Land of Enchantament, fanfic tradotta su The Pretender [Completa]

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Nanyscia
view post Posted on 26/7/2005, 15:34




eh, devo ancora cominciare a tradurlo ^^"" cmq è abbastanza breve, per fortuna.. è un episodio di transizione..
 
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view post Posted on 26/7/2005, 15:43

Geek & Cottoncandy
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ah ho capito
Ot:nn è che poi l'ahi letta la mia vecchia ff?
 
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Nanyscia
view post Posted on 26/7/2005, 16:30




OT si, ma non tutta però... perchè ha uno stile... non adatto alla mia bassa vista XD infatti se noti Land of enchantamente è divisa in paragrafi, altrimenti non riuscirei a leggerla nemmeno io stessa /OT
 
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view post Posted on 26/7/2005, 17:21

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sì in effetti conviene lasciare più spazio...me ne ricorderò per la proxima volta!
 
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Nanyscia
view post Posted on 26/7/2005, 17:26




appost.. me invece adesso volo sul capitolo 8 XD
 
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Nanyscia
view post Posted on 19/8/2005, 22:38




E ta daaaaaaaaan capitolo 8! Che io sottotitolerei "come attirarsi mazzate e botte da parte dei lettori" XD XD XD

Land of enchantament
Capitolo 8

“Così, stai cercando di sviluppare il tuo ‘Senso Interiore’ . Come sta andando?” Jarod fissò nuovamente Parker, la quale si era voltata verso di lui pur rimanendo nello stesso punto al limitar del portico, con le braccia incrociate, mentre parlava degli ultimi avvenimenti della sua vita.

Stringendosi nelle spalle, lei rispose “Beh, io ci provo, anche se sto passando un periodo d’inferno nel provare a controllarlo. Per la maggior parte del tempo è lui a controllare me. Syd mi sta dando un grandissimo aiuto sebbene io pensi si senta un po’ fuori luogo in tutto ciò. Non so come farei senza lui, tuttavia. Mi sta dando un sacco del suo tempo, nel tempo libero e nei weekend. Siamo molto discreti. Lyle sarebbe più che felice di trovare ogni appiglio pur di mettermi i bastoni tra le ruote.”

“E, che cosa hai scoperto? Niente… riguardo Ethan… tua madre… mia madre… me?” Si spostò verso l’orlo della panca.

Parker arricciò le labbra. “Ecco, lo sapevo! Sapevo che nell’istante in cui te l’avrei detto sarei stata risucchiata in una trappola delle tue. Era per questo che ero determinata a tenermelo per me, questa settimana almeno. L’intera faccenda è piuttosto complicata, per non dire esauriente, ed è per questo che ho deciso di concedermi una vera vacanza.”

“Con una piccola deviazione per una chiacchierata con un criminale violento.”

“Diavolo, questo non fa di questa una settimana impegnativa” sorridendo aggiunse “Sai, non avrei dovuto fidarmi troppo, Jarod. Non so esattamente come funzioni ma sono sicura che non è come una di quelle macchinette della fortuna da strada.”

“Huh?”

“Spero che, in qualche modo, sarò un giorno in gradi di utilizzare qualunque cosa abbia al servizio della verità ma non penso che sarà mai qualcosa del tipo domanda/risposta. Le informazioni non sembrano arrivare in modo netto e fluido. Voglio dire, se così fosse, mia madre non sarebbe stata in grado di proteggersi?”

“Credo che tu abbia ragione.” Rispose malinconico, appoggiando la testa alla spalliera.

Lei attraversò il portico e si sedette affianco a lui, battendo una mano sulle sue ginocchia mentre guardava da qualche parte nell’oscurità. “Ma dopotutto non è quello il punto?” domandò lei.

“Cosa vuoi dire?” la fissò.

”Ho una domanda per te, Jarod” Si voltò verso di lui. “Stiamo giocando a questo tuo piccolo gioco… nostro piccolo gioco… da quanto tempo, quattro anni?”

“Quattro anni…” mormorò per via degli effetti indotti dall’alcol, senza contare l’altra sostanza di gran lunga intossicante che aveva assaporato per tutta la serata. Era distratto dall’improvvisa consapevolezza che la mano di Parker era rimasta sulle sue ginocchia. Sforzandosi per concentrarsi, affermò “Sì, sono quattro anni.”

“E, e malgrado tutti i tuoi sforzi, la tua insistenza nel trascinarmi, scalciante e urlante, in questa piccola avventura delle tue – questa ricerca della verità – malgrado tutti gli ostacoli, i morti , le rivelazioni bizzarre, la violenza, gli…” fece una pausa “incidenti… dimmi qualcosa, davvero ti senti più vicino oggi rispetto al giorno in cui sei fuggito? Vicino alla verità, questo è…”

Sulle prime sembrò che Jarod stesse preparandosi per fare un obiezione, in risposta alla quale Parker piegò il capo e aggrottò un sopracciglio. Invece lui fece solo spallucce e sospirò, aggrottando lui pure le sopracciglia.

“Si, nemmeno io. E, mentre penso che qualcuno potrebbe dire che abbiamo fatto ALCUNI PROGRESSI negli ultimi mesi, dovrai concordare che tra le domande a cui rispondiamo o PENSIAMO di aver risposto, tre sembrano essere andate al proprio posto.”

Jarod annuì stancamente in accordo.

Parker guardò ancora fisso davanti a sé, nell’oscurità, e raccontò “Una notte, credo una settimana o poco più dopo… non dormivo. Non penso davvero di avere avuto una notte di sonno decente da, come li chiama Sydney, dai ‘recenti eventi spiacevoli ’ , ed era ora che se ne vedessero i risultati. Mi sentivo come la più miserabile delle persone… confusa, impaurita e preoccupata…riguardo Ethan, riguardo Broots. E la nostra ultima conversazione, beh non era stata esattamente uno dei nostri momenti migliori.”

“No, non lo era.” concordò.

“E, per quanto odi ammetterlo” continuo lei “notti come quella difficilmente non hanno precedenti nella famiglia Parker. Tuttavia, quando finalmente mi sono sentita un po’ meglio e sono scesa dal letto, credo fosse verso l’alba, mi sono guardata nello specchio e ho avuto lo shock più grande della mia vita.”

“Che cosa hai visto?”

“Il mio futuro, Jarod… e non era bello! Ho visto una donna ormai non più giovane; una donna che aveva lasciato passare la vita; una donna che era sola con nessuno a farle compagnia ma solo tristi ricordi e una vita piena di rancori. E, devo dirti, con tutto quello che ho visto nel corso degli anni, tutti gli orrori a cui ho assistito, niente mi aveva mai terrorizzato come quello che ho visto quella sera. Tutto ciò è durato un istante, un fulmine. Miss Parker ha avuto una visione, Jarod, è stato tutto così semplice, eppure così maledettamente intenso, allo stesso tempo.”

“Qualcosa deve cambiare.” Dichiarò Jarod.

Lei si voltò verso di lui. “Sì, qualcosa deve cambiare, ma cosa? So che ho un qualcosa da completare, entrambi lo sappiamo. E questo qualcosa mi trattiene a quel posto, così come trattiene te, anche se in un altro modo. E poi devo vederci chiaro – devo farlo per mia madre…” sorrise “e la tua – c’è sempre la possibilità che non ci riuscirò mai o che morirò provandoci.”

Jarod si rabbui alla sue parole, scuotendo la testa vigorosamente. Lei cercò e gli accarezzò una guancia per rassicurarlo prima di reclamare nuovamente le sue ginocchia.

“La questione è, LORO non cambieranno mai, QUEL POSTO non cambierà mai, così che non rimane che cambiare… me. Credo di aver capito che ciò di cui ho veramente bisogno per sopravvivere è sviluppare nuove abilità. Fortunatamente, ne ho già una dentro di me, proprio qui.” Con la mano si toccò il petto, sopra il cuore.

“Il tuo senso interiore.”

“La voce di mia madre. Mi è venuto in mente che le cose più importanti che lei aveva da dirmi probabilmente non avevano nulla a che fare con i misteri del mio, del nostro, passato. Ho capito che probabilmente lei avrebbe voluto parlarmi delle cose della vita, Jarod, cose che avrebbe dovuto dirmi quando fossi cresciuta, se avessimo passato del tempo insieme. Così, sono andata al piano di sotto, mi sono fatta una tazza di caffè ed ho aperto il dialogo.”

“Veramente?” Era interessato dalla cosa.

