Siiiiiiiiiiiii c'è l'ho fatta!!! Ecco a voi il capitolo 11!!
Fanciulle, fanciulli, gioite... questo capitolo porta soddisfazioni!
N.B.Cominciano le parti Nc17
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Land of enchantament
Capitolo 11
“Beh” cominciò a dire Parker con gli occhi che le brillavano maliziosi mentre fissava dritto avanti a sé, all’insaputa delle donna che camminava dietro lei “è piuttosto difficile per me e Jarod restare in un luogo per molto tempo. Il suo medico parla di una mania, di un disturbo, così credo di non poterlo davvero biasimarlo. Ma non voglio annoiarti ancora con altri noiosi dettagli sulla mia vita.”
”Oh no, mia cara, per favore continua.” La implorò Lois, chiaramente interessata alla storia che Parker le stava narrando “è bene parlare di queste cose con qualcuno.”
”Ma noi siamo ancora praticamente delle estranee e non riesco a immaginare cosa tu possa pensare poi di me” ribattè Parker, storcendo le labbra. In realtà si stava divertendo un mondo.
”Sciocchezze. So che sono solo poche ore ma mi sento già come se stessi con una vecchia amica.”
”Okay, ma per favore avvisami quando ne avrai sentito abbastanza.” Rispose sospirando. “E’ bello avere qualcuno con cui parlarne. E’ difficile per le donne nella mia posizione trovare finalmente la compassione femminile.”
“Posso immaginarlo” osservò Lois severa, fissando laddove Jarod stava camminando al fianco di sua madre, e silenziosamente ringraziò Dio che lui avesse preso in sposa un altra e non una delle sue figlie.
”Ci sono gli inevitabili conflitti con i vicini… beh, i vicini MASCHI. Ci sono una terrificante quantità di sole ed inappagate donne per lui…Jarod è fortemente aiutato dalla sua bellezza e dall’aria da innocente della situazione. Sono sicura che lo avrai notato.”
”Hmmm…” fu la risposta della donna più anziana mentre lei raccontava e teneva gli occhi sull’uomo in questione.
”Poi c’era la moglie del ministro… ad ogni modo, stavo cominciando ad affezionarmi a quella cittadina del Delaware.” Parker dovette affondarsi un unghia nel palmo di una mano per impedire a se stessa di scoppiare a ridere. “E’ stato quando il terapista ci ha suggerito di rivolgersi verso una zona di campagna, un luogo che offrisse meno tentazioni e opportunità rispetto a una città o un paese. Così abbiamo deciso, ancora una volta, di cambiare.”
”E pensare” esclamò Lois “che quando lui mi ha raccontato del vostro trasferimento in Vermont suonava come qualcosa di… qualcosa preso da…”
”Green Acres” [E’ il nome di un vecchio telefilm ambientato in campagna N.d.Nanyscia] completò Parker.
”Esattamente!” esclamò la Olafson alzando un tanterello la voce, dopo di che si schiarì la voce e abbassò la voce di un decibel prima di continuare “Bene, sembra che stia tentando di salvare il vostro matrimonio ora… dandoti questa seconda luna di miele e tutto quanto.”
”Potrebbe sembrare così, ma non lo è” Parker abbassò il capo e fece diventare della sua voce un sussurrò.
”Oh no, non vorrai dirmi…”
”Lui non sa che lo so, o almeno penso che non lo sappia. Mi era sempre sembrato strano che lui ci avesse veramente lasciato perdere. Ma ora come ora, ho capito che quando lui fa qualcosa di dolce fuori dall’ordinario, è perché si sente colpevole di qualcosa. Ho cominciato a sospettare nel momento in cui è cominciata questa piccola fuga a sorpresa. E I miei peggiori timori sono stati confermati il giorno prima noi…” La Parker di Parker si affievolì mentre rallentava il passo.
”Suvvia, tesoro, andrà tutto bene” sussurrò Lois.
”Tutto ok voi due la dietro? State rimanendo indietro rispetto al gruppo.” Jarod avvisò le due donne.
”Non si preoccupi, Mr. Broots. Sua moglie ed io stiamo avendo un’amichevole chiacchierata, scambiandoci ricette e consigli. Mantenga gli occhi sulla strada e andrà tutto bene.”
