Descent
- Parte nona -
Venerdì 5 aprile - Ore 6.30 PM
431 Mountain Spring Road – Blue Cove – Delaware
Le dita di Jarod viaggiavano leggere e veloci sul lap-top. La soffitta era decisamente un luogo tranquillo, uno studio sicuro. Squillò il telefono e senza smettere di scrivere rispose: - “Dimmi.”
MC “A che punto sei?”
J “Sto ultimando i calcoli e la strategia. Com’è andato il secondo sopralluogo papà?”
MC “Bene, si è allontanata un macchina con i vetri oscurati e così non siamo riusciti a vedere chi era, ma meno gente ci sarà là dentro e più sarò felice.”
J “Non piace nemmeno a me fare delle vittime e spero fermamente che non ce ne saranno, mi auguro che credano all’avviso!”
MC “Già! Come stanno andando le cosa lì?”
J “Non c’è male, anzi sta rientrando a casa proprio ora.” – Disse Jarod controllando uno dei monitor di sorveglianza che aveva installato.
MC “E’ una cosa seria?”
J “Si, penso di si.”
MC “E il futuro?”
J “Lo vedo nebuloso e incerto, vedremo.”
MP “C’è nessuno?” – Disse una voce dal basso.
J “Parker sono in soffitta.”
MC “Perché non la chiami mai per nome?”
J “E’ una lunga storia!”
MC “Ma almeno lo sai?”
J “Si, ma le ho promesso di non usarlo mai.”
Miss Parker entrò in soffitta e la prima cosa che notò erano il numero impressionante di PEZ presenti sulla scrivania, sembrava avesse dato fondo alla sua scorta. Il suo primo istinto fu di prenderne in mano una e di spezzarla a metà, ma decise di lasciarle dov’erano.
MC “E’ una cosa strana!”
J “Tutto al Centro è strano, nomi inclusi.”
Miss Parker sembra irritata, girò attorno al tavolo, ma Jarod la prese per un braccio e la fece sedere sulle sue ginocchia.
MC “Tornando al nostro piano, pensi che il C4 che sei riuscito a prendere basterà?”
J “In questo momento sto ricontrollando i calcoli di Ethan, ma non ho trovato incongruenze fino ad ora.”
Miss Parker fece il movimento di alzarsi, ma lui la trattenne per la vita. Incastrando il telefono tra la spalla e l’orecchio, con la mano libera riprese a scrivere sul computer.
MC “E se la struttura si sviluppasse verso il basso come il Centro o Donoterase?”
J “Io e Ethan abbiamo calcolato anche questa possibilità, con il C4 che sono riuscito a procurare arriviamo a una profondità di circa 20 metri, è per questo che è necessaria l’esplosione dall’altro, per dare maggiore forza. Dovremmo scendere di altri 8 metri nella peggiore delle ipotesi.”
Miss Parker decise che era il momento di giocare e con un bacio sfiorò le labbra di Jarod. Lui le sorrise.
MC “Quindi è proprio necessario il cruiser.”
Lei lo tormentò con un bacio dietro l’orecchio libero, poi sul collo, sugli zigomi e poi ancora sulle labbra. La mano che stava eseguendo i calcoli al lap-top improvvisamente si fermò. Jarod chiuse gli occhi e si inebriò del suo profumo.
J “Si papà è proprio necessario. Ora mi spiace, ma devo lasciarti.”
MC “Va bene figliolo, ci sentiamo più tardi.”
J “A dopo.”
MP “Finalmente l’hai capito!”
J “Già, messaggio ricevuto.”
Jarod cominciò a baciarla con passione. Il primo istinto fu di buttare all’aria tutto quello che c’era sul tavolo e prenderla seduta stante, ma si rese conto che c’erano altre opportunità che fino ad ora non aveva mai preso in considerazione.
La guardò negli occhi.
Si alzarono in piedi, uno di fronte all’altro.
Lentamente, molto lentamente, cominciò a toglierle gli abiti di dosso a cominciare della giacca di pelle. Lei lo imitò, gli aprì i bottoni della camicia una alla volta, con calma gli mise la mani sul petto e mantenendo il contatto con la sua pelle fece scivolare la stoffa sopra i suoi muscoli, fino a terra.
Gli occhi di lei erano sempre dentro quelli di lui.
