Finalmente mi convince quello che ho scritto!
DESCENT 2
Loft with a view
- Parte quarta -
Ore 2.10 pm East Coast
Boathouse
Memorial Drive – Cambridge
Massachusetts
I nostri skipper scesero a terra ed ancorarono la barchetta al suo pontile.
K “Papà, papà, devo andare in bagno.”
Jarod si avvicinò al ragazzo del noleggio con aria dispiaciuta.
J “Mi scusi, qui non c’è un bagno? Sa, per mia figlia!”
Ragazzo del noleggio “A dir la verità non ci sono bagni pubblici qui, bisognerebbe andare verso il MIT.”
K “Papà papà, davvero, non penso di resistere!”
Il ragazzo si guardò attorno un po’ spaesato. – “Ok, dentro la rimessa c’è un bagno, non è un gran che, andate pure, si trova in fondo a sinistra.”
J “La ringraziamo infinitamente. Vieni Kate.”
E “Io vi aspetto qui. Fate presto!”
J “Certo.” – Disse allontanandosi verso la rimessa tenendo per mano Kate.
Dalla forte luce alla penombra.
Jarod mise gli occhiali da sole sulla fronte e cominciò ad adattarsi alla penombra.
Individuò la porta del bagno e anche la barca rossa.
Lungo una corsia sembrava essere caduto qualcosa di pensate, forse degli attrezzi, avevano lasciato dei solchi netti. I segni dovevano essere recenti, il legno rovinato era certamente più chiaro del resto della superficie.
Kate andò direttamente verso la barca e a poppa trovò la vernice graffiata come aveva detto il ragazzo. Jarod la raggiunge. Dal suo portafoglio estrasse una carta di credito e dalla tasta della giacca un tovagliolo della caffetteria.
Raschio con cura la lesione, riponendo il contenuto nel tovagliolo. Su un strozzascotte trovò alcune tracce di sangue e un paio di capelli, sembravano rossi. Raccolse il tutto, questa volta li ripose nell’involucro di plastica trasparente del suo porta biglietti da visita.
Attentamente fece un giro completo della barca, non trovando altri segni di lotta o violenza.
K “Papà, io devo andarci veramente al bagno!”
Jarod si riscosse dai suoi pensieri!
J “Mmm? Cosa? Ah certo, ora ti accompagno!”
Kate sorrise, le piaceva vedere il suo papà così concentrato.
Jarod controllò che il bagno fosse pulito e fece entrare Kate.
K “Papà, adesso me la so cavare da sola!”
J “Eh? Ah, già scusa! Sono qua fuori!”
Jarod rimase a fissare per qualche istante la porta del bagno che si richiudeva, con un sospiro tornò a controllare il pavimento chiedendosi a cosa potevano aver causato quei segni.
Ragazzo del noleggio “Hei! Problemi?”
J “No, no … ero incuriosito dalla pavimentazione rovinata e mi chiedevo come poteva essere successo!”
Ragazzo del noleggio “Non saprei! Non l’avevo notato.”
K “Ho finito papà!” – disse Kate uscendo dal bagno.
J “La ringrazio per la sua disponibilità! Arrivederci!”
Ragazzo del noleggio “A lei! Arrivederci.”
Il ragazzo rimase un po’ perplesso, non capiva esattamente che cosa potesse essere successo, ma poi, era veramente successo qualcosa? Con una scrollata di spalle tornò al suo lavoro.
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Ore 2.40 PM East Coast
Berlina a noleggio
Memorial Drive – Cambridge
Massachusetts
Jarod, Kate ed Ethan risalirono in macchina.
E “Che hai scoperto?”
J “Che ci deve essere stata un colluttazione l’ha dentro. Hai una sua foto?”
E “Certo, ho una fototessera.”
Ethan la estrasse dal portafoglio.
Era una di quelle foto che si fanno alle fiere. Ethan era serio, anzi, forse sorpreso, lei era sorridente, aveva una cascata di capelli rossi e gli occhi verdi.
Jarod rimase a guardala per un minuto o due.
E “C’è qualcosa che non va?”
