Et voilà
N.B. A tutti gli almost kiss delusional, cominciate pure a mettere in fresco lo spumante...
Land of enchantament
Capitolo 10
“E’.. è un lama.”
“Si lo è” affermò Jarod allegramente mentre con l’acqua fino alle ginocchia in una piccola piscina di plastica accarezzava il collo dell’animale che lo aveva raggiunto. Parker lo stava guardando con sospetto, o più precisamente con orrore, dall’altra pare dello steccato.
“Questo è Siegfried e quello li è…”
“Lasciami indovinare… Roy?” concluse lei in tono brusco mentre cominciava a massaggiarsi la zona della fronte subito sopra il naso.
“Si, come fai a saperlo?”
Lei ruotò gli occhi. “Questo è quello che succede quando qualcuno è privato degli animali domestici durante l’infanzia. Saresti così gentile da dirmi CHE DIAVOLO STAI COMBINANDO?”
“Sto facendo amicizia con Siegfried.”
“E a cosa ti serve quella piscina da bambini?”
“Sono felice che tu mi abbia fatto questa domanda. L’habitat naturale di questi animali sono le cime delle Ande, dove non è mai caldo durante la giornata come lo è qui. Così, per allevare i lama in questo clima c’è bisogno di difenderli dal sole di mezzogiorno,” fece una pausa “gli allevamenti di lama del Nord America hanno messo ingegnosamente a punto questo sistema che utilizza queste piccole piscine per aiutare i propri greggi a mantenersi freschi. Economico ma molto efficace… e i lama proprio lo amano… anche tu, amico” ora si stava rivolgendo al suo ruminante compagno.
“Mi DISPIACE di averti fatto quella domanda.”
“No, è fantastico, è proprio il tipo di cose che dovresti sapere.”
“Ora, perché diavolo dovrei saperlo?”
“Perchè Mr. e Mrs. Broots di Pawlett, Vermont sembra che abbiano anche loro un allevamento di lama”
“Tu mi stai prendendo in giro!”
“Ho paura di no, CARA.”
“Ok, è ufficiale, devo essere morta da qualche parte lungo la strada e non averlo capito così, dopo una vita di cattive azioni, DEVO ESSERE CERTAMENTE ALL’INFERNO!” annunciò prima di voltarsi ed andarsene con andatura maestosa.
“Non preoccuparti Siegfried” lo rassicurò mentre continuava ad accarezzare il docile animale “lei non è così cattiva una volta che impari a conoscerla. Inoltre, ha veramente un buon profumo e” sorrise “che resti tra me e te, non è affatto male averla rannicchiata vicino.”
* * * *
“Davvero?” domandò incredulo il giovane uomo mentre passava in modo assente il pepe a Jarod, non distogliendo mai la propria attenzione dall’altro visitatore che sembrava interessargli molto di più.
“Si, davvero. Devo letteralmente dargli la caccia a quello là” Parker indicò l’uomo che aveva intenzione di torturare alla prima occasione “è dalla notte dei tempi che cerco di acchiapparlo.”
“Non ci credo” rispose scuotendo la testa il ragazzo, ormai chiaramente cotto di lei “è proprio vero?” Portò la sua attenzione, per la prima volta, su Jarod, la cui unica risposta fu un’ alzata di spalle mentre si gettava a capofitto nel delizioso pranzo che la padrona di casa aveva preparato per loro.
“Eammon, pensa agli affari tuoi e lascia i nostri ospiti in pace” lo rimproverò Blanca McEwan con un sorriso. “Oh, e qui c’è l’altro nostro figlio, Miguel.” Annunciò mentre un altro giovane uomo, identico all’altro già seduto, entrava nella stanza.
“Gemelli” osservò Jarod mentre lui e Parker si scambiavano uno sguardo.
"Si, il mio gemello terribile… compiranno 18 anni in primavera, se io e mio marito sopravvivremo abbastanza a lungo, gli spediremo al college” scherzò la chiaramente amorevole e orgogliosa madre.
Miguel prese un posto vicino al fratello, il quale lo colpì sulla spalla e annunciò “Congratulazioni, fratellino, sei il più grande testa di legno che io conosca!”
“Eammon!” ansimò sua madre.