Jarod le accompagnò le braccia verso l’alto. Poi le sue mani finirono sotto alla maglia e con un movimento deciso gliela sfilò. Ora era il turno di lei e attaccò la fibbia della cintura, i jeans di lui avevano i bottoni, lei glieli aprì uno alla volta fino a quando i pantaloni finirono atterra, vicino al resto.
Lui slacciò la gonna che cadde. Decise che era ancora il suo turno quando le aprì il gancetto del reggiseno e lei non sembrò prendersela troppo per aver saltato un turno. Miss Parker passò le mani sulle natiche di lui e con lentezza gli sfilò gli sfilò i boxer di maglina aderenti. Lui ricambiò il favore.
Lei gli posò una mano sul petto e lui si avvicinò alle labbra di lei. Si strinsero l’uno all’altra e fecero l’amore in piedi, con frenesia, contro una trave di sostegno. Si ritrovarono sudati e ansimanti, ma la fame non era ancora stata placata.
Jarod la prese in braccio e le sussurrò all’orecchio: “Stiamo più comodi.”
Lei sorrise e si strinse a lui.
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Sabato 6 aprile - Ore 3.00 AM
431 Mountain Spring Road – Blue Cove – Delaware
Jarod si alzò dal letto lentamente, non voleva svegliarla, sembrava così serena. Indossò il suo completo da ladro, quasi alla Diabolik.
Si voltò verso di lei per rassicurarsi che stesse ancora dormendo e invece la trovò con gli occhi sgranati che lo stavano guardando.
J “Mi spiace, non volevo svegliarti.”
MP “Non sei stato tu. Penso sia stato il mio senso interiore che mi ha costretto ad aprire gli occhi.”
J “Sono pronto. Ora sento il resto della squadra.”
MP “Jarod, ricordati di parlarle di me.”
J “Lo farò, ma vorrei tanto che ci ripensassi e venissi con noi.”
MP “Lo sai anche tu che non posso. Sei il meglio che le possiamo offrire! E non parlo solamente di ora, di questa situazione di crisi,ma del padre eccezionale che saresti anche in condizioni normali.”
J “Parker saresti, no, mi correggo, sei la madre migliore che quella bambina, la nostra bambina possa avere.”
MP “Lo avresti mai detto che saremmo diventati genitori? Intendo genitori dello stesso bambino. Insieme?”
J “Non posso negare di averci pensato, forse più a come qualcosa di irrealizzabile. Per un momento, su quell’isola, c’era stata un po’ di speranza, ma non al nostro ritorno.”
MP “Non volevo deluderlo, non volevo deludere le aspettative lui che aveva su di me, ma con il senno del poi, è sempre lui che mi ha deluso. Tu, invece, non lo hai mai fatto.”
J “Tu, io, lei, meritiamo la verità. Con la verità si può far arrabbiare qualcuno forse, ma non lo si deluderà mai. E il Centro questo non l’ha mai capito. Ce l’hanno sempre negata e ci hanno usato per i loro scopi. Vorrei tanto sapere cosa dicono quelle pergamene maledette di noi. Ricordi?”
MP “Già, ma sono in fondo all’Atlantico!”
J “Io non ne sarei così sicuro! E tu?”
MP “Non so … ora non voglio pensarci.”
J “Hai ragione, ora non è il momento.”
MP “Jarod, … ti prego dille che anche se non starò mai con lei, lei è sempre nel mio cuore.”
J “Parker, la vedrai, starai con lei, magari non subito, ma verrà un tempo per stare insieme, come una famiglia.”
MP “Promettimelo!”
J “Te lo prometto.”
MP “Promettimi un’altra cosa.”
J “Che cosa?”
MP “Che se ne avrai la possibilità avrà anche una madre.”
J “Lei ce l’ha già una madre e un padre, non penso che ne voglia degli altri,”
MP “Se mi dovesse succedere qualcosa, qualsiasi cosa … lei avrà la sua famiglia.”
SCIAFF!
Jarod le aveva dato uno schiaffo. Mai nessuno lo aveva fatto. Aveva lottato, fatto a pungi, combattuto a mani nude, ma mai, nemmeno suo padre, aveva osato darle uno schiaffo, si sentì umiliata.
J “Smettila, ti stai rendendo ridicola! Ho parlato con Ethan e lei non dice affatto che morirai, ma che a suo tempo sarai felice, felice con noi. Questa promessa non te la posso fare. E anche se non avessi conferme dalle voci di Ethan questa promessa non la farei mai! Chiuso il discorso!”