”Okay, okay” cinguettò, ammiccando lievemente. ^Parker si starà divertendo!^
”Okay okay, il mio piede…” borbottò Lois a se stessa mentre riportava la propria attenzione su Parker che le stava sorridendo in gratitudine prima di continuare.
”Videocassette… ho trovato delle videocassette mentre rimettevo a posto il garage… Jarod è sempre così disordinato… E ho pensato che erano davvero delle ragazze carine e ben messe…”
”Ragazze? Quali ragazze?” domandò Lois alla compagna.
”Le ragazze della fattoria vicina… gemelle… fresche di scuola…diciottenni” declamò Parker, annuendo distrattamente “al meno SPERO siano diciottenni…”
”Buon Dio!”
”Suppongo che riceverò notizie dai loro genitori ogni giorno ora. Inevitabilmente vengono da me… fidanzati arrabbiati.. mariti… madri superiori.”
^Okay, Parker, hai proprio esagerato con quest’ultima.. Diavolo, è così divertente!^
”Adesso, credo proprio che dovrò aggiungere genitori arrabbiati alla lista” sospirò “Non capisco perché vengano da ME. Cosa credono che ci possa fare io?”
”Gesù! Be, cara, una cosa che puoi dare a quel, perdonami il francesismo, bastardo di una cane è un bel calcio nel didietro – o magari in un posto più appropriato – per poi dargli il ben servito!”
”Se solo potessi” disse Parker malinconica.
”Beh, perché non puoi? Sembri una donna intelligente e capace. Cosa te lo impedisce?”
“Perchè, oh, è così imbarazzante…”
”Di pure, non c’è niente di cui vergognarsi!”
”Ecco… beh, Jarod è ben fornito… oh, e le cose che un uomo può fare con la propria lingua… arrossisco al solo pensarci. Non posso proprio farne a meno… Ne ho bisogno… lui è così … Ad essere sinceri, devo ammettere che non importa quanto sia coinvolto, non ha mai trascurato i suoi doveri coniugali. Si, mio marito può andare tutto il giorno e tutta la notte, il che non è male per un uomo della sua età. Anche se, qualche volta diventa irritante, tutti quegli spostamenti, e il Vermont è squisito per…” Parker realizzò di essere sola e, facendo spallucce, si voltò.
“Lois? Perché ti sei fermata? Va tutto bene? Non ti vedo più..” Chiese Parker alla donna, ora bianca come un lenzuolo e con gli occhi sgranati e la bocca spalancata molti passi indietro a lei.
* * * *
”Non capisco. Ho fatto o detto qualcosa per offendere gli Olafsons?” Sussurrò Jarod a Parker mentre avanzavano avanti alla famiglia, la quale sembrava mantenere appositamente le distanze dalla loro guida.
”Non che io sappia. Perché?” rispose Parker innocentemente.
”Beh, dovrai aver notato che sembrano trattarci piuttosto freddamente. E da quando abbiamo superato la vecchia miniera sembrano tutti avere fretta di tornare indietro, soprattutto Lois. Si comportano in modo decisamente bizzarro. Quando ho provato ad aiutare Nonna a scendere quel grosso scalino, lei ha rifiutato di prendere la mia mano e, quando ho insistito, mi ha colpito con la sua borraccia.”
”Non lo ha fatto” replicò Parker ridacchiando.
”Oh sì, e Melanie, la figlia più piccola, mi ha spinto in un angolo tra i ceppi della miniera e ha fatto alcuni decisamente poco appropriati commenti, per una donna sposata quale è.”
”Lo ha fatto?”
^Guarda, biondina, che conosco circa 80 modi differenti per ucciderti con le mie sole mani nude.^
”E i ragazzi, beh, continuavano a lanciarmi occhiate cariche di disprezzo mentre gli altri continuavano a sorridermi ammiccando come se stessero condividendo una specie di scherzo ai miei danni. E’ strano.”
”Non posso aiutarti, Jarod. Siamo stati insieme per tutto il tempo e non ti ho visto fare o dire niente di offensivo. Penso che questo confermi quello che ho sempre saputo, che il genere umano è ricco di tipi strani.”
“Parker” brontolò.
”Hey, non sparare al messaggero. E’ stata una tua idea di coinvolgere il cast di “Fargo”, non mia.”
”Il cast di cosa?”