J “Ho trovato un po’ di sangue e un paio di capelli rossi su un strozzascotte. Potrebbero essere suoi, ma non avendo un laboratorio a disposizione e un campione di raffronto non posso esserne certo.”
Ethan per un momento si rabbuiò.
J “Penso che sia ancora viva! Forse sa o ha sentito qualcosa che non doveva e forse l’hanno portata via.”
E “E’ ancora viva, ne sono certo! Lei me l’avrebbe detto se fosse morta.”
Jarod toccò Ethan su una spalla trasmettendogli tutta la sua comprensione.
J “Andiamo a casa sua. Magari ci sono altri indizi che possono esserci utili. Dove abita?”
E “141 di spring street.”
Jarod compose velocemente il nome della strada indicata sul navigatore satellitare in dotazione all’automobile. Appena gli furono fornite le indicazioni necessarie Jarod accese la macchina e partirono alla ricerca di nuove informazioni.
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Ore 3.25 PM East Coast
141 Spring Street – Cambridge
Massachusetts
Nonostante Alicia avesse diritto ad un appartamento all’interno del Campus l’aveva rifiutato e utilizzava un loft poco lontano che aveva reso confortevole ed era certamente lo specchio di se stessa.
La pianta dell’appartamento era curiosa, si sviluppava triangolarmente.
L’ingresso era serio, spazioso.
Sulla parete di fronte alla porta campeggiava un pannello in bianco e nero di New York degli anni ‘30.
Alla destra, la cucina era arredata con mobili moderni, ma con tendenze agli anni 50.
Il luminoso soggiorno era tutta una vetrata ed era arredato con gusto minimalista.
La sua camera da letto era decisamente orientale e non solo per il tatami e il futon, ma anche per i separé in carta di riso ornati con solamente dei disegni di fiori d’acqua.
La parte della casa che sembrava rispecchiarla di più, era lo studio.
Alle pareti e sul soffitto c’erano le foto ricomposte della volta celeste notturna. Con un pennarello argentato aveva tracciato i confini delle costellazioni e affianco scritto il nome. Sembrava di stare dentro un planetario.
I due computer erano accesi, ma su entrambi gli schermi c’era lo screensaver.
Il tavolo era ingombro di libri e di fogli con appunti a mano. Su uno scaffale c’era un impianto hi-fi e sotto una valanga di CD che sembravano accatastati a caso.
Il maglione che indossava quando sentiva freddo era ancora appoggiato sullo schienale della poltrona, gli occhiali da lettura erano rimasti dentro un grosso tomo di fisica, sembrava che fosse l’ultima cosa che aveva consultato.
Jarod cominciò a guardarsi attorno e cominciò a notare i piccoli dettagli presenti.
Una foto di Ethan abbracciato con Alicia, la borsa della macchina fotografica, probabilmente una reflex professionale a giudicare dall’ingombro, un telo bianco che copriva qualcosa di ingombrante, una stampante al laser di vecchia generazione, una stampante fotografica ultimo modello, una custodia di un CD vergine, una cornice di ultima generazione in cui scorrevano diverse fotografie, un barattolo di crema per le mani, una coperta a quadri ripiegata sul termosifone, una videocamera di ultima generazione, dei libri di mitologia greca, un atlante geografico, dei libri di astronomia e altri di fisica.
Jarod tornò indietro con lo sguardo e rimase a fissare il telo bianco.
Con un gesto deciso tolse il telo e scoprì un grosso telescopio.
Jarod mise una mano sul telescopio e scopri che invece di puntare verso l’alto, verso il cielo, puntava leggermente verso il basso.
Guardò dall’oculare e vide che inquadrava una finestra di quello che doveva essere un vecchio magazzino in disuso.
J “Ethan che c’è lì di fronte?”
E “Non lo so esattamente, dovrebbe essere un magazzino, ma non so a cosa possa servire. Alicia aveva detto che una sera le era sembrato di aver visto delle luci, ma poi non era più successo.”
Jarod sembro pensieroso, ma venne distratto dal messaggio di errore proveniente da uno dei due computer di Alicia.