“Sì. Le ho chiesto cosa secondo lei avrei dovuto fare. Così tante cose erano andate storte e non sapevo come fare. Se solo avesse potuto dirmi come adempiere al mio compito, darmi un qualsiasi segno. E, come per magia, è arrivato.” Sorrise, scuotendo il capo.

“Cosa?” Domandò Jarod, con la voce piena di curiosità.

“Qualcuno ha bussato alla porta. Mi sono spaventata e ho reagito esattamente come tu ti aspetteresti da me in una circostanza del genere.”

“Hai tirato fuori la pistola.”

“Beh, erano le sei di mattina e… possono succedere brutte cose a una ragazza in un portico la mattina presto..” Un ombra scura le attraversò il volto ma fu rapidamente scacciata dalla sensazione che la mano di Jarod stesse accarezzando le sue mentre stavano sulle sue ginocchia.

“Così, hai risposto alla porta?” chiese insistente

“Sì, e non riuscivo a credere ai miei occhi! C’ era.. c’ era Broots!” Parker fece un gran sorrise al ricordo. “Avresti dovuto vedere la sua faccia quando ho aperto la porta e gli ho gettato le braccia al collo. Penso di essere scoppiata a piangere, beh deve essere stato così perché alla fine la sua t-shirt era completamente bagnata.” Cominciò a ridere. “Così, mi sono ritrovata lì, stringendolo quasi strozzandolo, premendo la mia PISTOLA contro la sua schiena perché non mi ero fermata a metterla giù! Nel frattempo lui si stava agitando come un pazzo, cercando come un demonio di staccarsi da me, probabilmente se la stava facendo anche sotto, e poi ha cominciato a mormorare ‘Miss Parker?’” Lei stava ridendo forte mentre Jarod la guardava.

Asciugandosi una lacrima dalla guancia continuò, “Dio, non pensavo che l’avrai mai lasciato andare ma, naturalmente, l’ ho fatto… alla fine. L’ ho prontamente baciato e minacciato di morte nel caso volesse riprovare a farmi uno scherzo simile!”

“Mi era giunta voce che fosse tornato, sano e salvo, ed è stato molto rassicurante. Mi sento un po’ in colpa per questo…”

“Non è colpa tua, Jarod, e Broots sarebbe il primo a dirti così. Mi ha detto che aveva solo bisogno di un posto dove convivere con la sua pazzia. Con Debbie al sicuro al campo estivo, aveva deciso di sparire dalla scena per un po’, per pensare su alcune cose. Dopo un po’, ha capito che c’eravamo fatti prendere dal panico e cominciato a sentirsi in colpa per essersi presentato alla mia porta. Potevo capire perché lo fosse. La sua principale debolezza è la sua normalità. Noi ci cacciamo nei guai e non sappiamo nient’altro, ma non il nostro Broots. Immagina quanto orribile deve sembrare tutto questo a qualcuno di fuori. Certe volte mi stupisco della sua forza… è un cuor di leone, il nostro Broots…un cuor di leone.” Sorrise radiosa.

“Gli vuoi davvero molto bene.” Disse Jarod un po’ melanconico, sentendo una fitta di invidia al pensiero del legame che ci era creato nella squadra creata per catturarlo. Nel corso degli anni loro avevano potuto contare l’un l’altro mentre lui aveva sempre dovuto cavarsela da solo.

“Non so come avrei fatto senza di lui, Jarod, sebbene non permetterò mai che lui lo sappia. Non voglio che il ragazzo si monti la testa.” Ridacchiò, aggiungendo "Quindi dopo avergli reso abbondantemente chiaro che sarebbe morto per mano mia se fosse sparito di nuovo così, gli ho dato una tazza di caffè e l’ ho mandato per la sua strada. Poi ho chiamato Sydney per fargli sapere che il figliol prodigo era tornato. Lui ha provato lo stesso sollievo che ho provato anche io. Stavamo coprendo Broots al lavoro e la nostra storia stava cominciando a non reggere.”

“Così, hai avuto il tuo segno.” Continuò Jarod mentre le stingeva le mani.

“Cosa posso dirti, ha fatto un buon lavoro, mia madre. Ed è stato molto di più di un segno, Jarod, ho ricevuto il messaggio, forte e chiaro.”

“E qual era il messaggio?”

“Quanto fortunata sia.”

“Fortunata?” la guardò dubbioso.

“Sì, fortunata. Lo sai che le orecchie di Broots arrossiscono quando dico qualcosa di carino? Le sue ORECCHIE, Jarod!” ridacchiò “E la voce di Sydney, hai mai notato quanto meravigliosa sia? Beh, cielo, guarda a chi lo sto chiedendo, tu tra tutti dovresti saperlo. E’ così calda e confortante, così… paterna.”

Jarod annuì assente, la complessità delle sue emozioni nei confronti dell’uomo chiaramente evidenti nella suo sguardo perso nel vuoto.

“Oh” continuò Parker mentre delicatamente afferrava il mento di lui e girava la sua testa per averlo dritto di fronte a sé. “e c’è questo.” Allungò il braccio, gli carezzò la guancia e passò la mano sul neo sotto il suo occhio destro, passandoci sopra con il pollice, sempre molto gentilmente, mentre parlava. “Questa piccola macchiolina pigmentata, è sistemata pericolosamente sull’orlo del tuo zigomo, ci sta proprio bene. Fa così… TE! Non ho mai saputo resistere a quel dannato neo, non importa quanto arrabbiata io sia. Dovresti ringraziare la tua buona stella per questo; ti ha salvato la pelle più di una volta.” Ridacchiò, aggiungendo sotto voce “e parlando del tuo sedere…”

“Penso che con quello siamo già a posto.” Osservò Jarod mentre poggiava le mani sulle sue e apriva gli occhi. Portò la sua mano sulla propria bocca e le baciò il palmo, con gli occhi persi nei suoi mentre permetteva che le sue labbra indugiassero sulla pelle morbida.

“Lo faremo, vecchio amico, lo faremo.” Lei sorrise maliziosamente mentre godeva del suo tocco. ^Dio, questo è davvero TROPPO…^

Schiarendosi la voce, fece capire a Jarod che la festa per lui era finita. Lui lasciò che le sua mani cadessero dalla sua bocca ma lei non volle.

“E’ sufficiente dire che Parker sta imparando a godersi i piccoli piaceri della vita. Sono stata toccata da mani meschine, ma ho anche avuto la benedizione di avere delle persone incredibile nella mia vita. Non sono sola, lo capisco solo ora… nonostante quello che mi ha sempre detto quel LUNATICO che continua a chiamarmi nel bel mezzo della note” ruotò gli occhi “E, per quanto lontana dall’essere ideale, questa è la mia vita e non posso evitare di viverla ancora a lungo. Devo permettere a me stessa di godere delle belle cose così come di sopportare quelle brutte.”

“E tu puoi farlo? Veramente?”

“Perchè no? Non è che le mie aspettative siano eccezionalmente alte. Dopo tutto, stai parlando con una donna che può considerare come buone giornate tutte quelle in cui non riceve proiettili o non si trova faccia a faccia con recenti, o qualche volta non recenti, deceduti. Dovrebbe essere più facile per me che per la maggior parte delle persone. Ad alcuni, è sufficiente un capello fuori posto per mandarli in crisi.” Sottolineò con una risatina.

“Beh, se posso dirti una cosa, a te di certo stanno bene” commentò Jarod mentre allungava il braccio e le accarezzava una ciocca di capelli.

“Penso di sì” rispose lei in uno sbadiglio, seguito da un sorriso assonnato.

“Adesso dovresti davvero andare a letto. Siamo nel cuore della notte.” Insistette lui con tono basso e delicato. Non c’era niente di più bello di una assonnata Miss Parker, ad eccezione forse di un’arrabbiata Miss Parker, o di una divertita Miss Parker, o di una trionfante Miss Parker, o di…

“Okay, se prometti di riposare un po’ anche tu.” Rispose lei mentre si alzava, e per la gioia di Jarod, stiracchiava. Stava cominciando ad affezionarcisi a ciò.

“Lo farò” rispose lui, con la mente già al lavoro su tutto ciò che lei le aveva detto quella sera.

Lei riusciva quasi a sentire gli ingranaggi della sua testa lavorare e sapeva cosa voleva dire. Prese una decisione e, soffocando un sorriso, dichiarò “Bugiardo!”. Lo afferrò per il braccio e tirandolo, ordinò “Alzati, Frankenboy, tu vieni con me.”

“Dove?” chiese Jarod preoccupato.

“Lo vedrai” rispose lei mentre lo tirava in casa dietro di sé.

