Come promesso eccovi la quarta parte riveduta e corretta!
Buona lettura!!!
Descent
- Quarta Parte -
Ore 6.15 PM
Dover - Delawere
Broots, Debbie, Jarod e Miss Parker erano andati su un palazzo di fronte a quello dove abitava l’insegnate di matematica e dalla terrazza con un binocolo confermarono che, chi stavano guardando, era esattamente chi stavano cercando. Jarod e Miss Parker entrarono nel palazzetto dove abitava Abigail Foreman. L’avevano trovata grazie alla tessera di provvidenza sociale che probabilmente il Centro le aveva fatto ottenere al termine del loro rapporto di lavoro.
Il piccolo appartamento era all’ultimo piano di una vecchia palazzina. Jarod suonò alla porta e con il suo sorriso migliore le disse che aveva bisogno di aiuto. La ragazza aprì la porta, ma quando vide che dietro c’era anche Miss Parker cercò in ogni maniera di chiudere la porta. Jarod mi un piede sull’uscio e spinse la porta verso l’interno.
J “Miss Foreman, la prego dobbiamo parlarle!”
AA “Con voi non ho più nulla a che fare!”
MP “Con voi chi?”
AA “Con il Centro!”
J “Siamo qui per avere delle informazioni e non per farle del male!”
AA “Non le credo… quella donna è temuta al Centro!”
MP “Lei mi ha già visto?”
AA “Certamente! Mi hanno ripetuto più volte che noi da lei non dovevamo farci vedere o ci avrebbe fatto del male!”
MP “A noi chi?”
AA “Alle altre donne che erano con me!”
MP “Le assicuro che fino ad un paio di ore fa non sapevo nemmeno che lei esistesse!”
J “Abigail… Alexandra…”
A quel nome lei sbiancò e le mancò la forza, si accasciò al suolo.
J “Non voglia farle del male, solo parlarle della gravidanza che ha avuto per il Centro!”
AA “Non ho molto da dire…”
J “La prego è molto importante per noi, stiamo cercando una persona e le assicuro che non vogliamo fare del male né a lei né alla persona che cerchiamo. La prego!”
La donna si spostò dall’uscio di casa e permise loro di entrare. Si sedette su una poltrona e incominciò a raccontare tenendo gli occhi bassi. “Vi prego, non avvisate la mia famiglia, non fategli sapere che sono ancora viva, se mio padre sapesse cosa ho fatto ne morirebbe!”
J “La prego, non diremo nulla alla sua famiglia e non informeremo il Centro di averla contattata. Vogliamo solamente sapere come sono andate le cose con la sua gravidanza.”
MP “La prego, per noi è veramente importante!”
AA “… e va bene, vi dirò come si sono svolti gli eventi. Avevo bisogno di denaro, per la mia famiglia. Su una rivista ho letto che cercavano donne volontarie sane come madri surrogate. La cosa mi ripugnava, ma la mia famiglia si stava sgretolando e così ho accettato. Ho superato una specie di selezione. Dopo avermi giudicata sana, mi hanno proposto 300000$ se il mio contratto l’avessi stipulato con un’organizzazione chiamata il Centro. Mi dissero che mi avrebbero monitorato costantemente e che avrei avuto un trattamento migliore. Mi hanno dato 150000$ subito dopo la firma del contratto e gli altri se portavo a termine la gravidanza. Il denaro che ho ricevuto ho preso accordi che fosse inviato ai miei genitori come se si trattasse di un premio assicurativo a causa della mia morte in un incidente stradale. Sono rimasta al Centro per circa un anno, per fortuna, non so alle altre che cosa sia accaduto, quelle che erano rimaste incinta prima di me sparivano appena entravano in travaglio o lo perdevano… quando ho partorito sono stata portata in un’altra struttura, non l’ho nemmeno mai visto… Ho sempre avuto la sensazione che fosse una bambina. Tre settimane dopo mi hanno lasciato a Dover e lì ho iniziato la mia nuova vita. Non ho più avuto contatti con il Centro, fino ad oggi!”
MP “Perché aveva la sensazione che fosse una bambina?”
AA “Non lo so, sembrava che qualcosa dentro alla mia testa continuasse a parlare. So che sembra strano! Verso la fine della gravidanza ogni volta che chiudevo gli occhi vedevo il volto di una bambina, la vedevo crescere. Quando ho partorito l’ho vista solo un’altra volta in sogno e poi più nulla.”
Jarod tirò fuori uno dei disegni di Angelo: “La bambina che vedeva assomigliava a questa?”