Kate si era messa a giocare con uno dei computer.
Muovendo il mouse era comparsa la finestra di richiesta della password. Aveva tentato con una parola semplice: ETHAN, ma aveva fallito.
Jarod le sorrise. – “Che stai provando scimmietta?”
K “Volevo vedere se mi riusciva.”
J “Tu non hai le sue password?”
E “No … però potrei avere l’attrezzatura per scoprila nel mio appartamento.”
Jarod sembrò molto soddisfatto del fratello.
Kate però non mollò la presa.
Si guardò attorno e si mise a fissare un punto della parete, poi sulla tastiera digitò PERSEO, ma il computer come un gemito emise nuovamente il suono del messaggio di errore.
Jarod si interessò alla scelta della figlia e le disse: - “Scelta interessante! Perché non provi con ALGOL.”
Il computer ancora una volta produsse quel suono fastidioso.
J “Eppure sono convinto che stiamo guardando nella direzione giusta!”
E “Prova con MIRFAK, la sua stella preferita!”
Kate digitò veloce sulla tastiera nonostante le piccole dimensioni della mani MIRFAK.
Lo screensaver si oscurò, per qualche istante il monitor non sembrò voler riprendere colore, poi lasciò spazio alla videata principale del desktop.
J “Bravo fratello vedo che hai fatto dei progressi nel conoscerla.”
Ethan sorrise un po’ imbarazzato. – “Spesso siamo andati a vedere le stelle di notte. Non solo al planetario, a volte anche all’aperto con quello.” – Disse indicando il grosso telescopio.
Jarod gli diede una pacca sulla spalla e con sguardo d’intesa gli disse: - “Guardare le stelle! Eh?”
Ethan arrossì ancora di più. “Almeno in principio solo quello!”
Kate non comprese il significato di quello sguardo d’intesa, ma capì che il legame tra suo padre e lo zio stava crescendo. A volte ascoltava le conversazioni telefoniche tra i suoi genitori ed era affascinata da quello che si dicevano, ma il più delle volte erano i sottointesi la parte più interessante della conversazione. Si stuzzicavano, si stimolavano, si sorprendevano. Il suo modello genitoriale era decisamente atipico rispetto al modello americano eppure, almeno per lei, sembrava funzionare. Percepiva i sentimenti che si trasmettevano, anche se non li capiva e non riusciva a dargli nome, eppure dopo averli visti parlare assieme si sentiva meglio. Era riduttivo parlare di armonia, perché non c’era solo quella e non sempre era presente, ma faceva bene al suo cuoricino affamato di sentimenti.
Kate cominciò a sbirciare cosa c’era nel primo computer di Alicia, ma apparentemente c’era solamente materiale di lavoro. Jarod decise di darle una mano nella valutazione dei dati, ma sembrava solamente materiale innocuo, non c’era traccia nemmeno del lavoro di valutazione che doveva fare per il prof. Allen.
Dopo circa una mezz’ora di inutili ricerche Jarod disse: - “Qui non c’è nulla di interessante! Dobbiamo provare a controllare l’altro computer!”
E “Quindi dobbiamo trovare l’altra password.”
Jarod spinse la poltrona con sopra Kate verso l’altra tastiera.
J “Tesoro prima hai avuto un’intuizione fantastica, prova ancora!”
Kate si guardò attorno e non c’era nulla che da quella prospettiva l’attirasse, il suo sguardo però era attirato da qualcosa di propriamente non ben definito, che non riusciva a fissare.
K “Papà, c’è qualcosa, ma non riesco ad individuarla.”
J “Perché non provi a chiudere gli occhi e a visualizzare la stanza.”
Quindi chiuse gli occhi e provò con la mente a cercare la cosa che l’attirava. Non ci riusciva.
K “Papà, non ci riesco!”
J “Ok, proviamo qualcosa di simile alla precedente. Il mito di Perseo che uccide la medusa e libera dalle catene a cui è stata legata Andromeda. Prova ANDROMEDA.”