”Lascia perdere” sospirò “prima ce ne andremo da questa montagna, prima ci libereremo dei ‘Brady Bunch’ e” aggiunse immediatamente dopo “se mi domandassi chi LORO siano, io…”
”So chi sono i Brady Bunch, Parker, sono stato via solo un attimo.”
* * * *
”Allora gente, eccoci qua. E questo dopo sole sei ore. Devo dire che siamo scesi in tempo record. Spero che vi sia piaciuta l’escursione di oggi. Penso di poter dire anche a nome di Ginger che a noi è piaciuta molto.” Jarod fece del suo meglio per suonare allegro a dispetto della scomoda tensione che aleggiava sul gruppo, cosa che era ancora ben lontana dall’essere spiegata.
”E’ stata deliziosa, grazie” rispose Lois freddamente, lanciandogli un gelido sguardo prima di voltarsi verso Parker e, con uno sguardo misto tra disgusto e compassione, aggiunse “Spero che ti vada tutto bene mia cara. Buona fortuna.”
“Grazie, Lois” rispose lei con un dolce sorriso. “E’ stato un piacere conoscerti ed è stato un piacere chiacchierare con te.”
”Sì” rispose piattamente “lo è stato.”
”Bene” Jarod fece spallucce “Credo che dovremmo caricare Sig e Roy sul rimorchio. Vi auguro di godervi il resto della vostra permanenza.”
Con ciò, uno dei generi, quello più impressionato dalle particolarità della loro guida, offrì la propria assistenza a Jarod. Quando raggiunsero il retro del rimorchio, fuori dalla portata d’ascolto del resto del gruppo, il giovane gli si avvicinò con aria cospiratoria e domandò “Gemelle, eh? Come sono?”
”Scusami?” Jarod si voltò verso di lui, perplesso.
* * * *
”Suppongo che non avresti mai immaginato…” rifletteva Lois, fissando fuori dalla finestra del loro furgoncino a noleggio mentre si allontanavano dal parcheggio. Dando un ultimo sguardo alla sorridente, salutante coppia aggiunse con un sospiro “Sembravano così una brava coppia.”
”Beh, mamma” osservò la figlia maggiore “questo prova quello che ho sempre detto. In genere umano è ricco di tipi strani.”
”Sara” la rimproverò Lois.
”Non sparare al messaggero, Mamma. E’ stata una tua idea trascinarci a Long Mountain con il Marchese e la Marchesa de Sade, non mia.”
”Non so dirvi riguardo Ginger, ma Jarod sembrava terribilmente carino con me” cinguettò Melanie.
”Lui sarebbe… per te” mormorò Sara tra sé e sé.
* * * *
”Brave persone..” commentò Parker seccamente voltandosi verso la cabina del camion.
”Sì, credo che probabilmente lo fossero.” Rispose Jarod, alzando un sopracciglio e sorridendo mentre la guardava scomparire dietro il rimorchio. Trent’anni dopo e lei riusciva ancora a metterlo nei guai. Il suo sorriso si allargò al pensiero di ciò.
La strada dietro al ranch dei McEwan era generalmente silenzioso. Parker era soddisfatta con se stessa e a Jarod piaceva vederla in quello stato. Era stata una giornata piuttosto impegnativa e non aveva effettivamente avuto il tempo di osservare quanto adorabile lei apparisse nella sua nuova tenuta da escursione. Ora che stava avendo la possibilità di rifletterci sopra, questo stava avendo un effetto assai più snervante su di lui. Piuttosto improvvisamente, le parole della canzone che lei stava cantando il giorno prima irruppero nella sua mente così che lui cominciò ad immaginarla…
^In fondo al lago.^
^E sotto il tavolo nella mia sala da pranzo.^
^Fuori sotto la luna piena.^
Non era ancora riuscito a trovare il coraggio di realizzare scende del genere ma immaginare il suo capo gettato all’indietro, gridando in estasi, era abbastanza per lasciare la sua bocca completamente secca. Si strappò di dosso il colletto inumidito e portò le dita a pettinarsi i capelli mentre tentava di cancellare dalla sua mente l’immagine di di una nuda… e molto soddisfatta Miss Parker…
In fondo a un lago…
Sotto un tavolo…
Sotto la luna piena…
”Tutto ok, lab rat? Sembri un tanterello…” lei fece un altra delle sue terribilmente sexy, profonde risate e Jarod cominciò a pregare silenziosamente che non andassero a finire in un fosso “distratto.”