Un lamento sfuggì dalle labbra della ragazza! “E’ proprio lei! Si è proprio lei!”
Miss Parker si mise a camminare nervosamente per l’appartamento: “Come vorrei non aver smesso di fumare! Maledetta ulcera!”
Jarod si sedette sul divano e tenendole la mano la incoraggiò a dire dell’altro, ma lei sembrava inebetita davanti a quel ritratto.
J “Si ricorda dove la portarono quando partorì?”
AA “No… ricordo solamente una casa immersa in un bosco.”
J “Era una struttura in legno con il tetto spiovente?” – pensando a dove Catherine Parker era stata tenuta per partorire Ethan.
AA “No era una casa decisamente dal gusto coloniale, mi pare di ricordare dei mattoni rossi. Non ricordo altro, l’ho vista solo una volta mentre ero in travaglio. Ma perché state cercando lei? Se fate parte del Centro pensavo che sapeste tutto!”
J “Che ti hanno detto dell’embrione impiantato?”
AA “Erano due embrioni… al secondo mese di gravidanza venni esaminata e uno fu rimosso, dissero che era malformato e che avrebbe nociuto all’altro!”
Miss Parker aveva le lacrime agli occhi. – “Che ti dissero della provenienza degli embrioni?”
AA “Dissero che i loro genitori non potevano avere figli attraverso i metodi tradizionali e che quello era il miglior modo possibile.”
J “Quante eravate?”
AA “Non so con esattezza, al mio stesso periodo di gestazione eravamo in sei, quattro di loro lo hanno perso o l’embrione no si impiantò, io e l’altra ragazza siamo state tenuto in isolamento, dicevano per un virus, ma so che all’ultimo controllo lei non c’era più. Ma perché cercate la bambina? Ora sarà con i suoi genitori!”
J “No, lei non è con i suoi genitori. I suoi genitori siamo noi!”
La ragazza rimase sorpresa!
MP “E a noi non hanno detto nulla, hanno preso i miei ovuli durante in intervento, a mia insaputa. Solo da pochi giorni abbiamo saputo della sua esistenza.”
AA “Ma lei viene dalla Torre, lei è una di loro.”
MP “NO! Sono stata usata. Come te!”
AA “Io… io non sapevo nulla… non pensavo di fare nulla di male! Avevo bisogno dei soldi per mio fratello e…”
J “Non ti preoccupare lo sappiamo, questo è il modo di lavorare del Centro.”
MP “Ti prego, dimmi cosa ti diceva la bambina quando la incontravi nei sogni?”
AA “Non parlava, ma mi sorrideva sempre. Quando la gravidanza cominciò a pesarmi e quando cominciai ad aver paura lei mi appariva e stavo meglio.”
J “Ti ricordi la sua data di nascita?”
AA “Si certamente, il 13 aprile 1998. Posso chiedervi una cosa… come… come è stata chiamata?”
MP “Catherine, come mia madre!”
AA “E’ un bel nome e le dona molto.”
MP “Si ricorda altro? Chi era presente al suo parto?”
AA “Della casa ricordo veramente poco, ma durante il parto vidi quell’uomo… quello che mi faceva sempre paura quando mi passava vicino. Completamente calvo e aveva sempre con se una bombola di ossigeno, non so come si chiamasse, ma tutti si spostavano al suo passaggio. Una volta penso di averlo visto parlare con lei, piuttosto animatamente.”
MP “Raines! Anche questo mi sono appuntata, quando ti arriverà il conto sarà molto salato!”
J “Ascoltami posso farti andare indietro nel tempo e darci più informazioni. Te ne prego, prima che le facciano del male!”
AA “Ma non so certamente cosa altro posso ricordare.”
J “Posso aiutarti con una leggera forma di ipnosi. Quello che non vorrai dire o fare, non lo farai, è solamente una tecnica di visualizzazione delle immagini.”
A “Catherine è in pericolo?”
MP “Si e tu sei la nostra unica chiave per riuscire a trovarla prima che il male
diventi irreversibile!”
AA “Non so… sul serio non mi farete fare nulla di quello che non vorrò!”
J “Hai la mia parola, sarai come sotto il pelo della superficie dell’acqua, se vorrai uscirne lo potrai fare in qualsiasi momento.”
AA “Va bene, lo farò.”
Nella stanza buia Jarod le parlò con dolcezza, chiedendole di tornare alla memoria a quel 13 aprile 1998, di non concentrarsi sul dolore delle contrazioni, ma su quello che riusciva a vedere fuori.