* * * *

“Non fartela nei pantaloni, Jarod, è solo un letto!”

Stavano in piedi, uno di fronte all’altro, alle due estremità del letto. Parker vestiva la sua camicia da notte blu e, dopo una buona dose di adulazione, era riuscita a convincere Jarod a liberarsi dei jeans, lasciandolo in boxer e t-shirt.

“Insomma, entra!” domandò lei impaziente. Lui non mosse un muscolo, guardandola come se le fosse stato appena chiesto di buttarsi in un covo di vipere.

“Per l’amor di Dio, cosa credi io abbia intenzione di fare? Toglitelo dalla testa! Sono abbastanza sicura di essere in grado di controllarmi.” lo prese in giro.

“Dopo quella confessione sul mio neo, non ne sono così sicuro.” Sorrise ammiccando, grattandosi il capo.

“Hai la mia parola che il tuo neo, così come il resto del tuo corpo, rimarrà indisturbato. Ma non posso dormire sapendo che passerai la notte lavorando a Dio-sa-cosa, così eccoci qua.” Fece cenno al letto tra di loro.

“La tua parola?” domandò, puntando adorabilmente i suoi occhi scuri su di lei.

“Sì, la mia parola, che ti ricordo, ho mantenuto fedelmente questa settimana. Ora, o tu entri in questo letto o dovrò farti del male” lo avvisò, lanciandogli un’occhiata che tradiva la natura scherzosa della sua ultima affermazione.

“Okay, okay, non ti scaldare tanto.” rispose, riprendendo le parole di lei qualche ora prima, mentre scopriva il letto e vi entrava.

Sorridendo con soddisfazione, lei subito lo seguì. Mettendosi seduta, prese la caraffa d’acqua che aveva sistemato sul comodino e riempì un bicchiere. La testa di lui era sopra il cuscino appoggiata al suo braccio, e la guardò bere. Lei ne bevve tutto il contenuto, per poi girarsi a riempirlo nuovamente e avvicinarglielo.

“Hey tu, siediti e bevi questo.”

Lui si mise seduto e lei si avvicinò, premendogli il bicchiere contro le labbra. Lui portò la mano sopra la sua sul bicchiere e cominciò a bere.

“Ti senti meglio la mattina se non vai a letto disidratato.” Spiegò lei mentre lui la fissava ancora attraverso i profondi occhi neri e beveva tutto in un fiato. ^Oh Dio, ancora quello sguardo… come posso tenere le mie mani lontano da lui? Non che io pensi che gli dispiacerebbe, ma che io sia dannata se gli do questa soddisfazione, la piccola scimmietta insolente… d’altronde, Jarod non è il tipo di uomo che salta facilmente dal letto di una donna all’altro… o almeno io non PENSO che lui sia… okay, prova a evocare la cosa meno sexy che puoi immaginare. Hmmm… Raines… Raines in PERIZOMA! Bene, sembra funzionare!^ Parker tremò leggermente, poi realizzò che Jarod aveva svuotato il bicchiere e che la stava guardando in attesa. Lei si voltò e lo rimise a posto sul comodino e infine spense la luce.

“Buonanotte, Jarod.” Disse lei mentre si tirava su le coperte e si voltava dandogli le spalle.

“Buonanotte, Parker” rispose lui con un sospiro mentre si sdraiava nel suo lato di letto, il più lontano possibile da lei anche occupando lo stesso capo d’arredamento. Non che l’intensità della SUA forza di volontà gli interessasse. ^Non riesco a capire perché lei ha pensato di portarmi QUI, di TUTTI i luoghi, per farmi rilassare. Personalmente, sarei stato molto più comodo sul divano o, ancora meglio, in una VASCA PIENA DI GHIACCIO!^

* * * *

Malgrado la tensione, e in largo merito della quantità di tequila che aveva consumato precedentemente, Parker era riuscita a rilassarsi per un momento prima che qualcosa la facesse sobbalzare.

Si voltò per trovare Jarod, completamente sveglio, e che la fissava. “Pensavo di averti detto di dormire” disse piano.

“Non riesco.. io solo… vorrei essere al posto tuo.”

“Lo so, ma non posso prendere il tuo posto. Devi trovare il modo di adattarti. Nel frattempo, non riesco a dormire con te che stai scavando una buca nel retro della mia testa.”

“Mi dispiace” Lui fece un movimento per alzarsi.

“No, per favore resta” lo pregò raggiungendo e accendendo la luce. Si tirò su e sollevò la testa per sentire qualcosa, la fronte aggrottata per la concentrazione. Poi sorrise, annuendo.

“Togliti la maglia, Jarod” gli ordinò lei.

“Scusa?”

“Mi hai sentito. Togliti la maglia, oh, e girati... sullo stomaco.”

Non era in condizione di discutere così fece quello che lei gli aveva chiesto. Dal suo canto, Parker sperò che il suo viso non lasciasse trasparire quel che gli passava per la testa mentre guardava Jarod portare la maglia oltre la testa. Non c’era niente di salutare nei suoi pensieri.

“Adesso” annunciò lei mentre si voltava su un fianco per trovarsi faccia a faccia con lui, poggiando il capo su un gomito “vediamo se riusciamo a far rilassare e addormentare il nostro ‘ragazzo delle meraviglie ’ ”

“Seriamente ne dubito, Parker” rispose lui fissandola. “Non penso che il rilassamento sia lo stato naturale per un qualsiasi uomo che si trovi nel tuo letto”

“Beh no” sorrise “non lo è, ma abbi pazienza. Sistemati lì e chiudi gli occhi.” Portò una mano sulla schiena di lui, sorridendo al suo calore e permettendogli di abituarsi alla sensazione del suo tocco, prima di cominciare a massaggiare gentilmente con movimento circolare.

“Questo è quanto… quello è un bravo ragazzo” disse piano “ora voglio che ti rilassi e ti concentri su una qualsiasi immagine ti venga in mente… abbracciala, Jarod. Puoi farlo per me?”

Jarod annuì leggermente, ma non disse nulla. Non sapeva come facesse ma lei stava riuscendo a farlo rilassare. Dopo un po’ gli venne in mente qualcosa, un immagine, o forse un ricordo, di molto tempo prima. Stava fermo nel letto, sullo stomaco, e qualcuno gli stava massaggiando la schiena con un gentile movimento circolare.

“Adesso questo è un bravo ragazzo. Questo è il mio ragazzo, il mio meraviglioso ragazzo. E’ ora di andare a letto adesso, di andare a letto per mammina. Puoi fare questo per me?”

Lui guardò fissò negli occhi di sua madre, e si sentì al sicuro e amato. Poi permise che i suoi occhi si chiudessero mentre lui… si arrendeva.

“Sogni d’oro, ragazzo” la sentì sussurrare mentre lui cadeva in una pietosa incoscienza. Non più lontano della voce di sua madre, ne era sicuro, ma una che conosceva assai meglio…

* * * *

“Wow” bisbigliò a se stessa mentre lo guardava, ascoltava il suo profondo e ritmico respiro e si stupiva della maschera di pace sul suo viso mentre dormiva profondamente.

^Il sonno degli innocenti…^

Sorrise e si rannicchiò vicino a lui finché il suo viso fu vicinissimo a quello di lui.

^E, fratello, se mai qui c’è stato un innocente…^

Parker era completamente sveglia. Era troppo eccitata per dormire. Aveva anche pensato di chiamare Syd per dirgli tutto quanto… quello che aveva fatto… con l’aiuto di sua madre… come lei fosse riuscita a portare Jarod in un luogo che lui tanto aveva desiderato, ma che tanto aveva mancato.

^Sarebbe una sorte terribile per un pover’ uomo discutere nel cuore della notte, e non sono sicura di voler condividere con Freud il nostro piccolo incontro qui.. in ‘Land of Enchantment’.^

In ogni caso, se si fosse mossa, avrebbe potuto disturbare Jarod ed l’ultima cosa che lei aveva intenzione di fare era proprio svegliarlo. Pensò di spegnere la luce ma poi non sarebbe stata in grado di vedere, e le piaceva molto guardarlo dormire.

“Imperfetto e meraviglioso… meravigliosamente imperfetto.” sussurrò mentre con aria colpevole allungava il braccio e, con il tocco leggero di una piuma, seguiva i lineamenti del suo viso. “Quegli occhi…”

^Sai, Jarod, l’ironia di tutto questo è che, se tu fossi un completo estraneo, qualcuno che fosse appena capitato sulla mia strada… solo uno sguardo da quei tuoi terribili occhi castani e io sarei fuori dai miei slip così velocemente da farti girare la testa!^

Si morse le labbra per fermare la risata che stava nascendo. Il suo compagno di letto si mosse e mormorò qualcosa. Lei rabbrividì. Si mosse ancora fino a girarsi su un fianco.