"E’ tutto ok Blanca" assicurò Parker con un dolce sorriso mentre portava la mano sul tavolo e dava una pacca gentile sulla mano di Jarod, "la nostra unione felice è basata sul principio del mutuo riconoscimento e accettazione che mio marito è, infondo, una testa di legno"
Jarod strinse gli occhi su di lei ma non disse niente. Lei lo guardò di rimando, aggrottando un sopracciglio.
* * * *
“Siamo pronti”. Annunciò Chuck mentre chiudeva la portiera del rimorchio per il bestiame. “La maggior parte del lavoro sarà di Sig e Roy; i ragazzi conoscono Long Mountain meglio di me. E la mappa che vi ho dato è la migliore che c’è, senza dubbio. Ah, diavolo, voi due l’avete fatto altre volte quindi non ho bisogno di dirvi altro, ad eccezione che incontrerete gli Olafsons al parcheggio all’inizio del sentiero. Sembrano brave persone… almeno al telefono. Sono sicuro che andrete d’accordo. Oh, volevo chiedervelo prima, avete visto Elvis questa mattina?”
“Ho sentito delle chiacchiere sulla sua presenza. Vuoi dire che lui è qui?” Domandò Jarod. Parker lo fissò con un’ espressione che chiaramente diceva: Non fare l’idiota Jarod.
“Molto divertente” rispose l’uomo ridacchiando “Mi stavo riferendo all’ultimo arrivo del nostro gregge, nato undici giorni fa. Credo che lui e sua madre fossero ancora nella baracca quando voi siete scesi al pascolo stamattina. Quando tornate, dovreste davvero fargli visita. E’ piccolo come un bottoncino e Charo sembra ansioso di mostrare il suo primo cucciolo.
Parker fece un rumoroso sospiro.
“Interessante scelta del nome” esclamò Jarod nel tentativo di coprire la sua impertinenza.
“In onore di Sin City – teatro delle cose migliori che mi sono successe in vita mia. E’ lì che ho incontrato la mia dolce metà. Blanca non ha voluto chiamarci i ragazzi così il nostro bestiame è incappato in questo onore.”
“Affascinante” commentò Parker scialbamente, risultando simile alla vecchia se stessa. Questo era principalmente attribuibile ai postumi della sbornia che sembrava tornare alla carica ora che era fuori alla luce del sole.
“Ginger ha avuto delle brutte esperienze a Las Vegas qualche anno fa” disse Jarod mentre le lanciava un occhiataccia.
“Mi dispiace” rispose Chuck, apparentemente non offeso dal suo comportamento. “Bene, poi dovrai riportare questa graziosa signorina qui e farle passare talmente bene il tempo da farle dimenticare tutto il resto.”
“Splendida idea, Chuck” dichiarò Parker, sorridendo e dandogli un’amichevole pacca sulla spalla prima di andare in direzione del furgoncino e prendere posto dal lato dei passeggeri. Mr. McEwan era un uomo gentile e onesto, dopo tutto, e certamente non era colpa sua se aveva bevuto troppa tequila la notte prima. Questo naturalmente non l’avrebbe mai fermata dall’abusare di Broots nelle rara occasioni in cui andava a lavoro un po’ brilla.
“Broots” mormorò tra se con affetto, domandandosi cosa lui avesse potuto capire di tutto ciò.
“Quella tua moglie è qualcosa di incredibile; l’intera famiglia è innamorata di lei, compreso il sottoscritto.” Chuck McEwan si voltò verso Jarod, offrendogli un sorriso e la mano. “E siamo sempre in debito con te. Nostra figlia non viene qui molto spesso e sarà la prima volta con il nuovo bambino. Dio, sono passati sei mesi dall'ultima volta che l'abbiamo visto. Ha tre anni e cambiano talmente tanto quando sono piccoli che sembra sia passata una vita da una visita all'altra. Grazie, l'intera famiglia sarà qui quando arriveranno”.
“Siamo felici di farlo” rispose Jarod, accettando la mano distesa dell’uomo. “Non succede tutti i giorni di incontrare la propria nuova nipote e niente è più importante della famiglia.”
“Hai ragione. Spero di creare una solida coppia, io e te.”