Kate velocemente digitò e premette il tasto invio. Il computer emise il suo gemito per segnalare l’errore. Sullo schermo comparve una schermata di pop up in cui li avvisava che avevano ancora solamente due tentativi a loro disposizione.
Per un attimo lo sconforto fu visibile sul volto dei tre.
J “Kate?”
K “No papà, mi sfugge non riesco a vedere con i suoi occhi come mi dici di fare sempre tu!”
J “Hai ragione! Hai una prospettiva diversa da quella di Alicia. Ethan, quanto è alta?”
E “Un metro e settanta!”
J “Già, un’altezza diversa, ma non solo. Hai detto che è complessa da conoscere. L’unica che la conosce sei tu! Penso che dovrai provare tu Ethan ad individuare la prossima password!”
E “Io? E come?”
J “Quella precedente ce l’hai fatta!”
E “Quello è stato un caso!”
J “Io penso di no. Prova Ethan, lascia che le tue voci interiori scorrano in te, ma soprattutto concentrati su di lei. Pensa al suo modo di ridere, al modo in cui si sistema i capelli, pensa al vostro primo incontro, a quando l’hai vista per la prima volta.”
E “Non so come fare, c’è troppo rumore dentro alla mia testa!”
J “Siediti, contro la parete e prendi questo, c’è ancora il suo profumo.” – Disse allungandogli la maglia che era sulla spalliera della poltrona.
Ethan obbedì.
Prese in mano il suo maglione e lo odorò.
Jarod oscurò la stanza e fece cenno a Kate di rimanere ferma e in silenzio. Jarod si sedette davanti a Ethan e gli pose il medio e l’indice sui polsi, come per controllare la frequenza cardiaca di Ethan, quindi iniziò a respirare prontamente, ma facendo uscire l’aria molto lentamente.
Ethan cominciò a rilassarsi.
Fece scorrere le voci dentro di se.
Ogni voce sembrava dirgli qualcosa di diverso, di contrastante, poi sentì il suo profumo, vide i suoi capelli, la linea del suo collo, poi il volto, le labbra di lei sussurravano qualcosa.
Ethan non riusciva a sentire.
Si concentrò sempre più su di lei fino a far scomparire il brusio di fondo.
Era solo un sussurro, le labbra di lei si muovevano appena.
Lui poteva sentire il suo respiro.
Silver … dicevano le labbra di lei,
Silver … lui si mosse verso di lei, quando le loro labbra furono molto vincine poté sentire ciò che bisbigliavano:
Silver Spring!
Lui si avvicinò ancora di più a lei, fece per sfiorare le sue labbra con le proprie, ma lei scomparve.
Ethan ebbe un movimento di stizza, come per manifestare la sua frustrazione, per un attimo l’aveva quasi toccata.
Riaprì gli occhi e si trovò a fissare quelli del fratello.
J “Allora?”
E “Silver Spring!”
Velocemente Kate digitò sulla tastiera il nome detto da Ethan e lo screensaver scomparve lasciando spazio al desktop.
Ethan si diresse verso uno scaffale, prese una cornice e la mostrò a Jarod e
Kate. –“Questa è Silver Spring.”
J“Ha un significato particolare?”
E “E’ dov’è vissuta con sua nonna, quando i suoi genitori erano per il mondo, lei rimaneva con la nonna. Ha detto che è stata la parte più felice della sua infanzia. Quando morì, venne mandata in un collegio.”
J “Com’è possibile che dei genitori lascino la cura dei propri figli ad altri?”
E “Alicia dice che i suoi genitori le vogliono molto bene, ma è come se avessero dentro qualcosa che gli impedisce di fermasi a lungo nello stesso posto. A volte li definisce drogati di adrenalina. Vanno sempre in zone calde di guerra. Lei li preferisce così. Dopo la morte della nonna rimasero un anno con lei, ma li vedeva infelici, così fu lei a prendere la decisione di lasciarli andare.”
J “Una figlia amorevole!”
E “Lei dice di no, che lo ha fatto solamente come istinto di sopravvivenza. Però conserva ogni lettera, ogni cartolina che loro le mandano.”