“Vieni qui tu” mormorò mentre l’afferrava e tirava a sé, letteralmente appiccicando il suo corpo al proprio.

Lei smise di respirare e lo guardò con circospezione. Jarod non aveva mai aperto gli occhi mentre le stringeva a sé e nascondeva il viso nell’ incavo del suo collo. Poi tutto si era calmato.

^Tu figlio di …^

Lui di ciò non ne aveva la minima idea; per quanto ne sapeva, lui era ancora nel letto con Zoe. Lei chiuse gli occhi e sorrise a se stessa mentre godeva nel sentire il suo respiro caldo sul collo. Sospirando mentre si imbarcava per il proprio viaggio verso l’incoscienza, rifletté.

^Sarebbe così tipico per lui… trascinarmi qui e NON scoparmi!^

# # # #
 
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view post Posted on 6/9/2005, 18:08

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CITAZIONE
Non c’era niente di più bello di una assonnata Miss Parker, ad eccezione forse di un’arrabbiata Miss Parker, o di una divertita Miss Parker, o di una trionfante Miss Parker, o di…


CITAZIONE
^Sai, Jarod, l’ironia di tutto questo è che, se tu fossi un completo estraneo, qualcuno che fosse appena capitato sulla mia strada… solo uno sguardo da quei tuoi terribili occhi castani e io sarei fuori dai miei slip così velocemente da farti girare la testa!^


loooooooooooooooooooooooooooooooooooooool laugh.gif biggrin.gif
direi che siamo arrivati in un punto saliente della storia! biggrin.gif
 
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Nanyscia
view post Posted on 6/9/2005, 20:42




E non hai ancora letto che combina il nostro amico nel prossimo capitolo XD XD XD XD
 
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view post Posted on 6/9/2005, 21:01

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ah mi metti la pulce nell'orecchio eh...happy.gif happy.gif
 
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view post Posted on 7/9/2005, 12:56




ihihihi dai l'ho quasi finito XD XD XD
 
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Nanyscia
view post Posted on 7/9/2005, 21:38




Et voilà!

Land of enchantament
Capitolo 9

^Mmmm…^

^Che bella sensazione…^

^Soffice e dolce come…^

^Zoe solo più…^

^Famigliare…^

^Mi sento come…^

^A casa…^

^Hmmm...^

^Zoe se ne andata…^

^Mi ha beccato mentre giocavo con Miss Parker…^

^Mmmm...^

^Miss Parker...^

^Miss Parker?^

“Miss Parker!” Jarod scattò seduto sul letto, con il cuore che batteva forte, seguito subito dopo dalla testa.

“Che c’è?” Strillò Parker mentre veniva svegliata di colpo.

“Oooh” Gemette Jarod mentre stringeva la testa tra le mani.

“Gesù Cristo, Jarod, cosa stai cercando di fare, farmi prendere da un infarto? Sarebbe stato un ottimo sistema per liberarsi di me” brontolò mentre si tirava su appoggiandosi su i gomiti e cercava in qualche modo di tenere aperte le palpebre. Riuscendoci con una, lo vide e lo avvisò “Hey, fai attenzione ai movimenti bruschi. Un altro come questo e dovranno raccogliere i pezzi del tuo cervellino da milioni di dollari con un paio di pinzette. Magari da qualcuno che conosci.” Si arrese con la seconda, scegliendo anzi di chiudere quella aperta e lasciarsi cadere di nuovo nel letto.

Guardandola con attenzione si scusò “Mi dispiace, credo di essermi un po’ allarmato per essermi svegliato, sai, qui. Mi dispiace davvero di averti svegliato.”

“Beh, suppongo fosse inevitabile, dopo tutto, è la tua specialità” tenendo gli occhi chiusi si massaggiò le tempie “svegliare Miss Parker.”

“Yeah, ma mai da così vicino” replicò lui mentre permetteva ai suoi occhi di seguire le forme di lei e provava ad abbracciare con la sua piuttosto annebbiata mente il concetto di essersi svegliato nel suo letto.

“Bene, puoi provare a farti perdonare” rispose lei battendo sul suo guanciale, indicandogli così di coricarsi.

Con una reazione a scoppio ritardato, Jarod sorrise goffamente e, con una lieve alzata di spalle, abbandonò ogni sforzo di capire cosa stesse accadendo e adempì alla sua richiesta. Parker scivolò verso di lui e si voltò per stendersi contro il suo torace, portando il suo capo a riposare sulla sua spalla, strofinando gentilmente il naso sulla sua clavicola. Lui prese e le accarezzò i capelli con una mano mentre l’altra trovava la sua strada sulla schiena di lei, dove restò, prima timidamente, poi con crescente confidenza mentre il tempo non sembrava passare mai.

“Nel caso mi stessi usando come giocattolo umano, voglio essere dannatamente sicura che tu sappia che genere di giocattolo stai abbracciando.” Annunciò lei con un sorrisetto mentre inspirava profondamente nella sua pelle.

“Di che cosa stai parlando?” Lui aprì gli occhi e allungava un po’ il collo per abbassare lo sguardo su di lei.

“La ragione per cui ti sei spaventato quando ti sei svegliato è che tu pensavi di stare con Zoe. Poi, naturalmente, ti sei ricordato che non eri con lei. Non ti biasimo – hai dormito con lei per le ultime due settimane." Affermò lei convinta, con uno sbadiglio.

Afferrandola per le braccia, la sollevò su di sé finché il suo viso fu fronte al proprio, il quale era del tutto serio mentre dichiarava “Non è così, Parker, io ho saputo che eri tu per tutto il tempo, davvero!”

Lei sorrise assonnata e replicò “Relax, Jarod, non è una questione vitale” prima di tornare a coricarsi nella sua comoda posizione.

“Ma è vero” continuò lui mentre la stringeva ancora tra le braccia e la stringeva con le mani sulla schiena “Io sapevo che non eri Zoe perché non sapevi come lei. Era qualcosa… di diverso.”

“Come cosa?” domandò lei indifferente. ^Come una papera bloccata in un cilindro…^

“Beh, voi due siete molto diverse.” Sospirò mentre si rilassava tra le loro carezze. “Tu sei diversa per una cosa” continuò assente, distratto dalla sensazione di avere Miss Parker tra le braccia. Era una sensazione incredibile, eppure stranamente familiare, considerando quanto tempo gli c’era voluto, una vita davvero.

“Noi siamo?” sbadigliò ^Rubare caramelle a un bambino…^

“Yeah, tu sei più snella, atletica; lei è più… um, credo che la parola sia sensuale… fianchi sinuosi, seno prosperoso… piuttosto prosperoso, davvero.” Parker sollevò il capo e gli lanciò un’occhiata tra il sorpreso e il divertito.

Lui si schiarì la voce “Questo non vuol dire che il tuo non sia ugualmente attraente perché lo è. L’ ho sempre pensata così, voglio dire, ma non ho mai avuto modo di vederlo da vicino, come sia il tuo. Di sicuro, ho visto quello di Zoe… Sto ancora parlando, non è vero? Sto ancora blaterando a riguardo. Perché sto ancora parlando?”

“Controlla pure, ragazzo delle meraviglie, ma sarà stranamente irresistibile, sai, come guardare un treno che deraglia lentamente.” Ridacchiò maliziosamente.

“Perché tu…” Jarod strinse più forte le mani sulla schiena di lei.

“Hey, che… smettila rat boy!” gracchiò “Se mi abbracci più forte, giuro, ti farò molto male!”

Lui si voltò, colpendola sulla schiena e bloccandola. “Okay, è ora di chiamare Freud, Frankenboy ha appena espresso il desiderio di morire!” lo avvertì lei mentre lui si sistemava a cavalcioni e le lanciava un occhiato a di ironico sdegno, scotendo la testa. Si chinò e le mormorò qualcosa nell’orecchio.

“Questo è stato crudele, Miss Parker, approfittare delle mie diminuite capacità per tormentarmi.”

“Ben ti sta, genio, per aver disturbato ancora una volta il mio pacifico sonno!" lo stuzzicò lei
“Ti ho detto che mi dispiace.” Borbottò lui, mentre seppelliva il proprio viso nel cuscino, respirando la dolce fragranza dei suoi capelli. Ruotando il capo da un lato all’altro, si nutrì di quel banchetto sparso sotto di lui… i suoi capelli…

“Ma non sei ancora riuscito a farti perdonare.” Sospirò lei, sorridendo.