“Hmmm” replicò Jarod, alzando un sopracciglio mentre si voltava e avviava verso il posto di guida. L'immagine di Parker, in piedi su ciglio di un precipizio con un sorriso compiaciuto, balenò nella sua mente. Sebbene non apparisse in quell'immagine, sapeva che lo scenario includeva anche il suo fiacco e malandato corpo che giaceva a faccia in giù 100 metri sotto di lei.
“Se ritornerai da sola, loro manderanno qualcuno a cercarmi” osservò, mentre saliva sul camioncino.
La sua sola risposta fu un sorrisetto impercettibile mentre guardava fissa fuori dalla finestra. Dopo circa 10 minuti di viaggio, lei parlò.
“Non dovresti logorarti per la tua perquisizione.”
“No” rispose pacatamente “te la meritavi”
“Forse, ma al momento le cose stanno migliorando prima del previsto. Credo di non averti ancora ringraziato, è così?”
“Per cosa?” Spostò lo sguardo dalla strada su di lei.
“Gli occhi sulla strada, Ragazzo delle meraviglie, a meno che tu non goda all’idea di un lama urlante per la strada. Ti ricordi di quel tale che lavorava con te nella security, credo fosse molto giovane, avrà avuto, quanto, 25 anni al massimo? Steve… hmmm…sì, penso si chiamasse così, comunque non mi ha mai detto il suo cognome..”
“Mmmm…Forse. Perché?”
“Perchè, benedetta sia la sua coscienza, l’adorabile ragazzone di campagna ha avuto compassione di me. Non ho mai sentito qualcuno scusarsi così tanto in vita mia. Mi ricordo che faceva di tutto per placarmi, chiedendomi se c’era qualcosa che potesse fare per tirarmi su di morale.”
Fece una bassa, gutturale risatina, simile a quella che era stata così efficace sul ragazzo poche notti prima. Jarod fu particolarmente distratto da ciò e dovette ricordare a se stesso di mantenere gli occhi sulla strada.
Lei continuò “Lui era così dolce, per non dire alto, spalle larghe e, se ricordo bene, con un corpo ESTREMAMENTE eccitante e MOLTO energetico.”
“Di che cosa stai parlando?” scattò Jarod, con un senso di fastidio che cresceva con ogni parola che lei pronunciava.
“Ti devo fare un disegnino? Perché, credo ci riuscirei… a memoria. Povero Syd è dovuto tornare in Delaware tutto solo con la sua malinconia, dopo che eravamo venuti a fare visita al tuo alloggio per collezionare quei simpatici messaggi sul “L’uomo dal cappello giallo”. Steve aveva la serata libera e si offrì di mostrarmi la città così lo seguito su un volo la mattina seguente… uh, lo abbiamo fatto nel pomeriggio… sono stata di buon umore tutto il tempo.”
“Davvero… come sono felice per te.” commentò acido, irritato, e arrabbiato con se stesso per sentirsi in quel modo, allo stesso tempo. Lui ricordava un tale Steve, nonostante avesse avuto ben pochi rapporti con quel tranquillo ed educato giovane uomo, di fatto non dopo averlo scartato come sospetto nella sua indagine. Jarod ricordò le parole di Sydney quando aveva chiamato il Centro la mattina in questione per stuzzicare Parker. Era normale per lui fare così il giorno dopo i loro incontri. Il suo mentore gli disse che lei non era lì. Non aveva specificato che lei non era TORNATA. Questo confermava la veridicità del suo racconto e la discrezione di Sydney. Ora era il turno di Jarod per sentirsi nervoso e la tensione visibile nel suo viso ne era la prova.
^Aw, guarda che faccia..^
Parker si morsicò un labbro per impedire a se stessa di ridere mentre guardava l’uomo accanto a sé, che pur essendo grande e grosso teneva il broncio come un bambino arrabbiato. Capì finalmente che l’intera vicenda era stata giostrata da Jarod fin dal principio. Aveva sempre desiderato di raccontargli la sua piccola avventura, un giorno. E anche prima, all’inizio della sua caccia, lei voleva che a lui importasse di lei in un modo o nell’altro, anche all’epoca, perché da parte sua era così. Soffocò la voglia di allungarsi per toccarlo, accarezzargli la guancia o i capelli. Ma questo probabilmente lo avrebbe calmato e lei non era ancora pronta per ciò.