AA “Mi hanno portato fuori direttamente con l’ambulanza, erano mesi che non vedevo la luce del sole, per un momento la luce mi ha colpito il viso ed è stata una strana sensazione, ma è finita troppo in fretta, le contrazioni sono ancora distanti l’una dall’altra e non sono poi così profonde. Il viaggio è noioso, tutti sembrano tesi, nessuno parla.”
J “Secondo te quando è durato il viaggio?”
AA “Non lo so, da quando sono entrata al Centro non ho più il mio orologio, ma deve essere durato tra le due e le tre ore, mi sento la schiena indolenzita e le contrazioni sono ormai sempre più vicine, una ogni due minuti circa. Ad un tratto sento che il fondo stradale cambia, dal liscio asfalto sembra diventare ghiaia. Aprono le porte dell’ambulanza, la luce del sole mi colpisce in faccia e per un momento non vedo nulla, sembra il tramonto, poi la vedo davanti a me una grande case, ha delle colonne, le colonne sono tonde lisce, gli alberi sono fitti, mi colpisce il muro di mattoni rossi, c’è appoggiato un roseto, sono rose bianche e penso che si tratti di una fioritura anticipata. La porta di legno è già aperta, quando la chiudono il buio sembra inghiottirmi, poi vedo solamente le luci della sala parto, intravedo l’uomo calvo con l’ossigeno che parla con il medico che era venuto con me in ambulanza, non sembra soddisfatto del suo lavoro… sono partiti in ritardo, li rimprovera che potevo partorire in ambulanza. Il dolore si fa più intenso, ormai le contrazioni sono ravvicinate … ah, il dolore … “
J “Ok, stop! Ora tornerai da noi qui sei al sicuro, non c’è più il dolore.”
Ansimando la ragazza riprese pieno controllo di se stessa. “Vi ho aiutato?”
J “Si certamente! Casa coloniale a ovest a due, tre ore dal Centro, ora tocca a noi ad individuarla!”
Miss Parker prese il telefono “Broots controlla le proprietà del Centro, una casa coloniale, a ovest di Blue Cove raggiungibile in auto in due o tre ore. Ah Broots … grazie …”
AA “Ho un allieva con quel cognome!”
MP “Una mia protetta!”
J “E’ la figlia di un caro amico.”
AA “Capisco!”
J “Grazie per le informazioni che ci ha dato, mi spiace se siamo entrati di prepotenza in casa sua. Ora dobbiamo andarcene.”
AA “Spero di esservi stata utile.”
MP “Grazie, grazie di tutto quello che ha fatto per la nostra bambina.”
AA “Se riuscirete a trovarla, mi farete sapere come sta?”
J “Ne stai certa, arrivederci.”
Jarod e Miss Parker lasciarono il modesto appartamento e si diressero verso la casa di lei.
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Ore 20.50 PM
431 Mountain Spring Road – Blue Cove – Delaware
Jarod era in cucina preparare la cena, Miss Parker si stava facendo una doccia quando il telefono di Jarod squillò.
J “Pronto?”
MC “Notizie?”
J “Abbiamo avuto la conferma che la donna che l’ha partorita è quella indicata, abbiamo avuto delle informazioni un po’ generiche, ma forse utili se Broots riesce ad incrociare i dati che gli abbiamo dato. Tutto bene da voi?”
MC “Si si tutto bene, hai già in mente un piano?”
J “Nella mia mente ne sto costruendo uno, ma prima dobbiamo essere certi di dove lei si trova e quindi fornirò i dettagli a tutti.”
MC “Ottimo. Buona notte figliolo.”
J “Buona notte papà!”
MP “Chi era?”
J “Mio padre, voleva sapere a che punto siamo.”
MP “E tu a che punto sei?”
J “Dovrebbe essere pronto. Il mio chili è fantastico!”
MP “Non avrai esagerato con tutto quel tabasco?”
J “A me piace così, bollente e piccante!” – la sfidò – “Forse è troppo per te?”
Lei prese il cucchiaio di legno con sopra del chili e lo assaggiò come se si trattasse di una prelibatezza: - “Forse dovresti aggiungerne un altro po’, mi sembra un po’ scialbo!” – lo disse con aria maliziosa ridendo.
Jarod la guardò ridendo… “Vuoi una sfida a chi ce la fa a sopportare di più!”
