo, e Lyle si dimenticò presto di quella frase...



Lyle e Yuriko erano in macchina, verso il loro "lavoro" della giornata. Si sentiva un po' stupido vestito in quel modo, Yuriko gli aveva comprato una camicia bordeaux, una giacca e dei pantaloni eleganti. Non si era mai vestito così, si sentiva come se fosse qualcun altro.

Yuriko "Siamo arrivati."

Lyle guardò fuori vedendo un palazzo piuttosto decadente, sembrava un quartiere povero. Iniziò a preoccuparsi e lanciò un'occhiata a Yuriko.

Yuriko "Rilassati drago. Sarà una cosa veloce dobbiamo solo prendere un pacco." Mentre lo diceva gli porse una pistola.

Lyle "Da quando i fattorini devono sparare?"

Yuriko "Dipende dai fattorini Lyle." Uscirono entrambi dalla macchina. Lyle sentiva come se la pistola che aveva infilato nella cintola dei pantaloni bruciasse. Per di più sentiva l'adrenaliva che saliva, sentiva il pericolo avvicinarsi. E se fosse successo qualcosa, non avrebbe potuto usare la pistola, nemmeno sapeva come diavolo togliere la sicura. Però non ne fece parola a lei, comunque non voleva sparare a nessuno.

Entrarono in quel luogo che sembrava davvero desolato. Salirono a piedi fino al quinto piano. Yuriko bussò, prima di spalancare la porta. Un uomo ed una donna visibilmente spaventati la guardarono con odio.

"Dov'è nostro figlio?!?"

Yuriko "Sta bene. Ma non avreste dovuto venire a cercarlo."

La donna si alzò fronteggiandola. "Non avreste dovuto rapire il nostro bambino!!! Come pensa che una madre non cerchi di ritrovarlo. Voi dovete dirmi dov'è!"

Yuriko "Lei aveva fatto un accordo con il Centro signora."

"Questo era prima che Timmy nascesse..."

La donna si fermò notando che Yuriko aveva estratto la pistola. "Questo può essere un problema da eliminare."

Prima che l'asiatica potesse fare qualunque cosa, l'uomo si scagliò contro di lei. Yuriko sparò un colpo in aria mentre i due lottavano. La donna cercò di andare in soccorso del marito e riuscì a disarmare Yuriko puntadole la pistola contro. Ma un secondo dopo si accasciò a terra.

Lyle si chiese perchè e vide un buco insaguinato sul suo petto. Poi guardò la sua mano, c'era la pistola ancora fumante. Era stato lui a sparare. Nemmeno se ne era accorto. L'uomo lo guardò con orrore precipitandosi dalla donna mentre Yuriko riprendeva possesso della sua pistola e sparava a bruciapelo anche a lui, prima di prendere il telefono e fare una chiamata che Lyle non capì. Era rimasto nella medesima posizione, incapace di comprendere cosa era successo, perchè l'aveva fatto.

Yuriko gli si avvicinò riprendendogli la pistola dalla mano. "Bene. Non sei proprio da buttare allora." Gli mise una mano sulla nuca e lo accarezzò affettuasamente. Come se fosse orgogliosa di lui.

Lyle si sentiva leggero. Come se fosse drogato...e aveva appena compiuto il suo primo omicidio.

Il primo di molti.



TBC
 
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Aleki77
view post Posted on 29/9/2007, 16:24




Mi sembrava di essere precipitata in quella stanza.
Per un attimo ho smesso di respirare.

Brava Mary!

Interessante l'idea di parlare dei genitori di Timmy, nessuno ne aveva mai accennato!!!


Good! :applausi: :applausi: :applausi:

Ps: Se farò, come avevo in mente di fare una ff su Angelo, penso che ti citerò! ;)
 
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view post Posted on 29/9/2007, 17:09

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CITAZIONE (Aleki77 @ 29/9/2007, 17:24)
Mi sembrava di essere precipitata in quella stanza.
Per un attimo ho smesso di respirare.

Brava Mary!

Interessante l'idea di parlare dei genitori di Timmy, nessuno ne aveva mai accennato!!!


Good! :applausi: :applausi: :applausi:

Ps: Se farò, come avevo in mente di fare una ff su Angelo, penso che ti citerò! ;)

Ti ringrazio!!