^Lasciamo cuocere un po’ nel suo brodo… gli serva da lezione per avermi trascinato fuori di casa quando io stavo felicemente a letto a smaltire la tequila… sciocco di un ragazzo!^
Chiuse gli occhi e lasciò cadere indietro la testa, sdraiandosi sul sedile.
“Dovrai probabilmente svegliarmi quando arriveremo” dichiarò con un sospiro compiaciuto. Un sorriso comparve sulle sue labbra con le sue ultime parole mentre calava il silenzio.
* * * *
“Jarod dice che state meravigliosamente bene qui, Mrs. Broots” cinguettò Lois Olafson mentre a grandi passi camminava accanto a Miss Parker. Gli Olafson – Lois, le sue due figlie, suo marito, e sua madre, un’arzilla e vivace donna – erano, come Parker aveva temuto, cordiali, amichevoli, i classici tipi da profondo Midwest.
“Per favore, chiamami Ginger” rispose Parker piano, desiderando per se stessa, o meglio ancora per LUI, la morte.
Lei e Lois arrivarono stordite alla fine di quella stramba comitiva riunita da Jarod il quale, seguito da Sig e Roy, aveva chiacchierato amabilmente con quella che tutti chiamavano ‘nonna’. Quest’ultima era chiaramente infatuata di lui, di certo. Le due giovani coppie stavano nel mezzo, parlando e ridendo insieme consapevoli di ciò che avevano davanti o dietro mentre percorrevano la loro strada sul sentiero.
“Divertente come l’amore e il matrimonio possano cambiarti la vita. Voglio dire, me lo immagino come una ragazza di città come te possa trasformarsi in una moglie di campagna.”
“Hmmm?” Questo catturò l’attenzione di Parker.
“All’inizio del sentiero, quando i ragazzi stavano aiutando Jarod a scaricare il rimorchio e te e le altre pensavate alle faccende dentro, lui mi raccontato come voi due vivevate in un elegante appartamento a New York fino a che lui, immischiato in discutibili attività, ha deciso di spostare la famiglia nel Vermont. Che cosa non è venuto fuori quando ha descritto la battaglia che seguì a questa sua decisione! Non ti biasimo, tesoro, nessuno vuole lasciare tutti quei bei ristoranti, i musei e i teatri, per non parlare dello shopping. Deve essere stato un forte cambiamento per te ma Jarod dice che ora va molto meglio.”
^Stai scherzando…^
“Ed è riuscito a raccontarti tutto questo mentre io ero al lavatoio? E’ proprio un chiacchierone, il mio maritino.”
“Oh, è un robot vivente, il tuo uomo.”
“Eh già..” rispose Parker con sorriso serrato.
“Pitstop!” gridò qualcuno.
“Oh bene”cinguettò Jarod “è il momento perfetto per una pausa.”
“Oh, caro” lo chiamò Parker “potrei scambiare due parole con te?”
“Certamente” sorrise, annuendo “Un momento che finisco con i ragazzi e sarò da te.”
“Okay, ora mi sento del tutto incompetente” Disse Parker a voce bassa mentre lei e Jarod si allontanavano dal gruppo. “Se è questo il tuo modo di agire, non riesco a credere di aver fallito così miseramente per tutti questi anni.”
“Ho paura che dovrai cercare di fartene una ragione.”
“Quella cavolata che hai detto agli Olafsons su di noi… sembra davvero che siano stati pagati!”
“Perchè avrebbero dovuto?”
“Perchè sembrano presi da una sitcom anni ’60!”
“Mi sono innamorato del maialino con nome e cognome. E’ molto divertente.” rispose Jarod ridacchiando.
Lei fece un profondo respiro poi disse “Okay, Ragazzo delle Meraviglie, dato che chiaramente ti stai divertendo parecchio, penso che sia ora anche per me.”
“Cosa hai in mente?”
“Oh, lo vedrai. Andiamo, dolcezza, sarà meglio tornare dai nostri amici.”
“Dolcezza? Ok entrare nel personaggio, anche se insomma…”
Jarod non finì mai la frase perché Parker si mosse per dargli un disinvolto, sebbene duraturo, bacio sulle labbra. Fu un tenero bacio – unione di familiarità e passione – di quelli che centinaia di mogli danno a i loro mariti. Lui rimase senza fiato. Rimase momentaneamente paralizzato, stordito e senza parole, la testa in un vortice.