MP “Passo la mano… non penso che mia ulcera gradisca i fuochi d’artificio, penso che dovrò accontentarmi di com’è…”
Si misero a mangiare sul divano invece che sul tavolo della cucina, risero, parlarono di un sacco di cose sciocche, ma non parlarono mai di Kate, era un tacito accordo tra loro. Quella notte fecero l’amore con calma, come per assaporare ogni istante che passavano assieme, per imprimersi nella mente il ricordo l’uno dell’altro come se il domani non potesse esserci.
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Lunedì 1 aprile - ore 6.58 AM
431 Mountain Spring Road – Blue Cove – Delaware
La sveglia suonò alle 7 am. Miss Parker si svegliò come sempre, ma per la prima volta da tanto tempo c’era qualcuno vicino a se. Jarod dormiva ancora, non sembrava aver sentito la sveglia, non l’aveva mai visto così rilassato. Con un bacio gli sfiorò le labbra e lo lasciò per andare a farsi una doccia. Mezz’ora dopo aveva i capelli già asciutti e indossava un tailleur nero con una camicetta di raso azzurro. Mentre infilava la fondina della sua S&W nella cintura della sua gonna si sentì abbracciare.
J “Buon giorno.”
MP “Giorno.” – rispondendo con il tono che era proprio della Regina dei Ghiacci.
Jarod si rese conto del cambiamento e si tirò indietro.
MP “Vado al lavoro, non farti venire strane idee mentre sono via. Ho bisogno di
rimanere in ufficio oggi e non di darti la caccia in giro per il mondo.”
J “Come vuoi, farò le mie ricerche da qui. Sfrutterò i punti deboli del firewall e lavorerò qua.”
MP “Chiunque dovesse venire, non farti vedere e soprattutto non lasciare tracce del tuo passaggio.”
J “E’ per questo che sono scomparsi tutti i ritratti di Kate?”
MP “Si, li ho nascosti nello studio di mia madre! Io vado.”
Jarod sembrò scosso dal suo comportamento, da amante focosa a regina dei ghiacci in poco tempo, ma sembrò anche comprenderla.
Jarod rimasto solo riordinò la casa, per togliere ogni traccia del suo passaggio come lei gli aveva chiesto. Controllò la casa e notò che aveva bisogno di un sistema d’allarme migliore. Aveva tutto il necessario in una delle sue borse che aveva nascosto in soffitta. Posizionò sensori di movimento all’interno della casa e telecamere che dalla soffitta controllavano i movimenti all’esterno. Portò la linea telefonica in soffitta e creò il suo piccolo centro di controllo. Si assicurò che la linea non fosse controllata e si collegò con internet. Tutte le telefonate che fece erano con un servizio diverso di VoiP e nel frattempo navigava nei meandri del cervello informatico del Centro.
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Ore 5.00 PM - SIM LAB
The Centre
Blue Cove - Delaware
MP “Allora Broots, notizie?”
L “Sorellina hai notizie di Jarod? La Florida mi sembra che sia stato un buco nell’acqua!”
MP “E’ vero! È stata una gita assai fastidiosa, soprattutto per le zanzare, ma penso che ti sarebbe piaciuto, sai paludi e insetti grandi come elicotteri… il tuo ambiente insomma…”
L “Poco sarcasmo! Che hai scoperto?”
MP “Mi sembrava una gara tra noi. Non vedo perché ti devo delle informazioni? Ah, guai a te se cerchi di estorcerle ai miei collaboratori!”
L “Pensavo che potessimo collaborare, per la sopravvivenza di entrambi.”
MP “Solamente quando tu mi avrai raccontato cosa hai trovato a Boston la settimana scorsa!”
Mr Lyle girò i tacchi e se ne andò scocciato.
MP “Allora Broots?”
B “Ho trovato una casa che sembra combaciare con la descrizione fornita.”
MP “Dove si trova?”
B “Manassas Park in Virginia, sono circa 130 miglia da qui, più precisamente a Yorkshire.”
MP “Molto bene Broots. Hai una foto?”
B “Ecco questa è cosa strana, non ce ne sono, ho provato a localizzarla con i satelliti, ma non si vede è come se fosse completamente coperta dalla vegetazione.”
MP “C’era immaginarselo! Ah Syd hai trovato Angelo?”
S “Si ma è occupato con Raines, non sono riuscito ad avvicinarmi a lui. Notizie invece dalle tue ricerche dai DSA Brootse?”
B “In effetti si… ma non sono certo di cosa ho trovato?”
MP “Che ricerche hai fatto?”
B “Ho cercato sui nastri di sorveglianza immagini della bambina… “ – disse sottovoce Brootes – “Ma non ne ho trovate, invece sono andato a rovistare nei file da distruggere di Raines e ho trovato questo, ma è meglio vederlo in un posto sicuro.”