Della famiglia di Timmy nn se ne sa nulla così un accenno gliel'ho voluto fare ^^ Anche se finisce male :look:

Ancora grazie per gli apprezzamenti ;)
 
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view post Posted on 30/9/2007, 22:22

Geek & Cottoncandy
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Altra particina...manca poco alla conclusione...menomale che doveva essere una one-shot ^^





Lyle si alzò prendendo tutti i fogli che aveva appena finito di compilare, li mise in una busta e li posò sulla scrivania di Lucy, che avrebbe provveduto la mattina dopo a farli recapitare. Tornò nel suo ufficio e guardò l'orologio. Le otto meno venti. Sorrise leggermente pensando che era riuscito a non perdere troppo tempo. Si rimise la giacca, mentre affidò la cravatta ad una delle tasche, non aveva assolutamente voglia di rimettersela.

Uscì dall'ufficio con passo sicuro. Ora avrebbe preso la Lyle-2, appena riparata, sarebbe passato dal suo take-away cinese di fiducia, avrebbe dato una ripassata alle cameriere...solo con lo sguardo per questa volta. E poi sarebbe andato a casa a mangiare finalmente, in quel momento si rese conto infatti di essere affamato.

Scese nel parcheggio e salì in macchina, si guardò nello specchietto retrovisore mentre se lo aggiustava e per un momento un ricordo lo colpì...


FLASHBACK: molti anni prima.




Lyle si stava aggiustando lo specchietto retrovisore della sua Camaro rosso scuro. Un regalo di Yuriko che lui aveva decisamente apprezzato.
Erano passati ormai due anni da quando Bobby era morto. Già, ormai anche lui pensava che quel ragazzo fosse morto e riposasse nella tomba che portava il suo nome. Ci era anche andato, e aveva portato un fiore solitario. Non sapeva perchè, ma l' aveva fatto.
Ora aveva diciannove anni e si era stancato di essere oggetto di sorrisi quando gli spazzini lo incrociavano, come se fosse un bambino. Così ne aveva fatti fuori un paio...e si era fatto crescere la barba. Si passò una mano sul mento irsuto mentre continuava a guidare sulle strade di Blue Cove.

Doveva passare a prendere Yuriko che aveva incontrato dei pezzi grossi del triumvirato al Centro. Insieme a Rains supponeva. Parcheggiò ed aspettò in macchina. Non aveva alcuna intenzione di entrare in quel luogo.

Passarono venti minuti e Lyle iniziava ad annoiarsi così uscì e si appoggiò alla fiancata dell'auto. Nel suo impermeabile nero non attirava molto l'attenzione, se non quella femminile. Passarono infatti tre ragazze appena uscite dal Centro che lo guardarono sorridendo leggermente.

"Signore." Le salutò così sorridendo loro leggermente. Il sorriso gli si smorzò sulle labbra vedendo una scena inconsueta. Stavano uscendo in quel momento dal Centro un uomo con dei baffi e capelli bianchi insieme ad una ragazza che sembrava appena uscita da un college privato. Lyle si girò appoggiando le mani sul tetto della macchina, mentre li guardava. Non riusciva a capire cosa si stessero dicendo, ma di sicuro non era una conversazione di cortesia. Lyle guardò ancora un po' riflettendo sulla possibilità di intervenire nel caso la situazione fosse peggiorata.

"Ehy tesoro. Eppure pensavo non fossi difficile da notare."

Lyle sorrise girandosi, avendo riconosciuto la voce. Baciò Yuriko con passione prima di guardarla negli occhi prendendole il viso tra le mani. Ormai non era più timido e impacciato. "Tutto bene là dentro?"

Yuriko "Sì. Abbiamo un nuovo lavoro."

Lyle "Bene." Le aprì al portiera e poi salì a sua volta sulla macchina. Mentre faceva manovra però le chiese "Chi sono?"

Yuriko guardò dove Lyle stava indicando. "Quello è il signor Parker. Il capo del Centro. E quella è sua figlia. Liti in famiglia..."

Lyle non si scompose alla notizia e lanciò un ultimo sguardo in loro direzione prima di partire sgommando.



Una settimana dopo erano in Inghilterra.