^Lei mi ha baciato. LEI mi ha baciato! Ha lo stesso sapore che ricordavo! Dolce, come miele, solo che prima non ne avevo mai assaggiato e non avevo termini di paragone. Ricordo la prima volta che ho assaggiato il miele e lei me lo riportato alla mente… uno di quei pensieri su Miss Parker che mi perseguitano da anni. Non lo riconobbi al tempo ma ora posso farlo. Il bacio è stato perfetto… proprio come una vecchia coppia di sposi… non avrei pensato di conoscere il secondo bacio… sono passati TRENT’ ANNI dal PRIMO! Beh, lei possiede il gene del simulatore dopo tutto… e io non l’ ho mai sottovalutata anche se lei pensa che lo abbia fatto… mai… anche… speriamo, non vorrei aspettare altri 30 anni per il terzo… non penso che il cuore di un attempato 70enne reggerebbe… lei sarà ancora splendida… e sempre terribile… a 70 anni… LEI MI HA BACIATO!!!!^
“Prendi respiro, genio, SONO tua moglie, ricordi?” sussurrò, con gli occhi che brillavano dal trionfo mentre si voltava e chiamava gli Olafsons.
“Ehi, gente, che ne dite di uno snack prima di compiere le nostre ultime fatiche? Mrs. McEwan ha preparato delle cose deliziose per noi tutti.”
Dopo qualche istante, Jarod fu in grado di raggiungere il resto del gruppo proprio mentre questi si stavano passando dei contenitori di plastica che Parker aveva recuperato dalla schiena di Roy.
“Qui trovate le specialità di Chuck McEwan” annunciò “Tutti hanno il proprio contenitore che include, tra le altre cose, uva bianca e cocco. Sembrano ottimi.”
^Sembra che sia nata per questo.. suona come se facesse ciò tutti i giorni.^
Con un misto di timore ed orgoglio, andò tra Parker e “nonna” la quale gli porse un contenitore pieno di deliziose quanto profumate pietanze. Lui lo prese impaziente.
“Cosa pensi di fare? Da’ qua!”
Parker strappò di mano il contenitore a Jarod.
“Hey!” protestò.
“Non puoi mangiare questa roba.”
“Perché no?”
“Le parole SHOCK ANAFILATTICO ti dicono niente? Ho controllato con Blanca e le sue famose barrette di noci contengono niente di meno che PISTACCHI! Avevi per caso intenzione di assaggiarle?”
“No,” brontolò, deluso di non poter godere di altre deliziose creazioni di Blanca.
“E’ allergico” spiegò Parker al resto del gruppo mentre poggiava il contenitore e ne prendeva un altro. “Prendi uno di questi” aggiunse, porgendogli una barretta al limone.
“Mmmmm… molto buono” mormorò, annuendo entusiasta mentre masticava. Guardando al cielo lei scosse il capo.
^MIO DIO, sembriamo VERAMENTE una coppia di sposi!^
Lei lo fissò di rimando mentre lui continuava a trangugiare felice il suo pasto, con gli occhi che brillavano mentre le faceva l’occhiolino confermando che un pensiero simile al suo gli aveva attraversato la mente. Un sorrisetto malizioso apparve sulle labbra di lei.
“Hey baby, a che pensi?” domandò Parker mentre scattava e sistemava davanti a Jarod “La schiena oggi mi fa un po’ male; penso di aver bisogno di uno schienale.”
Inconsciamente, come se questa fosse stata una richiesta fatta quotidianamente, Jarod afferrò Parker per poggiarne la schiena contro il proprio petto. Si appoggiò contro l’albero dietro di sé e strinse le braccia attorno alla sua vita, con la guancia per posava contro i suoi soffici capelli. Se quello che lei aveva detto prima fosse stato vero e lei fosse veramente morta ed andata all’inferno, allora doveva essere morto anche lui ed andato in paradiso.
“Grazie” disse lei con nonchalance mentre poggiava le mani sopra ognuna delle gambe di lui, subito sopra le ginocchia, e poi riportò la propria attenzione alla famiglia seduta attorno a loro.
“Così, ditemi” cominciò Parker, indirizzata verso nessuno in particolare, mentre si godeva la sensazione del corpo di Jarod a contatto col suo “cosa porta gli Olafsons a ‘Land of Enchantament?’”
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