”Hmmm… solo un po’ stanco, credo.”
”Mi dispiace di sentire ciò perché mi sembra di ricordare che tu mi debba alcuni ENORMI favori nei miei confronti.”
^Oh, Dio! Lei proprio doveva dirlo, doveva??^
* * * *
”Ehi, ciao” Parker sorrise mentre abbassava lo sguardo su un ragazzino dai capelli castani e gli occhi blu che le stava tirando il pantalone “chi dovremmo avere qui?”
Il bambino abbassò gli occhi timidamente e non disse niente ma la strattonò nuovamente i pantaloni.
”Questo è piccolo Chuck, il mio nipotino. Ha solo tre anni ma è gia sulla buona strada con le donne.”
”Proprio come il Chuck maggiore” scherzò lei prima di accovacciarsi rivolta al suo piccolo ammiratore.
”Spero che i ragazzi stanno aiutando Jarod a scaricare il rimorchio. Sembrava un po’ stanco quando vi siete fermati.”
”Oh” rispose Parker con un sorriso mentre faceva avvicinare il piccolo al suo grembo “Starà molto meglio – non c’è niente di meglio di un sonnellino come cura.”
Avendo scaricato con successo Siegfried e Roy con l’aiuto dei ragazzi McEwan, Jarod attraversò il cortile andando verso Chuck e Parker. Appena si avvicinò, si trovò nuovamente stupefatto, affascinato per l’ennesima volta in pochi giorni.
”Oh, i baci della farfalla…” Sentì sussurrare Parker mentre si piegava e, con le ciglia, faceva il solletico sulla guancia del piccolo che sedeva sulle sue ginocchia. Ridacchiando, il ragazzino le ricambiò il gesto.
”Guarda, ti sei guadagnato un rivale” scherzò Chuck quando vide Jarod avvicinarsi.
”Ho visto” rispose Jarod con un sorriso, mentre già era perso nei suoi pensieri. Parker sarebbe stata un ottima madre. Era fortemente fedele, forte, e capace di qualsiasi cosa per proteggere coloro che amava, come aveva fatto pochi giorni prima ad Albuquerque, come aveva fatto dozzine di volte durante tutti quegli anni da quando lui era scappato. Ma era anche capace di così tanta tenerezza, come aveva dimostrato anni prima con quella ragazzina terrorizzata alla Dover Town Bank, come aveva mostrato a Thomas, come appariva ora. Lui non aveva mai incontrato, e dubitava seriamente che sarebbe mai accaduto, nessuno come lei. Non c’era nessun altro…
Parker alzò lo sguardo e ricambio il sorriso e, per un istante, gli sembrò di credere che tutto fosse vero. Lei era sua, lui era suo, e loro erano una normale, felice coppia in vacanza. Il centro non esisteva e nessuno dei due aveva provato l’immenso dolore che da sempre caratterizzava le loro vite.
”Il piccolo Chuck vuole conoscere Elvis così ho pensato che potremmo scendere al fienile insieme.” Disse lei.
”Mi sembra una buona idea” rispose lui caldamente.
Era cos’ facile fingere perché questa volta, questa simulazione veniva così facile. Pensò per un attimo a Zoe, la donna con cui stava passando le vacanze solo pochi giorni prima, e alla loro prima avventura insieme quando avevano finto di essere sposati. Nessuno ci aveva creduto seriamente quella volta e ciò faceva parte del divertimento. Ma lui e Parker non stavano avendo nessuno problema a convincerne le persone intorno a loro, forse perché, in un certo senso, non stavano fingendo. Beh, sicuramente lui non lo stava facendo e pensava, sperava, che fosse così anche per lei.
^Ancora quello sguardo… dannata te se non avevi ragione, Mamma…^
Con un vigoroso “Su andiamo!” Parker si alzò da terra insieme al bambino. Tenendo il piccolo in braccio, si avviò verso il pascolo.
”Allora te lo affido” annunciò Chuck, leggendo l’espressione del suo amico. “Sono sicuro comunque che sua nonna arriverà presto a recuperarselo. Non riesce a sopportare di stare lontano da lui molto a lungo.”
”Um, okay” rispose Jarod distrattamente, con la mente occupata dal pensiero di dove avrebbe trovato rifugio, e a come avrebbe potuto ottenere un altro bacio a Miss Parker.