MP “Ma … mi hai colpito!”
J “Certo! Lo rifarei anche adesso se non hai capito il messaggio!”
MP “Che non devo rendermi ridicola!”
J “No! Che io e Kate non avremo un’altra famiglia. O con te o niente!”
Lei rimase ferma come shoccata. Poi gli si avvicinò e gli diede un bacio. – “E’ la cosa più bella che tu mi abbia detto.”
J “E’ quello che penso.”
MP “Una famiglia tutta mia … non pensavo che potesse essere così meraviglioso poterlo anche solamente dire.”
J “Ora sei più tranquilla? Basta pensieri di morte. Dirò a Kate che le vuoi bene, ma perché pensi che abbia attrezzato la soffitta in quella maniera?”
MP “Per farci fare una video-telefonata?”
J “Esatto! Non una, ma molte.”
MP “Grazie.” – Lei alzò lo sguardo e lo guardò negli occhi. – “Io, … io non so trovare le parole … non escono. Sembrano inappropriate.”
J “So cosa vuoi dire perché è lo stesso che sento pure io.”
MP “Buona caccia!”
J “Anche a te!”
Si baciarono teneramente sulla soglia di casa e poi lui scomparve come un fantasma lasciandola sola a pregare che tutto andasse secondo i loro piani.
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Ore 4.28 AM
Tower - The Centre
Blue Cove - Delaware
Lo studio del quarto piano era in penombra. Lyle sembrava essere appena uscito da un trita carte. Fare il baby-sitter non faceva per lui.
Quella bambina era un mistero per lui. Lo guardava dritto negli occhi e non abbassava mai lo sguardo, nemmeno con Raines. La cosa era inquietante. Non sembrava sapere cosa fosse la paura.
Si alzò in piedi per sgranchirsi le gambe, per fortuna quella tortura sarebbe durata solo fino a domenica notte, poi lei sarebbe partita per l’Africa e così sarebbe tornato alle sue sane abitudini e poteva dedicare del tempo alla cattura di Jarod, ma non prima di passare del tempo nei boschi a ritemprarsi.
La guardò dormire. Aveva un che di familiare. Era la prima volta che Raines non gli diceva come stavano esattamente le cose o che non riusciva a scoprire cosa gli nascondeva. Sapeva per certo che la bambina fosse figlia di Jarod e sapeva che anche la madre aveva la mutazione che poteva renderla una simulatrice, ma non aveva idea di chi potesse essere. O forse l’idea c’era, ma la respingeva dalla sua mente con una certa forza.
Il telefono di mise a squillare.
L “Pronto? … cosa? … è sicuro? … dove? … su che canale?”
Lyle chiuse la conversazione e accese la TV sul canale che il suo sconosciuto informatore gli aveva detto.
L’anchorman del telegiornale di Chicago annunciava: -
“Circa un’ora fa un camion ha travolto e spazzato via tutto ciò che si trovava sull’interstatale 65 che collega Indianapolis a Chicago. Non si conosce il numero esatto dei deceduti, ma certamente sono numerose le persone che sono ancora intrappolate all’interno delle loro autovetture. I paramedici e i pompieri hanno grosse difficoltà a raggiungere molti automobilisti. Abbiamo sul posto Tom McGregor. Tom, che ci puoi dire?”Il giornalista Tom McGregor iniziò a raccontare: - “
Almeno venti sono i feriti che sono stati trasportati al Mercy Hospital, ma ancora molti ne rimangono intrappolati. Ecco vediamo che i pompieri sono riusciti ad estrarre un uomo, ma nell’auto incastrata c’è ancora un ragazzo, sembra avere le gambe bloccate dalle lamiere.”Le immagini mostravano Jarod estratto dall’auto con un KED, privo di coscienza, con il volto pieno di sangue, issato poi su una barella spinale. Le immagini poi si soffermavano su un ragazzo che urlava per il dolore, probabilmente aveva le gambe rotte. Il camera-men riuscì a spostarsi in modo di prenderlo da davanti e la faccia che Lyle vide fu quella di Gemini.
Lasciò che il telegiornale continuasse a mostrargli il ragazzo ferito e immobilizzato che cercava di difendersi dalla telecamera con le mani, ma era troppo sofferente per riuscire nel suo intento.
Compose un numero telefonico.
R “Che c’è?”