“Oh, penso che dovresti accettare le mie scuse, sai, per essere stato il tuo giocattolino umano.” rispose lui con voce sognante. Era piuttosto soddisfatto della sua attuale posizione, a cavalcioni su Miss Parker. La cima dell’Everest… il deserto Australiano, la superficie di Marte… tutti posti più sicuri per un uomo, specialmente per quest’uomo. Tuttavia, non riusciva a pensare a un altro luogo che offrisse tali spunti di morte come quello dove si trovava.

“Allora, Miss Parker” gli sussurrò dolcemente nell’orecchio “cosa posso fare per farmi perdonare?”

Parker si prese un momento per pensare alle varie opzioni. Da un lato, c’era il suo caldo, forte corpo premuto contro il suo. Dall’altro, c’era quel leggero senso di nausea e quel neanche tanto leggero mal di testa da soddisfare. Alla fine, concluse che un incontro formale con ‘Piccolo Jarod’ avrebbe dovuto aspettare.

“Tira su il sedere dal letto e portami del caffè!”

Lui si tirò su e dopo aver strabuzzato gli occhi un paio di volte, domandò “Fammi capire bene, tu mi rovini e poi ti aspetti anche che io lasci un letto caldo per andarti a fare il caffè?”

“Tu ti sei rovinato da solo e sì, la risposta è sì”

“Domandavo..” Lui fece spallucce e scese da sopra di lei, giusto in tempo, pensò, prima che quella sensazione ritornasse alle sue estremità… tutte..

Lei si rannicchiò sul fianco e chiuse gli occhi, sbadigliando, e aggiunse “E, gia che ci sei, faresti meglio a prepararmi qualcosa di decente per colazione.” Sentì un cuscino colpirle il viso. Mettendolo da parte annunciò “Non voglio cominciare la giornata sporcandomi di sangue quindi ho intenzione di FINGERE che tu non l’abbia fatto.” Jarod era già fuori dalla stanza quando gli occhi di lei si aprirono di scatto.

“Aspetta un minuto!” Si voltò verso di lei.

“Cosa diavolo significa che non lo hai mai visto da vicino?”

Jarod si voltò e rispose solamente “E’ meglio che cominci a preparare il caffè” e scappò fuori dalla stanza.

“Jarod!”

* * * *

“Come sapevi che mia madre riusciva a farmi dormire in quel modo?”

“Tu che ne pensi, Einstein?” Parker ruotò gli occhi per poi rimpiangere immediatamente di averlo fatto. Sussultando, bevve un sorso di caffè prima di aggiungere “Me l’ ha detto mamma.”

“Beh, come fa LEI a saperlo?”

“Lei non lo ha detto e io non ho chiesto. Non è una radio. Se dovessi azzardare un’ idea, direi che probabilmente Margaret le ne avrà parlato. Loro CHIARAMENTE sapevano tutto dell’altra e posso immaginare su che tipo di cose una donna possa conversare con un’ altra.”

“Tu pensi che Catherine abbia fatto visita anche visita a casa nostra quando io ero piccolo? Magari tu sei venuta con lei!” suppose lui eccitato. “Tu che ne pensi?”

“Vedi per caso scritto ‘Palla magica’ sulla mia fronte?” abbaiò Parker mentre portava il dito indice alla fronte per sottolineare la cosa. “Come diavolo posso saperlo?”

“Penso che tu abbia bisogno di un’ altra tazza di caffè, Parker, stai diventando irritabile. E dopo vediamo di dare un buon inizio a questa giornata.”

“Dammi una pausa, ho avuto una sbornia ieri sera. Non avrei mai dovuto azzardarmi a uscire dal letto così presto. Stavo bene in orizzontale ma il verticale mi sta uccidendo. E mi sembra di ricordare che tu non ti sentivi così focoso un momento fa.”

“Si, per i primi 10… 15 minuti sono stato male ma ora mi sento molto meglio” cinguettò lui mentre le prendeva dalle mani la tazza, si alzava e attraversava vivacemente la casa, chiudendo di scatto la porta scorrevole, cosa che le provocò un altro sussulto.

“Perfetto” mormorò Parker chiudendo gli occhi e sfregandosi delicatamente la fronte “Le sbornie del Ragazzo delle meraviglie durano solo quindici minuti!”

Sentendo il rumore del motore di un auto in distanza, alzò lo sguardo per vedere un camioncino (non so bene esprimere il concetto.. un mezzo tipo quello che aveva Thomas per intenderci N.D.Nanyscia) vicino a un piccola e squallida strada che era, evidentemente, l’unica via per il posto dove si trovava.

“Chi diavolo è quello?” chiese lei ad alta voce mentre velocemente si alzava, chiudeva la vestaglia e passava le dita tra i capelli per sistemarli. Poi Jarod apparve alla porta, con la tazza di nuovo piena di caffè cercando di reggere il suo sguardo.

“Oh” disse mentre apriva la porta scorrevole con le spalle ed andava nel portico “Um, Parker, c’è qualcosa che probabilmente avrei dovuto dirti prima.”

Lei incrociò le braccia, ruotò il capo, e gli lanciò uno sguardo fulminante.

“Si, perfetto, proprio il genere di cosa che fa al caso nostro.” Osservò lui allegramente, per poi guardare velocemente altrove, cogliendo l’opportunità di poggiare le tazze su un mobiletto vicino al divano.

Al momento, il camioncino stava fermo di fronte alla casa e l’autista, un uomo sulla cinquantina con un attraente, amichevole viso, salutava dalla finestra aperta. Jarod sorrise e salutò di rimando mentre si spostava dietro Parker e portava una mano su una spalla di lei la quale, come del resto del suo corpo, era rigida e d’acciaio. Anche lei sorrise e salutò l’uomo mentre chiedeva attraverso i denti sbarrati “Cosa hai fatto che potrebbe farmi venire voglia di ucciderti?”

“Lo scoprirai abbastanza presto. Devi solo seguirmi” le sussurrò, poi deglutì. Gli serviva, visto che stava parlando con una donna che aveva, solo pochi giorni prima, atterrato un violento criminale con una mano sola, e con il solo aiuto di un pezzo di tubo che a quanto pare aveva a portata di mano. Velocemente catalogò tutti i vari utensili che ricordava di aver visto in casa, valutando la potenziale letalità di ognuno, mentre il visitatore si avvicinava.

“Salve Jarod! Questa bella signora deve essere tua moglie, fortunato di un briccone.” L’uomo offrì la mano a Parker.

“Oggi, comunque” sorrise, offrendo la mano destra mentre faceva scivolare la sinistra dietro la schiena e scuotendo l’anulare. Se si suppone che io sia tua moglie, genio, dov’è il mio anello?

Leggendo il suo disappunto e usando il suo corpo per nascondere le proprie azioni al visitatore, Jarod raggiunse furtivamente una tasca del suo jeans e ne tirò fuori un delicato, semplice oggetto d’oro bianco, e le lo infilò con disinvoltura al dito. Lei lasciò cadere la mano lungo il fianco, resistendo all’impulso di esaminare il pezzo di metallo che ora le stava al dito.

“Sono felice di vedere che stai bene e a proposito, Mrs. Broots…” Parker si mosse leggermente così che Jarod strinse la stretta sulle sue spalle. “La vedo bene. Quando siete arrivati la notte scorsa, Jarod mi ha detto che era un po’ sotto tono.”

“Per il mondo ero ufficialmente morta.” osservò, mentre appoggiava la schiena contro Jarod, aggiungendo “Mi deve perdonare, ma ero un po’ fuori di me l’altra notte e ho paura di sentirmi un po’ in imbarazzo qui.”

“Oh, non essere scortese. Tesoro, questo è Mr. McEwan. Possiede questa casa e la terra su cui si trova” Spiegò Jarod mentre indicava intorno a loro “E lui e la sua famiglia sono stati così generosi da prestarci questo posto per… la nostra piccola fuga d’amore.” Sapendo che sarebbe in ogni caso morto molto presto, Jarod abbassò il braccio e diede a Parker una colpetto nello stesso punto che aveva esplorato nella piscina.

“Non di fronte agli altri, caro” borbottò attraverso uno stretto sorriso mentre gli afferrava la mano e la stringeva fermamente nella propria, meditando su quale dito rompere per primo.

“E’ un amorevole casetta, Mr. McEwan” osservò, riportando l’attenzione sul loro ospite. “Grazie di permetterci di usarla.”