Il clima non era poi tanto diverso da quello del Delaware e Lyle si era abituato tranquillamente a Londra. Era una città interessante.
Erano stati richiamati da una filiale del Centro che aveva sede poco fuori Londra. Pensava che avrebbe continuato il suo lavoro di spazzino, ma si sbagliava. O meglio non avrebbe fatto solo quello: a volte veniva assegnato a degli esperimenti. Doveva solo supervisionare e non capiva davvero a cosa servisse lui, non ne sapeva niente di quei test e di quei bambini.
Era da due anni alle dipendenze del Centro e ancora poche delle sue domande erano state degnate di risposta. Le più importanti che ancora rimanevano insolute erano chi fossero i suoi veri genitori e di cosa si occupava davvero il Centro. Non aveva idea di quale fosse il suo scopo primario, sapeva solo che erano coinvolti in qualcosa di spaventosamente grosso, vista la quantità impressionante di gente che aveva dovuto zittire, ricattare, rapire e uccidere in quegli anni.

Yuriko continuava a fare la spazzina di giorno e la perfetta amante di notte. Lyle iniziava a pensare di amarla e forse chissà un giorno avrebbe potuto chiederle di sposarlo.




Lyle fece la sua ordinazione, e vide la cameriera fissarlo per qualche secondo prima di chiedergli se andava tutto bene. Doveva essersi perso di nuovo tra i suoi pensieri. La ragazza lo fissò di nuovo incerta. In qualsiasi altra occasione avrebbe approfittato per aprire una conversazione, magari per invitarla a casa sua, ma in quel momento si sentiva stranamente abbattuto. Come se un macigno gli fosse piombato addosso. Forse era solo ciò che provava al ricordo di quei tempi, o forse doveva smetterla di tenere tutti quegli avanzi in ufficio...

Si passò una mano sulla faccia ed in quel momento tornò la cameriera con il suo sacchetto. Pagò lasciando la mancia e tornò verso casa.
 
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Aleki77
view post Posted on 1/10/2007, 02:35




E brava Mary :applausi:

... ora Mr Lyle mi sta un pò meno antipatico e lo vedo un pò meno cattivo... eppure riesci sempre a mettermi una certa inquietudine ogni volta che la leggo, è decisamente la storia di come si riesce a togliere l'anima qualcuno! :look:

Belli gli incontri con le persone che nel suo attuale presente sono in qualche modo "importanti" per lui!

Aspetto il seguito!! :P
 
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view post Posted on 8/10/2007, 22:25

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CITAZIONE (Aleki77 @ 1/10/2007, 03:35)
E brava Mary :applausi:

... ora Mr Lyle mi sta un pò meno antipatico e lo vedo un pò meno cattivo... eppure riesci sempre a mettermi una certa inquietudine ogni volta che la leggo, è decisamente la storia di come si riesce a togliere l'anima qualcuno! :look:

Ti ringrazio! Son contenta che Lyle ti stia un po' meno antipatico ^^ il mio maritinooo ^^

Cmq mi sono sempre immaginata la sua "conversione" al male lenta ma inesorabile (un po' alla Lex Luthor diciamo); comunque, finito l'esame ed ecco un nuovo capitolozzo che dovrebbe essere il penultimo ;)




Lyle stava mangiando nella sua casa asettica e orientaleggiante, ma nonostante la fame da lupo che aveva, sembrava spostare solamente il cibo senza mangiarlo veramente. Ad un certo punto si alzò lasciando le bacchette nel cartone, aprì l'armadio ed entrò nella sua baracca personale, sollevò una delle mattonelle del pavimento, rivelando un nascondiglio segreto che conteneva delle foto. Le mise tutte sul pavimento prima di trovare ciò che voleva. Eccola, bella come sempre, una foto di Yuriko. Si sedette contro la parete della baracca appoggiando il braccio alla gamba mentre osservava la foto come se potesse attraversarla. La toccò con l'altra mano e fu come averla di nuovo davanti a sè...


FLASHBACK: molti anni prima.



Era stata una giornata come tante, qualche pedinamento, un paio d esperimenti da controllare, un nuovo arrivo da mettere in riga. Lyle stava tornando a casa, la casa che condivideva con Yuriko, sulla sua ormai inseparabile Camaro rossa. Aveva da tempo avanzato il suo grado all'interno della gerarchia del Centro londinese, e guadagnava bene, ma non aveva voluto comprare un'altra macchina, adorava già quella. In compenso però aveva acquistato molti abiti firmati, camicie, giacche e pantaloni eleganti, grazie a Yuriko ora i suoi gusti erano migliorati e li apprezzava lui stesso.

Sorrise pensando a quanto nella sua vita dovesse a lei. Erano sei anni che si conoscevano, che dividevano lo stesso tetto e Lyle sapeva di amarla con tutto sè stesso. Non c'erano state altre donne al di fuori di lei, a parte Claire, ma con lei aveva condiviso solo un bacio durante l'homecoming. Sembrava fosse un'altra vita, un altro pianeta.