L “Jarod e Gemini in televisione, sono bloccati e feriti in un grosso incidente stradale. Vado a prenderli.”
R “No! Non lasciare la bambina da sola.”
L “Non ci penso nemmeno, devo vincerla io questa sfida. Li voglio!”
R “Te lo ordino Lyle, non lasciare la bambina da sola.”
L “Non sarà sola, ci sarà uno dei tuoi a tenerle compagnia.” – Disse chiudendo la conversazione.
Fece un’altra telefonata.
L “Sono Mr Lyle, preparatemi il Jet! … come l’ha già chiesto Miss Parker? … Per andare dove? … Non mi importa se l’ha prenotato prima lei, lo voglio io! … Ok OK, dica al pilota di non partire senza di me!” – Con forza scagliò il telefono. Lui che non perdeva mai la calma, ma una certa ansia cominciò ad assalirlo. – “Ok il pollice, ma la testa la voglio ancora attaccata al collo!”
Lyle andò dalla bambina e con uno scrollone poco gentile la svegliò. – “Dobbiamo andare, alzati.”
La bimbetta si alzò, si stropicciò gli occhi e lo guardò fisso.
L “Non guardarmi così! Smettila! Andiamo.”
La prese per mano e andò al computer, digitò un codice e tutte le telecamere del Centro smisero di riprendere per circa due minuti. Con la sua tessera di massima sicurezza ebbe accesso all’ascensore. Premette il tasto – 26.
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Ore 4.47 AM
In un bosco di Yorkshire – Virginia
L’assalto alla villa nel bosco era iniziato. Il fumo e il rumore penetrante delle sirene avevano rotto l’incantesimo del luogo incantato. Una porta sul retro rigurgitò una ventina di spazzini tutti in giacca e cravatta pronti a dar battaglia ad un nemico seppur invisibile. Dai quattro lati delle mura ci fu un’esplosione sequenziale, ma portò solamente altro fumo e fogli bianchi.
Uno spazzino di colore ne afferrò uno e lo portò a quello che doveva essere il suo capo.
Il foglio riportava le seguenti parole:
Avete cinque minuti di tempo da quando esploderanno i lacrimogeni per abbandonare la struttura, altrimenti MORIRETE!Lo spazzino che ha afferrato il foglio disse: - “I lacrimogeni non sono ancora stati lanciati.”
E come se si trattasse di una battuta ad effetto di una commedia arrivarono le bombe di lacrimogeni.
Lo spazzino con l’aria del capo estrasse il suo cellulare, i lacrimogeni non sembravano dargli fastidio.
Sp “Dottor Raines, siamo sotto attacco. … Si come vuole. … Immediatamente!”
Diede degli ordini bruschi agli uomini che sembravano reggere meglio lo stress e naturalmente il gas.
Nel bosco Ethan osserva lo svolgimento dell’operazione. Gli spazzini stavano tentando di aprire il cancello, ma sembrava bloccato. Ethan ebbe pena per loro, il loro capo aveva deciso di non credere al loro messaggio.
La voce gli disse di correre.
Guardò un’altra volta gli inutili tentativi degli spazzini più giovani di uscire senza successo. Decise di scendere dall’albero. Per loro non avrebbe potuto fare nulla. Una volta a terra si mise a correre verso la salvezza senza guardasi indietro.
Una serie di bombe accecanti illuminarono il bosco con una luce irreale, il rumore del caccia cominciò asd essere udibile. Il timer delle bombe piazzate per colpire in profondità continuò il suo cut down fino a raggiungere lo zero contemporaneamente al cruiser sparato all’aereo.
Il bosco si illuminò e gli alberi che facevano da volta alla villa cominciarono a bruciare. Molte furono le persone che riuscirono a uscire indenni, ma altrettante riportarono ferite di diverse entità. Il fuoco e la struttura pericolante non permise ai salvi di salvare e ai bisognosi una via di fuga sicura. Del resto pochi di loro avrebbero aiutato gli altri, ognuno per se e Dio per tutti, ecco qual era il motto del Centro.
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Ore 4.55 AM
Ascensore - The Centre
Blue Cove - Delaware
L’ascensore che doveva portare Kate e Lyle nel SL-26 e da lì al SL-27 fece una fermata imprevista.
Le porte si spalancarono nel SL-13 e solamente un tenue bagliore illuminava i bui corridoi. Lyle premette più volte il tasto per scendere al SL-26, ma non ottenne nessun risultato.