“Per favore, madame, mi chiami Chuck. E, considerando il grosso favore che la mia famiglia deve a voi due, questo è il minimo che possiamo fare per voi, in particolare da quando Jarod ha insistito che sareste stata così onorata di farlo che non ci avrebbe chiesto un penny. Ad ogni modo, Blanca, mia moglie, è così felice all’idea di incontrarvi che vi ha invitato per un pranzo prima che ve ne andiate. Oh, ho le cose che mi avete inviato in città nel retro del camioncino. Potrete prendere il resto quando scenderete alla casa principale. Siamo stati qui parecchio tempo e c’è tutto quello di cui potete aver bisogno. Insomma, è una vergogna che la compagnia aerea sia riuscita a perdere tutti i vostri bagagli.”

“Non è incredibile?” Affermò dolcemente mentre affondava le unghie nel palmo della mano di Jarod. “Beh, AMORE, è meglio che aiuti Chuck con i BAGAGLI così poi noi saremo pronti per ANDARE. Noi non vogliamo certo che questa brava gente aspetti.”

Parker lasciò andare la mano di Jarod, la quale lui aprì e chiuse un paio di volte nel tentativo di far scorrere via il sangue mentre avanzava e scendeva gli scalini, seguendo Mr. McEwan al camioncino. Guardando l’uomo ammucchiare i bagagli tra le braccia di Jarod mentre chiacchieravano amabilmente, Parker rifletteva sugli orrori che l’attendevano dalle mani di Frankenboy. ^Lo sapevo che era troppo bello per essere vero… lui VIVE per TORMENTARMI!^

“Se sei certo di aver preso tutto, io andrei.” annunciò Mr. McEwan mentre Jarod tornava verso la casa.

“Credo di sì, grazie” rispose Jarod con un sorriso.

Mentre montava sul camioncino, il visitatore chiamò Parker “Piacere di averla conosciuta, Mrs. Broots.”

“Il piacere è tutto mio, Chuck, e per favore mi chiami…” Lei e Jarod si scambiarono un breve, cospiratorio sguardo, prima che lei continuasse “Ginger.”

“Molto bene, Ginger… Beh, ragazzi, ci vediamo tra un oretta” l’uomo salutò attraverso il finestrino e mise in moto l’auto. Fece retromarcia e partì velocemente. Presto sparì oltre l’orizzonte, lasciandosi su leggero polverone dietro di sé.

Tutto era silenzioso e, con un sospiro, Jarod si preparò ad affrontare il suo triste destino. “Vorrei solo precisare che quando ho fatto questi accordi…”cominciò mentre lentamente si voltava ma si fermò e sorrise alla scoperta di Parker parecchio indaffarata dall’ispezione dei nuovi accessori acquisiti. Lei alzò lo sguardo, lasciò cadere le braccia su I fianchi, e gli lanciò uno sguardo selvaggio.

“Mrs. Broots!”

“Mi sono trovato piuttosto vicino a identificarmi con lui in questi giorni e, devo dirlo, questo mi da una nuova prospettiva. L’ ho sempre ammirato. E’ riuscito in qualche modo a costruirsi una vita nonostante un quasi permanente stato di confusione e, francamente, non so come faccia. Sarò fortunato se sopravvivo a questa settimana.”

“Oh, tu SICURAMENTE non sopravvivrai alla settimana, Mr. BROOTS!” Con questo lei si voltò e si lanciò in casa. Jarod fece spallucce e salì le scale del portico. Fermandosi davanti alla porta, chiamò dentro “Uh, Parker?”
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view post Posted on 9/9/2005, 18:09

Geek & Cottoncandy
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CITAZIONE
Sentì un cuscino colpirle il viso. Mettendolo da parte annunciò “Non voglio cominciare la giornata sporcandomi di sangue quindi ho intenzione di FINGERE che tu non l’abbia fatto.” Jarod era già fuori dalla stanza quando gli occhi di lei si aprirono di scatto.

“Aspetta un minuto!” Si voltò verso di lei.

“Cosa diavolo significa che non lo hai mai visto da vicino?”


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Nanyscia
view post Posted on 9/9/2005, 21:56




Niente da dire su Mr. e Mrs. Broors XD XD XD ?
 
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Nanyscia
view post Posted on 26/9/2005, 19:09




Et voilà wink.gif

N.B. A tutti gli almost kiss delusional, cominciate pure a mettere in fresco lo spumante...

Land of enchantament
Capitolo 10

“E’.. è un lama.”

“Si lo è” affermò Jarod allegramente mentre con l’acqua fino alle ginocchia in una piccola piscina di plastica accarezzava il collo dell’animale che lo aveva raggiunto. Parker lo stava guardando con sospetto, o più precisamente con orrore, dall’altra pare dello steccato.
“Questo è Siegfried e quello li è…”

“Lasciami indovinare… Roy?” concluse lei in tono brusco mentre cominciava a massaggiarsi la zona della fronte subito sopra il naso.

“Si, come fai a saperlo?”

Lei ruotò gli occhi. “Questo è quello che succede quando qualcuno è privato degli animali domestici durante l’infanzia. Saresti così gentile da dirmi CHE DIAVOLO STAI COMBINANDO?”

“Sto facendo amicizia con Siegfried.”

“E a cosa ti serve quella piscina da bambini?”

“Sono felice che tu mi abbia fatto questa domanda. L’habitat naturale di questi animali sono le cime delle Ande, dove non è mai caldo durante la giornata come lo è qui. Così, per allevare i lama in questo clima c’è bisogno di difenderli dal sole di mezzogiorno,” fece una pausa “gli allevamenti di lama del Nord America hanno messo ingegnosamente a punto questo sistema che utilizza queste piccole piscine per aiutare i propri greggi a mantenersi freschi. Economico ma molto efficace… e i lama proprio lo amano… anche tu, amico” ora si stava rivolgendo al suo ruminante compagno.

“Mi DISPIACE di averti fatto quella domanda.”

“No, è fantastico, è proprio il tipo di cose che dovresti sapere.”

“Ora, perché diavolo dovrei saperlo?”

“Perchè Mr. e Mrs. Broots di Pawlett, Vermont sembra che abbiano anche loro un allevamento di lama”

“Tu mi stai prendendo in giro!”

“Ho paura di no, CARA.”

“Ok, è ufficiale, devo essere morta da qualche parte lungo la strada e non averlo capito così, dopo una vita di cattive azioni, DEVO ESSERE CERTAMENTE ALL’INFERNO!” annunciò prima di voltarsi ed andarsene con andatura maestosa.

“Non preoccuparti Siegfried” lo rassicurò mentre continuava ad accarezzare il docile animale “lei non è così cattiva una volta che impari a conoscerla. Inoltre, ha veramente un buon profumo e” sorrise “che resti tra me e te, non è affatto male averla rannicchiata vicino.”

* * * *

“Davvero?” domandò incredulo il giovane uomo mentre passava in modo assente il pepe a Jarod, non distogliendo mai la propria attenzione dall’altro visitatore che sembrava interessargli molto di più.

“Si, davvero. Devo letteralmente dargli la caccia a quello là” Parker indicò l’uomo che aveva intenzione di torturare alla prima occasione “è dalla notte dei tempi che cerco di acchiapparlo.”

“Non ci credo” rispose scuotendo la testa il ragazzo, ormai chiaramente cotto di lei “è proprio vero?” Portò la sua attenzione, per la prima volta, su Jarod, la cui unica risposta fu un’ alzata di spalle mentre si gettava a capofitto nel delizioso pranzo che la padrona di casa aveva preparato per loro.

“Eammon, pensa agli affari tuoi e lascia i nostri ospiti in pace” lo rimproverò Blanca McEwan con un sorriso. “Oh, e qui c’è l’altro nostro figlio, Miguel.” Annunciò mentre un altro giovane uomo, identico all’altro già seduto, entrava nella stanza.

“Gemelli” osservò Jarod mentre lui e Parker si scambiavano uno sguardo.

"Si, il mio gemello terribile… compiranno 18 anni in primavera, se io e mio marito sopravvivremo abbastanza a lungo, gli spediremo al college” scherzò la chiaramente amorevole e orgogliosa madre.

Miguel prese un posto vicino al fratello, il quale lo colpì sulla spalla e annunciò “Congratulazioni, fratellino, sei il più grande testa di legno che io conosca!”

“Eammon!” ansimò sua madre.