J “Forse il loro modo di comportarsi è il loro modo di dimostrarsi quanto si amano.”
Jarod cominciò a cercare nel secondo computer e trovò la teoria che gli era stata chiesta di falsificare, oltre a molto materiale personale. C’erano tutti i dati e tutti i tentativi che aveva fatto per dimostrare che la teoria era errata senza però riuscirvi.
Il file più recente invece, sembrava poter dimostrare che la teoria aveva un difetto e pertanto era errata o comunque necessitava di aggiustamenti.
J “Tu sai se questo progetto è già una realtà applicativa o era solamente teoria?”
E “In teoria dovrebbe essere solo sulla carta, ma Alicia mi aveva accennato alla fretta che il prof. Allen aveva dimostrato per poterla realizzare, quindi non so con certezza. Sono però, praticamente certo, che il prof. Allen abbia depositato il brevetto e che quelli dell’agenzia spaziale se ne siano interessati.”
J “Soldi! Ecco cosa fa girare il mondo! Penso che domani diventerò un professore universitario e andrò a parlare con il prof. Allen per vedere che cosa mi racconta. Ora però dobbiamo verificare se le prove che ho raccolto nella rimessa e sulla barca sia un campione di Alicia.”
E “come pensi di fare?”
J “Ho bisogno di una spazzola e se possibile un po’ del suo sangue.”
E “Per la spazzola non è un problema, in bagno ne troverai certamente una, per il sangue è più difficile! No, aspetta il giorno prima della sua scomparsa eravamo in cucina e si è tagliata con un coltello mentre tagliava delle zucchine.”
J “Speriamo che non abbia usato della candeggina per pulire!”
E “No, lei odia quell’odore!”
J “Fantastico.”
E “Vuoi fare un esame di DNA?”
J “No! Troppo lungo e troppo complesso. Penso che mi basterà utilizzare dei reagenti per stabilire il gruppo sanguigno e l’RH. Solo nel caso di risultati identici utilizzerò il test del DNA.”
E “E i capelli?”
J “Un microscopio anche ottico dovrebbe bastarmi!”
E “Ti va bene quello che fa parte del kit del piccolo chimico?”
J “Beh … se non c’è altro saprò accontentarmi.”
K “Papà!”
J “Dimmi tesoro?”
K “Ho fame papà!”
Jarod guardò l’orologio. “Direi che hai ragione sono quasi le cinque e non mangiamo nulla dalla colazione.”
E “Perché non usi la cucina, ad Alicia non dispiacerà! C’è ancora il frigorifero pieno!”
J “Buona idea!”
E “Ah Jarod, prima di cucinare qualcosa assicurati che quello che prendi non si muova o che non faccia parte di qualche piccolo esperimento di Alicia! A volte può essere pericoloso muoversi nella cucina dove si tengono anche esperimenti!”
J “Lo terrò a mente! Tesoro che ti piacerebbe mangiare?”
K “Gelato?” – Lo disse con gli occhi speranzosi.
J “Che ne dici se lo prendiamo questa sera? Dammi una mano a preparare qualcosa.”
E “Ah Jarod chi ti ha insegnato quella tecnica di rilassamento che mi hai fatto utilizzare prima?”
J “Insegnato? Me l’ha insegnata il dottor Spock?”
E “Il noto pediatra?”
J “No, quello di Star Trek! C’era una maratona di Star Trek qualche mese fa, l’idea l’ho presa da lì!”
E “Io mi sono fidato di te! E tu ti sei fidato di un telefilm?”
J “In sostanza si! Quello che conta è il risultato: abbiamo ottenuto quello che ci serviva. Invece perché con la stessa tecnica non cerchi di farti dare una mano dal tuo senso interiore per sapere come sta e dov’è!”
Ethan lo guardò un po’ indignato, ma fece quanto richiesto.
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- Fine quarta parte -
Avete chiesto la carne ... qui siamo solo ai primi... ma la carne sta per arrivare
Commentate gente, commentate!!!
Io vi aspetto!
Edited by Aleki77 - 25/11/2007, 02:20