Premette il tasto di soccorso, ma non ottenne risposta.
Provò a chiamare con il cellulare, ma il SL-13 era schermato contro le interferenze provenienti dall’esterno.
Il panico si dipinse sul volto di Lyle, invece Kate sembrava divertirsi.
Lyle strattonò la bambina vicino a sé. Non perché temesse per l’incolumità della bambina, ma perché sperava che nell’averla vicina l’eventuale tiratore appostato nel buio non sparasse per paura di colpirla.
Le luci si spensero completamente e il buio regnò sovrano.
Un colpo dall’alto sfondò la botola dell’ascensore e un’ombra atterrò sopra Lyle e cominciò a colpirlo in volto, ai fianchi, nell’addome. Una voce disse: - “E questo è poco per le torture che mi hai inflitto, questo è per mio fratello, ma per mia figlia non hai scusanti.”
L’ombra continuava a colpire senza smettere, sembrava caricato a molla.
Lyle venne scaraventato fuori dall’ascensore e con un filo di fiato che ancora gli rimaneva disse: - “ Jarod!”
Jarod si avvicino a Kate e le accarezzò il viso e le disse: - “Non ti voglio fare del male, voglio portati fuori da qua.”
Lyle, che non era del tutto fuori combattimento, si rialzò e si scagliò contro Jarod ed ebbe la meglio sul nostro simulatore. Lyle cominciò a colpirlo ai fianchi e al volto. Estrasse la pistola e gliela puntò contro.
L “Preferirei avervi tutti e due vivi, ma se proprio mi costringi ti sparerò qui e non se ne parlerà più.”
J “Avanti spara Lyle, del resto non hai coscienza se con il tuo amico Raines giocate a fare Dio, ma ho come l’impressione che il Triumvirato non sarebbe contento.”
L “Forse hai ragione, ma se perdo la bambina di sicuro qualcuno potrebbe fare ben di più di amputarmi un pollice, probabilmente mi castrerebbe!”
Lyle tolse la sicura alla sua pistola e mirò contro il petto di Jarod, ma improvvisamente un violento getto di schiuma bianca avvolse Lyle e un’ombra lo colpì con l’estintore facendogli perdere temporaneamente i sensi.
J “Angelo! Sei stato magnifico.”
Angelo rise e fece salire Kate nella botola dell’ascensore e poi la seguì anche lui.
Jarod invece rimase per sistemare una faccenda in sospeso da tempo.
Legò Lyle ancora svenuto al super computer del Centro con appeso un biglietto con scritto: “Grazie per il prezioso aiuto. J”
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Ore 5.19 AM
In un bosco di Yorkshire – Virginia
Un elicottero con il logo del Centro atterrò in una radura vicino alla villa, né scese Raines con lo stroller dell’ossigeno a spalla e un paio dei suoi spazzini migliori. Raines non potè far altro che constatare che al posto della villa c’era un cratere fumante in cui rimanevano visibili solamente alcune colonne della facciata principale.
R “Rapporto!”
Lo spazzino nero, che doveva essere il responsabile della struttura si avvicinò a Raines.
Sp “Fino ad ora abbiamo 35 feriti lievi e 5 feriti gravi. Abbiamo riscontrato un decesso, ma non sappiamo ancora cosa ci sia nei sotto livelli più profondi.”
R “Cos’è accaduto?”
Sp “All’inizio si trattava di fumogeni, lacrimogeni e bombe accecanti, ma poi ci sono state diverse esplosioni provenienti dal basso e poi un cruiser ci ha colpito dall’alto.
La cosa strana è che non ci volevano morti, ci hanno mandato un biglietto di preavviso. Per questo non l’ho preso molto sul serio, lo pensavo a un diversivo per entrare, ma invece eravamo sotto attacco veramente.”
R “Entrare … la bambina! Questo è decisamente un diversivo per tenermi lontano dal Centro. Chiama Lyle e digli che è vietato muoversi dal Centro e di aspettarsi un attacco.”
Sp “Dottor Raines, in ufficio non risponde e il cellulare è irraggiungibile!”
R “Allora il Centro è già sotto attacco!”
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- Fine nona parte -
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Domani sera il gran finale!
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Quando non vedo risposte vado in ansia...
sarà piaciuta oppure no?
Edited by Aleki77 - 22/9/2007, 15:11