"E’ tutto ok Blanca" assicurò Parker con un dolce sorriso mentre portava la mano sul tavolo e dava una pacca gentile sulla mano di Jarod, "la nostra unione felice è basata sul principio del mutuo riconoscimento e accettazione che mio marito è, infondo, una testa di legno"

Jarod strinse gli occhi su di lei ma non disse niente. Lei lo guardò di rimando, aggrottando un sopracciglio.

* * * *

“Siamo pronti”. Annunciò Chuck mentre chiudeva la portiera del rimorchio per il bestiame. “La maggior parte del lavoro sarà di Sig e Roy; i ragazzi conoscono Long Mountain meglio di me. E la mappa che vi ho dato è la migliore che c’è, senza dubbio. Ah, diavolo, voi due l’avete fatto altre volte quindi non ho bisogno di dirvi altro, ad eccezione che incontrerete gli Olafsons al parcheggio all’inizio del sentiero. Sembrano brave persone… almeno al telefono. Sono sicuro che andrete d’accordo. Oh, volevo chiedervelo prima, avete visto Elvis questa mattina?”

“Ho sentito delle chiacchiere sulla sua presenza. Vuoi dire che lui è qui?” Domandò Jarod. Parker lo fissò con un’ espressione che chiaramente diceva: Non fare l’idiota Jarod.

“Molto divertente” rispose l’uomo ridacchiando “Mi stavo riferendo all’ultimo arrivo del nostro gregge, nato undici giorni fa. Credo che lui e sua madre fossero ancora nella baracca quando voi siete scesi al pascolo stamattina. Quando tornate, dovreste davvero fargli visita. E’ piccolo come un bottoncino e Charo sembra ansioso di mostrare il suo primo cucciolo.

Parker fece un rumoroso sospiro.

“Interessante scelta del nome” esclamò Jarod nel tentativo di coprire la sua impertinenza.

“In onore di Sin City – teatro delle cose migliori che mi sono successe in vita mia. E’ lì che ho incontrato la mia dolce metà. Blanca non ha voluto chiamarci i ragazzi così il nostro bestiame è incappato in questo onore.”

“Affascinante” commentò Parker scialbamente, risultando simile alla vecchia se stessa. Questo era principalmente attribuibile ai postumi della sbornia che sembrava tornare alla carica ora che era fuori alla luce del sole.

“Ginger ha avuto delle brutte esperienze a Las Vegas qualche anno fa” disse Jarod mentre le lanciava un occhiataccia.

“Mi dispiace” rispose Chuck, apparentemente non offeso dal suo comportamento. “Bene, poi dovrai riportare questa graziosa signorina qui e farle passare talmente bene il tempo da farle dimenticare tutto il resto.”

“Splendida idea, Chuck” dichiarò Parker, sorridendo e dandogli un’amichevole pacca sulla spalla prima di andare in direzione del furgoncino e prendere posto dal lato dei passeggeri. Mr. McEwan era un uomo gentile e onesto, dopo tutto, e certamente non era colpa sua se aveva bevuto troppa tequila la notte prima. Questo naturalmente non l’avrebbe mai fermata dall’abusare di Broots nelle rara occasioni in cui andava a lavoro un po’ brilla.

“Broots” mormorò tra se con affetto, domandandosi cosa lui avesse potuto capire di tutto ciò.

“Quella tua moglie è qualcosa di incredibile; l’intera famiglia è innamorata di lei, compreso il sottoscritto.” Chuck McEwan si voltò verso Jarod, offrendogli un sorriso e la mano. “E siamo sempre in debito con te. Nostra figlia non viene qui molto spesso e sarà la prima volta con il nuovo bambino. Dio, sono passati sei mesi dall'ultima volta che l'abbiamo visto. Ha tre anni e cambiano talmente tanto quando sono piccoli che sembra sia passata una vita da una visita all'altra. Grazie, l'intera famiglia sarà qui quando arriveranno”.

“Siamo felici di farlo” rispose Jarod, accettando la mano distesa dell’uomo. “Non succede tutti i giorni di incontrare la propria nuova nipote e niente è più importante della famiglia.”
“Hai ragione. Spero di creare una solida coppia, io e te.”

“Hmmm” replicò Jarod, alzando un sopracciglio mentre si voltava e avviava verso il posto di guida. L'immagine di Parker, in piedi su ciglio di un precipizio con un sorriso compiaciuto, balenò nella sua mente. Sebbene non apparisse in quell'immagine, sapeva che lo scenario includeva anche il suo fiacco e malandato corpo che giaceva a faccia in giù 100 metri sotto di lei.

“Se ritornerai da sola, loro manderanno qualcuno a cercarmi” osservò, mentre saliva sul camioncino.

La sua sola risposta fu un sorrisetto impercettibile mentre guardava fissa fuori dalla finestra. Dopo circa 10 minuti di viaggio, lei parlò.

“Non dovresti logorarti per la tua perquisizione.”

“No” rispose pacatamente “te la meritavi”

“Forse, ma al momento le cose stanno migliorando prima del previsto. Credo di non averti ancora ringraziato, è così?”

“Per cosa?” Spostò lo sguardo dalla strada su di lei.

“Gli occhi sulla strada, Ragazzo delle meraviglie, a meno che tu non goda all’idea di un lama urlante per la strada. Ti ricordi di quel tale che lavorava con te nella security, credo fosse molto giovane, avrà avuto, quanto, 25 anni al massimo? Steve… hmmm…sì, penso si chiamasse così, comunque non mi ha mai detto il suo cognome..”

“Mmmm…Forse. Perché?”

“Perchè, benedetta sia la sua coscienza, l’adorabile ragazzone di campagna ha avuto compassione di me. Non ho mai sentito qualcuno scusarsi così tanto in vita mia. Mi ricordo che faceva di tutto per placarmi, chiedendomi se c’era qualcosa che potesse fare per tirarmi su di morale.”

Fece una bassa, gutturale risatina, simile a quella che era stata così efficace sul ragazzo poche notti prima. Jarod fu particolarmente distratto da ciò e dovette ricordare a se stesso di mantenere gli occhi sulla strada.

Lei continuò “Lui era così dolce, per non dire alto, spalle larghe e, se ricordo bene, con un corpo ESTREMAMENTE eccitante e MOLTO energetico.”

“Di che cosa stai parlando?” scattò Jarod, con un senso di fastidio che cresceva con ogni parola che lei pronunciava.

“Ti devo fare un disegnino? Perché, credo ci riuscirei… a memoria. Povero Syd è dovuto tornare in Delaware tutto solo con la sua malinconia, dopo che eravamo venuti a fare visita al tuo alloggio per collezionare quei simpatici messaggi sul “L’uomo dal cappello giallo”. Steve aveva la serata libera e si offrì di mostrarmi la città così lo seguito su un volo la mattina seguente… uh, lo abbiamo fatto nel pomeriggio… sono stata di buon umore tutto il tempo.”

“Davvero… come sono felice per te.” commentò acido, irritato, e arrabbiato con se stesso per sentirsi in quel modo, allo stesso tempo. Lui ricordava un tale Steve, nonostante avesse avuto ben pochi rapporti con quel tranquillo ed educato giovane uomo, di fatto non dopo averlo scartato come sospetto nella sua indagine. Jarod ricordò le parole di Sydney quando aveva chiamato il Centro la mattina in questione per stuzzicare Parker. Era normale per lui fare così il giorno dopo i loro incontri. Il suo mentore gli disse che lei non era lì. Non aveva specificato che lei non era TORNATA. Questo confermava la veridicità del suo racconto e la discrezione di Sydney. Ora era il turno di Jarod per sentirsi nervoso e la tensione visibile nel suo viso ne era la prova.

^Aw, guarda che faccia..^

Parker si morsicò un labbro per impedire a se stessa di ridere mentre guardava l’uomo accanto a sé, che pur essendo grande e grosso teneva il broncio come un bambino arrabbiato. Capì finalmente che l’intera vicenda era stata giostrata da Jarod fin dal principio. Aveva sempre desiderato di raccontargli la sua piccola avventura, un giorno. E anche prima, all’inizio della sua caccia, lei voleva che a lui importasse di lei in un modo o nell’altro, anche all’epoca, perché da parte sua era così. Soffocò la voglia di allungarsi per toccarlo, accarezzargli la guancia o i capelli. Ma questo probabilmente lo avrebbe calmato e lei non era ancora pronta per ciò.

^Lasciamo cuocere un po’ nel suo brodo… gli serva da lezione per avermi trascinato fuori di casa quando io stavo felicemente a letto a smaltire la tequila… sciocco di un ragazzo!^
Chiuse gli occhi e lasciò cadere indietro la testa, sdraiandosi sul sedile.