* * * *
Come previsto, Blanca arrivò presto per riprendersi suo nipote, lasciando Jarod e Parker soli nel fienile. Regnava un imbarazzante silenzio, mentre lei aspettava la sua prossima mossa e lui contemplava riguardo a cosa avrebbe fatto lei. Carezzò Elvis e Charo mentre lui fissava intensamente il pavimento, occasionalmente calciando il fondo di paglia. Questo continuò per diverso tempo, con una forte tensione che rimpiazzava l’ossigeno fino a farli respirare a malapena quando, finalmente, lui si decise.
”Gemelle, huh?” commentò, lanciandole una maliziosa occhiata.
”Beh” sospirò “una persona può morire di noia se non trova il modo di intrattenersi” Un sorriso rifece capolino sulle sue labbra.
Ci fu un’altra pausa, durante il quale nessuno di loro prese fiato e poi…
”E’ così, tu mi desideri!”
Parker strillò mentre Jarod le si lanciò contro. Velocemente cercò di togliersi dalla sua traiettoria ma lui le fu dietro, afferrandola e stringendola alla vita. Facendola ruotare, la spinse contro una trave di legno. Entrambi stavano ansimando.
“E’ chiaro, non posso lasciarti sola un minuto” la rimproverò mentre premeva il proprio corpo fermamente contro il suo “è evidente che non ci si può avere fiducia in te e nel tuo comportamento.”
”Oh sì” lo sfidò senza respiro “e cosa, esattamente, avevi previsto per questo, caro il mio Ragazzo delle Meraviglie!”
”Hmmm…” alzò gli occhi fingendo di riflettere “”Riguardo questo?”
Le pizzicò la punta del naso e sorrise.
”Questo è il tuo meglio?” ruotò gli occhi e finse uno sbadiglio.
”Riguardo questo” disse ancora più dolcemente per poi darle un dolce, duraturo bacio su ognuna delle palpebre. Lei fece un profondo respiro e potè sentire il suo corpo cedere contro quello di lui.
”Ooooh” disse a bassa voce, quasi in un sussurro “mi stai facendo tremare, scimmietta.”
”Sì…” sfiorò le sue labbra con le proprie “lo credo.”
”Beh,voglio proprio vedere riguar… mmmm!”
In un istante, le sue labbra furono sue, la sua lingua nella sua bocca dove esplorava con tenerezza ma anche premura. Lasciò andare le braccia con cui la bloccava ai fianchi e la strinse in un abbraccio. Dopo qualche momento, lei recuperò abbastanza lucidità per diventare un partecipante attivo, portando le proprie mani tra i suoi capelli, facendo scorrere le sue dita attraverso questi, strappandogli un gemito quando la sua lingua cominciò a duellare per il controllo.
Per non essere da meno, spinse ulteriormente la sua schiena contro la trave, portando una delle sue gambe tra le sue, forzandole a stare lontane mentre le sue mani leste trovavano la propria strada sotto la sua maglietta, una sulla sua bassa schiena dove accarezzare la sua pelle morbida mentre l’altra andò verso il suo ventre, indugiando per un momento finchè non trovò il coraggio di scivolare sul suo petto. Delicatamente le prese il seno sinistro, e questo la fece distaccare dalle sue labbra, e ansimò.
”Oh, Dio!” gridò quando fece correre il suo pollice sul suo capezzolo, lo poteva sentire indurirsi attraverso la stoffa del suo reggiseno.
Incoraggiato da ciò, portò avanti l’altra mano e ripeté il processo con l’altro seno, suscitando nuovamente una reazione positiva da parte sua. Si allontanò leggermente e le lanciò uno dei suo sguardi “ti ho preso!”. Lei rispose con un’occhiata di sfida, gli occhi blu che lo fissavano mentre muoveva il bacino vicino al suo, costringendolo a chiudere momentaneamente gli occhi e gemere.
Quando li riaprì lei recava un sorrisetto soddisfatto. I suoi occhi seguirono il profilo del suo corpo per poi risalire prima che lei commentò, con molta più disinvoltura di quella che lui si sarebbe aspettato da lei in una circostanza del genere, “Ora QUESTO decisamente NON è il tuo telefono cellulare.”