MP “Esiste un posto del genere al Centro?”
B “In effetti si… l’ho creato io… quando faccio ricerche che devono rimanere tra noi, seguitemi.”
MP “Broots… che coraggio da leone…”
B “In realtà mi nascondo perché non voglio che qualcuno sbirci. Quando ho fatto il lavoro, formatto gli hard disk con una procedura particolare e poi li riempio di film hard!” – disse ridendo per la sua astuzia.
Seguirono Broots in un sottolivello poco frequentato, svolta a destra, svolta a destra, svolta a sinistra, ancora a sinistra, svolta a destra e ancora a destra. Davanti a loro si apriva un corridoio mal illuminato su cui davano una dozzina di porte. Lo studio segreto di Broots era composto da una scrivania di metallo, una sedia e un computer vecchio stampo, sembrava un computer comune, niente di paragonabile con quello che utilizzava ora. Broots fece sedere Miss Parker sulla vecchia sedia e introdusse il DSA nel lettore.
DSA: Raines in primo piano, si spostava e cominciava parlare: “Oggi Catherine ha iniziato a camminare, in anticipo sulla tabella del suo sviluppo psico-motorio previsto per il suo percentile.” L’immagine si spostava su una bambina di circa 8 mesi che senza sostegni camminava traballando verso Raines. L’immagine spariva per comparire nuovamente con un’inquadratura di Raines. “Oggi Catherine dimostra di aver appreso correttamente la lettura dei testi inglesi, da domani inizierà l’apprendimento della lingua francese e tedesca.” L’immagine si spostava e inquadrava una bimba di circa 2 anni che leggeva fluentemente l’Ulisse di James Joyce. L’immagine scompariva nuovamente e riappariva Raines. “Catherine ha appreso le logiche di base della matematica. Domani verrà portata al Centro per verificare le sue abilità creative e confrontarle con quelle di Jarod.” L’inquadratura si spostava e inquadrava una bambina di circa quattro anni intenta a costruire formule matematiche con i cubi. L’immagine scompariva nuovamente e riappariva Raines. “Oggi Catherine ha costruito il suo grattacielo con un guadagno di tempo del 10% su Gemini e del 16% su Jarod. Da domani inizia ufficialmente la sua istruzione di simulatrice. Tengo a sottolineare che mancano ancora 35 giorni al suo quarto compleanno.” L’immagine si concentrava sulla bambina che costruiva con delle Lego una macchina. Poi la bimba guardò in camera e si notò il suo sguardo fiero. Prese in mano la macchina che stava costruendo e la lanciò contro la telecamera. Fine del DSA
Le lacrime rigavano il volto di Miss Parker.
S “Sembra un video promozionale delle sue capacità! Come se volessero metterla in vendita!”
MP “Pensi veramente che la vogliono vendere?”
S “Non so, ma aveva tutto l’aspetto di un video promozionale. Forse lei è un prototipo, se così si può dire di una bambina …”
MP “Pensi che vogliano fare altri bambini come lei?”
S “Ho avuto questa impressione!”
B “Mio Dio Syd, commercio di bambini super dotati… ma è una cosa mostruosa anche per il Centro!”
MP “Dobbiamo portala via di lì e distruggere ogni possibilità di replicazione del materiale genetico! Non posso permetterglielo. Raines si sente al di sopra di Dio!”
S “Si hai ragione. Dobbiamo eliminare ogni possibilità di replicazione. Dobbiamo distruggere tutti i tuoi ovuli e tutto il materiale di Jarod! Ora capisco perché non sono impazziti quando il maggiore Charles portò via Gemini, avevano già il loro sostituto!”
MP “Jarod non lo deve sapere!”
B “Ma perché no?”
MP “Perché deve occuparsi della bambina e non distrarsi da possibili sviluppi secondari. Di questo me ne occuperò io. Non mostrategli il DSA.”
S “Non sono d’accordo con te, anche lui ha il diritto di sapere.”
MP “Si ma non ora. Impazzirebbe! E per quanto sia un simulatore il suo odio per tutto questo potrebbe fargli commettere degli errori. Siamo intesi?”
B “Se lo ritieni necessario …”
S “Come vuoi, ma ritengo che tu lo sottovaluti.”
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- Fine parte quarta -
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Dopo avervi dato solo un assagino ieri, oggi vi faccio avere un pezzo ben più lungo e gustoso.
Spero che vi stiate divertendo a leggerla!
Baciotti
Edited by Aleki77 - 21/9/2007, 21:56