“Dovrai probabilmente svegliarmi quando arriveremo” dichiarò con un sospiro compiaciuto. Un sorriso comparve sulle sue labbra con le sue ultime parole mentre calava il silenzio.

* * * *

“Jarod dice che state meravigliosamente bene qui, Mrs. Broots” cinguettò Lois Olafson mentre a grandi passi camminava accanto a Miss Parker. Gli Olafson – Lois, le sue due figlie, suo marito, e sua madre, un’arzilla e vivace donna – erano, come Parker aveva temuto, cordiali, amichevoli, i classici tipi da profondo Midwest.

“Per favore, chiamami Ginger” rispose Parker piano, desiderando per se stessa, o meglio ancora per LUI, la morte.

Lei e Lois arrivarono stordite alla fine di quella stramba comitiva riunita da Jarod il quale, seguito da Sig e Roy, aveva chiacchierato amabilmente con quella che tutti chiamavano ‘nonna’. Quest’ultima era chiaramente infatuata di lui, di certo. Le due giovani coppie stavano nel mezzo, parlando e ridendo insieme consapevoli di ciò che avevano davanti o dietro mentre percorrevano la loro strada sul sentiero.

“Divertente come l’amore e il matrimonio possano cambiarti la vita. Voglio dire, me lo immagino come una ragazza di città come te possa trasformarsi in una moglie di campagna.”

“Hmmm?” Questo catturò l’attenzione di Parker.

“All’inizio del sentiero, quando i ragazzi stavano aiutando Jarod a scaricare il rimorchio e te e le altre pensavate alle faccende dentro, lui mi raccontato come voi due vivevate in un elegante appartamento a New York fino a che lui, immischiato in discutibili attività, ha deciso di spostare la famiglia nel Vermont. Che cosa non è venuto fuori quando ha descritto la battaglia che seguì a questa sua decisione! Non ti biasimo, tesoro, nessuno vuole lasciare tutti quei bei ristoranti, i musei e i teatri, per non parlare dello shopping. Deve essere stato un forte cambiamento per te ma Jarod dice che ora va molto meglio.”

^Stai scherzando…^

“Ed è riuscito a raccontarti tutto questo mentre io ero al lavatoio? E’ proprio un chiacchierone, il mio maritino.”

“Oh, è un robot vivente, il tuo uomo.”

“Eh già..” rispose Parker con sorriso serrato.

“Pitstop!” gridò qualcuno.

“Oh bene”cinguettò Jarod “è il momento perfetto per una pausa.”

“Oh, caro” lo chiamò Parker “potrei scambiare due parole con te?”

“Certamente” sorrise, annuendo “Un momento che finisco con i ragazzi e sarò da te.”

“Okay, ora mi sento del tutto incompetente” Disse Parker a voce bassa mentre lei e Jarod si allontanavano dal gruppo. “Se è questo il tuo modo di agire, non riesco a credere di aver fallito così miseramente per tutti questi anni.”

“Ho paura che dovrai cercare di fartene una ragione.”

“Quella cavolata che hai detto agli Olafsons su di noi… sembra davvero che siano stati pagati!”

“Perchè avrebbero dovuto?”

“Perchè sembrano presi da una sitcom anni ’60!”

“Mi sono innamorato del maialino con nome e cognome. E’ molto divertente.” rispose Jarod ridacchiando.

Lei fece un profondo respiro poi disse “Okay, Ragazzo delle Meraviglie, dato che chiaramente ti stai divertendo parecchio, penso che sia ora anche per me.”

“Cosa hai in mente?”

“Oh, lo vedrai. Andiamo, dolcezza, sarà meglio tornare dai nostri amici.”

“Dolcezza? Ok entrare nel personaggio, anche se insomma…”

Jarod non finì mai la frase perché Parker si mosse per dargli un disinvolto, sebbene duraturo, bacio sulle labbra. Fu un tenero bacio – unione di familiarità e passione – di quelli che centinaia di mogli danno a i loro mariti. Lui rimase senza fiato. Rimase momentaneamente paralizzato, stordito e senza parole, la testa in un vortice.

^Lei mi ha baciato. LEI mi ha baciato! Ha lo stesso sapore che ricordavo! Dolce, come miele, solo che prima non ne avevo mai assaggiato e non avevo termini di paragone. Ricordo la prima volta che ho assaggiato il miele e lei me lo riportato alla mente… uno di quei pensieri su Miss Parker che mi perseguitano da anni. Non lo riconobbi al tempo ma ora posso farlo. Il bacio è stato perfetto… proprio come una vecchia coppia di sposi… non avrei pensato di conoscere il secondo bacio… sono passati TRENT’ ANNI dal PRIMO! Beh, lei possiede il gene del simulatore dopo tutto… e io non l’ ho mai sottovalutata anche se lei pensa che lo abbia fatto… mai… anche… speriamo, non vorrei aspettare altri 30 anni per il terzo… non penso che il cuore di un attempato 70enne reggerebbe… lei sarà ancora splendida… e sempre terribile… a 70 anni… LEI MI HA BACIATO!!!!^

“Prendi respiro, genio, SONO tua moglie, ricordi?” sussurrò, con gli occhi che brillavano dal trionfo mentre si voltava e chiamava gli Olafsons.

“Ehi, gente, che ne dite di uno snack prima di compiere le nostre ultime fatiche? Mrs. McEwan ha preparato delle cose deliziose per noi tutti.”

Dopo qualche istante, Jarod fu in grado di raggiungere il resto del gruppo proprio mentre questi si stavano passando dei contenitori di plastica che Parker aveva recuperato dalla schiena di Roy.

“Qui trovate le specialità di Chuck McEwan” annunciò “Tutti hanno il proprio contenitore che include, tra le altre cose, uva bianca e cocco. Sembrano ottimi.”

^Sembra che sia nata per questo.. suona come se facesse ciò tutti i giorni.^

Con un misto di timore ed orgoglio, andò tra Parker e “nonna” la quale gli porse un contenitore pieno di deliziose quanto profumate pietanze. Lui lo prese impaziente.

“Cosa pensi di fare? Da’ qua!”

Parker strappò di mano il contenitore a Jarod.

“Hey!” protestò.

“Non puoi mangiare questa roba.”

“Perché no?”

“Le parole SHOCK ANAFILATTICO ti dicono niente? Ho controllato con Blanca e le sue famose barrette di noci contengono niente di meno che PISTACCHI! Avevi per caso intenzione di assaggiarle?”

“No,” brontolò, deluso di non poter godere di altre deliziose creazioni di Blanca.

“E’ allergico” spiegò Parker al resto del gruppo mentre poggiava il contenitore e ne prendeva un altro. “Prendi uno di questi” aggiunse, porgendogli una barretta al limone.
“Mmmmm… molto buono” mormorò, annuendo entusiasta mentre masticava. Guardando al cielo lei scosse il capo.

^MIO DIO, sembriamo VERAMENTE una coppia di sposi!^

Lei lo fissò di rimando mentre lui continuava a trangugiare felice il suo pasto, con gli occhi che brillavano mentre le faceva l’occhiolino confermando che un pensiero simile al suo gli aveva attraversato la mente. Un sorrisetto malizioso apparve sulle labbra di lei.

“Hey baby, a che pensi?” domandò Parker mentre scattava e sistemava davanti a Jarod “La schiena oggi mi fa un po’ male; penso di aver bisogno di uno schienale.”

Inconsciamente, come se questa fosse stata una richiesta fatta quotidianamente, Jarod afferrò Parker per poggiarne la schiena contro il proprio petto. Si appoggiò contro l’albero dietro di sé e strinse le braccia attorno alla sua vita, con la guancia per posava contro i suoi soffici capelli. Se quello che lei aveva detto prima fosse stato vero e lei fosse veramente morta ed andata all’inferno, allora doveva essere morto anche lui ed andato in paradiso.

“Grazie” disse lei con nonchalance mentre poggiava le mani sopra ognuna delle gambe di lui, subito sopra le ginocchia, e poi riportò la propria attenzione alla famiglia seduta attorno a loro.

“Così, ditemi” cominciò Parker, indirizzata verso nessuno in particolare, mentre si godeva la sensazione del corpo di Jarod a contatto col suo “cosa porta gli Olafsons a ‘Land of Enchantament?’”

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view post Posted on 26/9/2005, 22:20

Geek & Cottoncandy
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l'ho letto di sfuggita doma mi soffermo meglio ma sn riuscita a scorgere questo:
CITAZIONE
Lei mi ha baciato. LEI mi ha baciato!


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