”No” rispose calmo, anche se alquanto senza fiato, mentre rammentava dove fossero le sue mani. Si piegò come per sussurrarle qualcosa, mentre faceva scivolare una mano sotto la seta del suo reggiseno. “Ma questo è tutto tuo, non è così, Miss Parker…tutto tuo…” le mormorò nell’orecchio mentre lei incurvava la schiena, premendo il suo corpo contro il suo.
”Okay, ora puoi stare zitto…” fu la sua unica risposta mentre lo spingeva in un altro bacio, i loro corpi scivolavano giù lungo la trave fin quando non crollarono sul fondo di paglia, lui sotto e lei sopra di lui, naturalmente.
* * * *
”Ehilà! Oh cari! Mi dispiace ragazzi, ma avrei dovuto pensare che eravate qui da troppo tempo…oh Gesù!” Chuck balbettò, mentre stava in piedi raggelato all’ingresso del pagliaio e non poteva fare a meno di guardare dritto avanti a sé, all’uomo e alle donna che aveva appena scoperto sdraiati sul pavimento del suo pagliaio, chiaramente impegnati a insegnare a loro modo al piccolo Elvis una o due cose sulla natura.
”Non devi scusarti di nulla, il fienile è tuo” Disse Jarod cortesemente mentre si tirava su per rimettersi la maglia e, intanto che c’era, provava speranzoso a oscurare Parker alla vista del visitatore mentre lei tentava di rientrare nel reggiseno che lui era appena riuscito a sfilarle. Giudicando dai grugniti e i borbottii che sentiva imprecare dietro di sé, non stava avendo molto successo. In effetti, le ricordava una tartaruga bloccata sulla schiena e quasi scoppiò a ridere finchè non realizzò che così facendo avrebbe avuto la certezza che non avrebbe mai più avuto esperienze di prima mano con il reggiseno di Miss Parker o, più altro, con i tesori in esso contenuto.
”Jarod!” bisbigliò Parker attraverso i denti digrignati.
”Uh, sì?”
”La mia maglia! Dov’é?” Jarod la guardò di traverso e poi si guardò intorno.
”Um, vi lascio a” Chuck si schiarì la voce “rimettervi in sesto, prima di tornare per un paio di cose. Mi dispiace davvero..oh Gesù!” Ripeté mentre si grattava nervosamente il collo, prima di voltarsi e lasciare rapidamente il campo.
”Ci sei seduto sopra!”
”Su cosa?”
”La mia maglia, idiota!”
”Oh, scusa…” Jarod si alzò e voltò per trovare Miss Parker seduta sul pavimento in reggiseno, pantaloni e stivali, con i capelli in disordine e disseminati di paglia. Era rossa, sudata e ancora senza fiato. Non poté farne a meno e le sorrise.
Lei alzò lo sguardo su di lui “Suppongo che pensi che ciò sia divertente.”
”Non riesco a farne a meno, sei così…” ^Devo dirlo?^ “Bella.”
”Potrei avere la mia maglia, per favore?” Rispose, facendo però seguire un sorriso.
”Sembriamo avere un certo effetto sulle persone intorno a noi questa settimana.” Commentò mentre le offriva una mano per aiutarla ad alzarsi. Lei si alzò e tentò di ripulirsi prima di riprendersi la maglia da lui, sbattendola e infilandosela.
“Comincio a vedere un certo buon senso nel tenerci lontani tutti questi anni.” Scherzò mentre tentava di raddrizzare i vestiti sgualciti e sistemare i capelli arruffati. Arrivata alla conclusione che quello non era il modo di nascondere il fatto che stava per farlo sul pavimento di un pagliaio, alzò le spalle e disse. “Avanti, Jarod, sciogli questo ghiacciolo.”
”Come desidera, Miss Parker” rispose lui, seguendola e facendo un grande sorriso.
* * * *
”Erano i Broots quelli che ho visto andare via?” chiese Blanca a suo marito mentre si avvicinava al pascolo.
”Sì.”
”Bene. Allora, cosa hanno detto?”
”Molto poco” rispose ridacchiando.
”Beh, hanno detto di sì o di no?”
”Per cosa?”
“Dios mio, non dirmi che te ne sei dimenticato ancora!”
”Huh?”
”Di invitarli a cena!”
”Ah, tesoro, ecco vedi… forse è meglio cenare soli stasera.”
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