Parcheggiò davanti casa e poi entrò tranquillo. Yuriko era al telefono, lo vide e lo salutò facendogli l'occhiolino. Lui le si avvicinò catturandole le labbra e lei lo spinse via, scusandosi poi con il suo interlocutore. Lyle sorrise ed indicò il bagno, sarebbe andato di corsa a fare una doccia. Tolte scarpe e giacca ed entrò nel bagno iniziando ad allentare la cravatta che poi distrattamente appoggiò al lavandino. Mentre si sbottonava la cintura vide che la cravatta era scivolata dal lavandino finendo nel cestino lì vicino.

"Maledizione, quella è seta!" Si sbrigò a recuperarla inginocchiandosi, rimase un po' a rimirare il prezioso indumento, assicurandosi che fosse a posto. Stava per rialzarsi quando qualcosa catturò la sua attenzione. Era una specie di stecca di plastica bianca. Spinto da qualcosa che non riusciva a spiegarsi lo prese con due dita come se stesse investigando. Una volta portato completamente alla vista sgranò gli occhi.

Quello era decisamente un test di gravidanza. Ed era positivo.

Ripose il test nel cestino ed uscì dal bagno euforico. Yuriko stava chiudendo la chiamata in quel momento.

"Avremo un bambino?"

Lei lo guardò sorpresa della sua apparizione. "Cosa?"

"Il test, ho visto il test. Sei incinta..." Se avessero dovuto mettere una foto che spiegasse la "felicità" sul dizionario avrebbero potuto scattarne una a Lyle in quel momento. Era la settimo cielo.

"Oh il test. Beh, ero incinta."

Il volto di lui si rabbuiò "Come sarebbe?"

"E' successo di recente, ho preso la pillola del giorno dopo ed ho rimediato."

Lyle si avvicinò e Yuriko potè notare che aveva i pugni chiusi, serrati contro i fianchi.

Yuriko "Che ti succede?"

Lyle "Come hai potuto sbarazzarti così di nostro figlio? Senza nemmeno dirmi niente?!!!"

Yuriko "Oh Lyle, fidati è meglio così. E poi forse non era nemmeno tuo.."

Lyle fece un balzo in avanti spingendo Yuriko contro il muro e serrando le sue mani sui polsi di lei, immobilizzandola alla parete. "Cosa vuoi dire? Che mi tradisci?"

Negli occhi di Yuriko era passata per un attimo la paura, ma sentendo quella domanda si era calmata, "Tesoro, lo sai che tu sei il mio preferito." Quella frase però non ebbe l'effetto che la donna voleva. Infatti Lyle le tirò uo schiaffo in pieno volto allontanadosi da lei.

Yuriko si portò la mano sopra la pelle calda della guancia che Lyle aveva colpito con tanta forza. Lo guardò furiosa. "Che diavolo ti prende??!!"

Lyle "Come puoi chiedermelo?! Io ti amo, non lo capisci??"

Yuriko non riuscì a trattenere una sommessa risata, "Povero piccolo Lyle, ma non capisci che tu per me sei solo un bel gioco. Io mi dovevo occupare di te ed è ciò che ho fatto per tutto questo tempo. Certo mi è decisamente piaciuto stare con te, ma non è amore questo."

Lyle la guardò disperato ed estrasse la pistola dalla fondina che ancora aveva addosso. "Era tuo compito, tutto questo? Cosa vuol dire dannazione??!!!!"

Yuriko ora iniziava ad agitarsi, "Senti non ti scaldare ora...metti via quella e parliamone, non c'è-"

Lyle si avvicinò, la pistola puntata verso il petto della donna. "Dimmi chi ti ha ordinato di farmi da balia."

Yuriko "Chi ordina sempre cose del genere. Non penso che ti debba fare il nome. Comunque tesoro, te l'ho detto, l'ho fatto volentieri, sei un ragazzo promettente e-"

La donna non riuscì mai a finire la frase. Si accasciò invece contro la parete della cucina mentre un rivolo di sangue le cadeva dalla fronte sugli occhi e l'ultimo lampo di vita le scuoteva il corpo.

Lyle la guardò senza emozioni, prima di mettere via la pistola, avvicinarsi e darle un bacio su una tempia. Poi chiamò una squadra di amici spazzini per ripulire e sistemare quel casino.

Edited by mary_jordan - 10/10/2007, 18:33
 
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